News originale in inglese: 1995-44 - Immagini e filmati

  

Stelle neonate nella nebulosa “Aquila” (M16)

M16 nebulosa "Aquila" M16 nebulosa "Aquila" M16 nebulosa "Aquila"
 
Le misteriose e drammatiche immagini prese dall’Hubble mostrano stelle appena nate che emergono da "uova": si tratta di densi e compatti bozzoli di gas interstellare chiamati globuli gassosi in evaporazione (evaporating gaseous globulesEGGs). L’Hubble ha trovato  numerosi EGGs nella nebulosa "Aquila" (Eagle nebula) chiamata anche M16 (sedicesimo oggetto classificato nel catalogo Messier), una vicina regione di formazione stellare a 7.000 anni luce da noi in direzione della costellazione del Serpente.

Le notevoli immagini prese da Hester e il suo gruppo,  utilizzando la camera WFPC2 (Wide Field and Planetary Camera 2) mostrano delle strutture a forma di dito che fuoriescono da gigantesche colonne di gas freddo e polveri, simili a proboscidi di elefante. Queste colonne che emergono da una più vasta nube di idrogeno molecolare, sembrano delle stalagmiti che crescono dal pavimento di una caverna. All’interno delle torri di gas, lunghe pochi anni luce, il gas interstellare è abbastanza denso da collassare sotto il suo stesso peso, formando delle giovani stelle che continuano ad ingrandirsi sempre più "nutrendosi" della massa circostante.
 
Il telescopio spaziale ci fornisce una chiara visione di quello che accade quando un flusso di luce ultravioletta proveniente da giovani stelle vicine, riscalda la superficie delle colonne di gas, facendolo "bollire" e uscire nello spazio interstellare. Il processo si chiama "fotoevaporazione". Nelle immagini Hubble la fotoevaporazione del gas appare come spettrali stelle filanti che fuoriescono dalle colonne. Non tutto il gas evapora alla stessa velocità: gli EGGs, che sono più densi rispetto alle regioni circostanti, evaporano con maggiore lentezza e quindi rimangono allo scoperto, una volta evaporato il gas circostante. Allo stesso modo in cui il vento che soffia nel deserto spazza via la sabbia più sottile mettendo a nudo le pietre più pesanti che vi erano sepolte, in M16 la luce ultravioletta mette allo scoperto i densi globuli EGGs che circondano le stelle in formazione all’interno delle gigantesche colonne di gas.

Alcuni EGGs sembrano soltanto delle piccole protuberanze sulla superficie delle colonne. Altri invece sono stati messi a nudo più completamente ed ora sembrano delle "dita" di gas che fuoriescono dalla nube più grande. Le "dita" sono costituite dal gas che, trovandosi all’ombra di un EGG,  è stato protetto dal fenomeno di fotoevaporazione. Alcuni EGGs sono completamente separati dalla colonna di gas da cui emergevano ed ora sembrano gocce isolate nello spazio.

Disponendo in sequenza queste immagini di EGGs nei vari momenti del loro processo di esposizione, Hester e il suo gruppo possono gettare uno sguardo senza precedenti sull’aspetto che assumono le stelle durante quella fase in cui non sono ancora diventare vere stelle.

"In qualche modo, sembra archeologia più che astronomia – ha detto Hester – La luce ultravioletta proveniente da stelle vicine sta scavando per noi, e noi osserviamo ciò che viene alla luce".

La fotoevaporazione inibisce l’ulteriore crescita della stella embrionale disperdendo il gas di cui essa "si nutre". Questo processo è decisamente diverso da quello che governa la crescita di una stella che si forma in una regione isolata. In un normale processo evolutivo, la protostella cresce fino al punto da innescare le reazioni nucleari nel suo interno. Quando questo accade, la stella comincia a soffiar fuori un forte vento stellare che spinge via il gas residuo presente nelle zone circostanti. Anche quest’ultimo fenomeno, che produce gli oggetti chiamati Herbig-Haro, è stato dettagliatamente ripreso dall’Hubble.
 
 

 La superficie di una nube molecolare viene illuminata dall’intensa radiazione ultravioletta proveniente da una stella calda presente nelle vicinanze. La radiazione evapora i gas che si diffondono nello spazio esterno.
Mentre la nube si dissolve a causa della radiazione, i globuli di gas – che hanno una densità media  maggiore – escono allo scoperto. 
L’EGG è ora completamente scoperto. La sua ombra protegge la colonna di gas che si trova nella zona retrostante e la struttura acquista una forma a dito.
Alla fine l’EGG può separarsi totalmente dalla nube molecolare nella quale si è formato. Anch’esso evapora lentamente e la stella che vi si trova rinchiusa diventa visibile, situata nella parte frontale della superficie.