Che cos’è l’acustica?

Per molte persone il suono, o l’acustica per
usare una parola più generale, è legato solamente alla
parola e alla musica. E questo era generalmente vero fino
a cento anni fa.
Una interpretazione moderna ci fa considerare
l’acustica una scienza che studia i moti meccanici
periodici in tutte quelle forme che possono avere
influenza con i molti aspetti della vita moderna. Questa
natura interdisciplinare fa si che l’acustica sia
legata alle scienze biologiche e fisiche ma anche
all’ingegneria e all’arte. Il controllo del
rumore poi ha anche aspetti legali.

Rimanendo legati agli aspetti fisici
dell’acustica si puo’ dire che quando si ha una
sensazione sonora vi è sempre qualcosa che vibra.

Un qualsiasi oggetto infatti, ad esempio la corda di
un violino, quando viene fatto vibrare genera nell’aria
una variazione della pressione atmosferica che giunge al
nostro orecchio e causa la nostra sensazione
uditiva.

Il numero delle variazioni di pressione al secondo
viene chiamato frequenza del suono, e viene misurato in
cicli al secondo ossia in Hertz (Hz). Quindi quando
diciamo che un suono è alla frequenza di 100 Hz vuol
dire che la causa che sta producendo quel suono vibra 100
volte in un secondo.

Il campo uditivo dell’uomo si estende da circa 20 Hz
fino a 20.000 Hz.

Noi sentiamo solamente perchè nell’aria si è venuta
a creare una variazione della pressione atmosferica. Il
suono più debole che l’orecchio umano è in grado di
sentire è pari a 20 milionesimi di Pascal (ossia
20 Pa,
leggi 20 micropascal).

Sorprendentemente l’orecchio umano oltre a riuscire a
sentire variazioni di pressione così piccole riesce
anche a tollerare pressioni sonore un milione di volte
più elevate, la soglia del dolore infatti è intorno a
200 Pa.

La scala di variazione è di milioni di
numeri. Per evitare ciò si è ritenuto di studiare
un’unità di misura che permettesse di rendere più
facilmente comprensibile il fenomeno. Si è pertanto
definito il decibel (dB).

Questa scala tiene anche conto della soglia
dell’udibile di 20 Pa (ossia 0.00002 Pa) come punto di partenza
o pressione di riferimento. Perciò 0 dB equivale al
minimo suono udibile.

L’orecchio umano, oltre a non percepire tutte le
variazioni di pressione e di frequenza, non è sensibile
a tutte le frequenze nello stesso modo, ma è più
sensibile nel campo compreso tra 2000 e 5000 Hz, mentre
lo è meno alle frequenze basse ed elevate.

Questo fenomeno ha fatto si che si sia definita la
curva di normale udibilità che fornisce la sensazione
che il nostro orecchio ha ad ogni singola
frequenza.

Quindi, il nostro orecchio non sente tutto quanto
esiste in natura.


Cenni agli effetti del rumore sull’uomo

Si considera dannoso per l’organo dell’udito quel
rumore che, per intensità e per composizione spettrale,
determina con il tempo un deficit uditivo tale da
comportare una sensibile difficoltà nella percezione
delle frequenze acustiche caratteristiche della voce
parlata (500, 1000, 2000, 4000 Hz).
E’ ormai accettato che, per il rumore non impulsivo, il
danno sia correlato alla quantità di energia sonora cui
si è esposti; ciò significa che il danno è cumulabile
e dipende dal prodotto della intensità per il tempo di
esposizione.

La diminuzione della capacità uditiva è la più
appariscente conseguenza sull’uomo dell’esposizione a
livelli elevati di rumore, livelli questi che in genere
si possono riscontrare solo in alcuni ambienti di
lavoro.

Il possibile danno di questo tipo quindi interessa
unicamente chi è esposto al rumore, per lavoro, in
particolari attività.