Perchè molte persone laureate in medicina, quindi con una solida formazione scientifica, decidono di aderire alle cosiddette medicine alternative, rinnegando in molti casi la medicina ufficiale?

Statua di Asclepio (Esculapio), dio greco della medicina

La domanda è interessante e mette in evidenza un importante problema sociale. Le medicine alternative infatti, pur non avendo alcun fondamento scientifico, sono estremamente popolari e a questa popolarità contribuiscono indubbiamente i medici che le praticano.
Non è facile cercare di fornire una risposta esauriente e non basata su giudizi personali. Per questo motivo farò ampi riferimenti a un articolo scritto dal farmacologo Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico “Mario Negri”, dal titolo “Perchè i medici scelgono la medicina alternativa”, pubblicato anni fa sulla rivista del CICAP Scienza&Paranormale (n.8 anno III, ottobre 1995) (l’articolo è anche disponibile on line all’indirizzo: http://www.cicap.org/articoli/at100893.php, per accedere alla pagina è però necessario sottoscrivere un abbonamento).

L’articolo di Garattini inizia con questa amara considerazione: «La gente è convinta che i medici sappiano curare le malattie e se usano un modo per curare significa che è quello giusto. È questa una convinzione ottimista. Purtroppo, molti medici non hanno avuto una completa formazione universitaria. Eppure il gran numero di medici laureati dalle Università italiane nell’ultimo ventennio ci pone fra i paesi a più alta densità medica. Molti medici che oggi esercitano la professione si sono laureati avendo pochi rapporti con gli ammalati. Probabilmente, c’è un certo numero di medici incompetenti che non sanno occuparsi degli ammalati».

Successivamente Garattini individua in 4 punti i motivi principali che spingono diversi medici a dedicarsi alle medicine alternative.

1) Il primo motivo è da ricercarsi nel desiderio di alcuni medici di differenziarsi dalla maggior parte dei colleghi per rendersi più attraenti nei confronti dei pazienti. Come lo stesso Garattini scrive: «I guadagni sono buoni e la concorrenza non è molta».
Garattini cita uno studio di N. Losi, Irs, Milano (1987) che ha fatto emergere che il 15% dei medici utilizza personalmente le medicine alternative; il 23% le ha fatte utilizzare ai familiari; il 31% le ha consigliate a parenti e amici; e il 31% le ha consigliate ai propri pazienti. Circa un terzo dei medici alimenta il mercato alternativo. Solo a Milano, ben il 29% degli operatori, presenti in 24 centri alternativi, ha una laurea in medicina. Garattini commenta affermando che «I medici non brillano per attaccamento alle procedure della medicina ufficiale».

2) Il secondo motivo, per Garattini, è il seguente: «Per esercitare la medicina alternativa non è necessario aggiornare gli studi. Se anche cambiano le conoscenze sulla causa delle malattie o sulla efficacia delle terapie, omeopatia, pranoterapia ed erboristeria sono senza evoluzione. Il medico della medicina ufficiale dovrebbe – anche se spesso non lo fa – studiare per una buona parte della giornata e aggiornarsi, il medico della medicina alternativa è come se sapesse già tutto quello che è necessario per occuparsi del malato».

3) Il terzo motivo è spesso originato da un atteggiamento critico e ostile nei confronti della medicina ufficiale. Garattini scrive: «Cattedre e primariati non ottenuti, delusioni nei confronti dei “maestri”, frustrazione per la difficoltà di aggiornarsi, mentalità antiscientifica, sono alcune delle motivazioni che hanno orientato verso scelte alternative».

4) Il quarto motivo infine risiede nel fatto che «forse, chi usa la medicina alternativa ha una concezione vecchia della medicina. Non crede alla possibilità di raggiungere “certezze” in medicina applicando la metodologia scientifica. Ci si fida delle proprie impressioni, si ipervalutano casi positivi e si dimenticano i negativi, non si cerca il rapporto tra causa ed effetto e si privilegia il rapporto di associazione; “ho dato un farmaco, ho osservato un miglioramento nel paziente, quindi è migliorato perché ho dato il farmaco”. Fare bene il medico è molto difficile ed è spesso poco gratificante. Esiste per molti la tentazione di vivere alla giornata cercando di guadagnare scegliendo la via più facile. Purtroppo il paziente ha poche informazioni per evitare di cadere nella trappola».

Le considerazioni di Garattini sulla classe medica non sono certo motivo di ottimismo. Purtroppo ci vorrebbero maggiori controlli sulle attività dei medici e una legislazione più efficace in materia di medicine alternative, finalizzata alla tutela della salute pubblica. Purtroppo però anche a livello politico molte forze e movimenti premono invece in senso contrario richiedendo un riconoscimento delle medicine alternative da parte del sistema sanitario nazionale. Ancora una volta quindi l’unica arma contro le ciarlatanerie dilaganti rimane l’informazione. Se la posizione della comunità scientifica internazionale fosse maggiormente conosciuta da parte dell’opinione pubblica, dei politici, dei mass media e degli stessi medici e se nella nostra società fosse maggiormente diffusa una reale mentalità scientifica e razionale, il problema medicine alternative si sgonfierebbe spontaneamente da solo, senza bisogno di intereventi repressivi. Infine bisognerebbe indubbiamente potenziare la formazione scientifica dei medici e il loro successivo aggiornamento.