Il motivo per cui, dopo Tolomeo, per ben quattordici secoli, la scienza
astronomica non fece più progressi, si può individuare in alcune
cause.
Il decadimento dell'Impero romano e la netta scissione tra Europa occidentale
e orientale che lo caratterizzò, contribuirono a far sì che in
occidente si dimenticasse quasi completamente il bagaglio scientifico dei greci.
Inoltre la diffusione del cristianesimo portava con sé una tendenza a
interpretare letteralmente la Bibbia. Nel libro della Genesi sono riportate
ingenue nozioni astronomiche prese a prestito da altri popoli. Affermazioni
di questo tipo non furono particolarmente dannose per il popolo ebreo che non
aveva mai avuto un grande interesse per l'astronomia, ma determinarono un grave
regresso e rallentamento dello sviluppo di questa scienza in occidente.
Ad esempio nella Bibbia, la sfera celeste sarebbe stata una separazione tra
le acque superiori e quelle inferiori. Sopra il cielo doveva quindi esserci
un altro oceano che, al momento prestabilito, si sarebbe riversato sulla Terra
attraverso un foro, come era avvenuto al tempo di Noè.
Si ritorna quindi a deridere la sfericità della Terra, prima grande
scoperta dei greci. E si tornò all'idea primitiva che il Sole e le stelle,
una volta tramontati avrebbero percorso un giro verso nord appena sotto l'orizzonte
per poi ritrovare ad est il punto da cui sorgono.
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