In questa proiezione della nostra Galassia, ottenuta componendo immagini ottiche e radio, è evidenziata una delle cosiddette "nubi ad alta velocità". Tali nubi sono state scoperte dagli astronomi ormai tre decenni fa, ma la loro natura e il loro ruolo sono sempre rimasti enigmatici. Recentemente, i dati ottenuti dal Telescopio Spaziale Hubble e da altri telescopi e radiotelescopi terrestri, hanno fornito a Bart P. Wakker, astronomo dell’Universita del Wisconsin-Madison, e ai suoi colleghi, nuovi elementi per risolvere il mistero.
Le "nubi ad alta velocità" si trovano al di sopra del piano della Via Lattea e sembra che rivestano un ruolo fondamentale nell’alimentare i processi di formazione stellare della Galassia. Tali nubi massicce infatti "seminano" gas (materia prima per la formazione stellare) facendolo ricadere verso il piano galattico.
La composizione di queste nubi è caratterizzata dalla scarsità di elementi pesanti. Il fenomeno dalla ricaduta di gas verso la Galassia può aiutare gli astronomi a risolvere un vecchio enigma riguardante la bassa metallicità dei gas osservati nelle stelle vicine al Sole.
Il piano della Galassia è visibile di taglio e ci appare, in questa immagine, come una striscia orizzontale. Le "nubi" rappresentate con il colore giallo-arancione sono regioni contenenti idrogeno neutro che emette alla lunghezza d’onda di 21 centimetri. Il Telescopio Spaziale Hubble è stato puntato verso una delle nubi (evidenziata nella foto) con lo scopo di misurarne la velocità e la composizione dettagliata.
La scoperta è basata su una combinazione di dati ottenuti da HST, da tre radiotelescopi (di Effelsberg in Germania, di Dwingeloo e Westerbork in Olanda), dal telescopio William Herschel di La Palma e dal Wisconsin H-alpha Mapper dell’Osservatorio di Kitt Peak (NOAO).