Il primo assunto che sta alla base del metodo scientifico secondo il quale esiste una realtà oggettiva fuori di noi è contraddetto dal secondo per il quale qualsiasi affermazione, quindi anche questa, andrebbe scientificamente dimostrata. Dunque l’assunto alla base del metodo scientifico non è scientifico?

La domanda posta dal lettore riguarda un tema che è stato da molto tempo dibattuto in ambito filosofico e scientifico. Si tratta del problema del realismo. Diversi autori hanno assunto al riguardo posizioni molto diversificate. Esiste una vastissima letteratura sull’argomento ed è difficile fornirne una sintesi in poco spazio. Un compendio piuttosto efficace (con utili indicazioni bibliografiche) si può trovare nei seguenti articoli :

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Realismo_(filosofia)

o meglio:

http://en.wikipedia.org/wiki/Philosophical_realism

 

http://www.philos.unifi.it/upload/sub/Materiali/Preprint/elenapavia.pdf

 

Ammettere l’esistenza di una realtà esterna e conoscibile è un presupposto solitamente (e spesso tacitamente) accettato in campo scientifico, ma non è un atto di fede. Quindi non mi sembra che questo entri in contraddizione, come sostiene il lettore, con la necessità, tipica della scienza, di dimostrare ciò che afferma. Lo stesso sviluppo del pensiero scientifico fa infatti emergere “indizi di realismo” che in qualche modo corroborano l’assunzione iniziale. A mio parere il principale tra questi indizi è il fatto che la scienza “funzioni”, sia sul piano esplicativo che su quello predittivo. Sarebbe difficile spiegare l’efficacia della scienza, senza ammettere l’esistenza di una realtà oggettiva. Mi spiego meglio con un controesempio. La magia parte dal presupposto che esistano forze occulte che l’uomo, attraverso rituali adeguati, può imparare a dominare. La magia sviluppa i suoi metodi e le sue congetture. Tuttavia le affermazioni della magia vengono puntualmente smentite dai fatti. In altre parole la magia non funziona, né sul piano esplicativo, né su quello predittivo. Questa constatazione mina alla radice il presupposto dell’esistenza di forze occulte. Per la scienza questo non accade. Tutte le affermazioni che la scienza fa sono in perfetta coerenza con la sua assunzione iniziale dell’esistenza di una realtà esterna indipendente. Ciò rende tale assunzione perfettamente ragionevole e per nulla fideistica.