Ho seguito con grande interesse le risposte date dal Dott. Silvano Fuso soprattutto in relazione ai temi ufologici. Ne condivido pienamente i contenuti. Vorrei comunque conoscere a riguardo la sua opinione sui cosiddetti Microimpianti estratti, secondo alcuni gruppi di ufologi, dai corpi di soggetti ritenuti rapiti da alieni. Questi Microimpianti, se esistono, sono davvero stati studiati o non ne esiste traccia nella documentazione scientifica? Insomma: questi frammenti esistono oppure no? E chi li ha esaminati? Con quali risultati?

Per rispondere alla domanda del lettore, farò soprattutto
riferimento a quanto esposto dal compianto Carl Sagan del suo bel libro
Il mondo infestato dai demoni (Baldini & Castoldi, 1997), di
cui consiglio caldamente la lettura.

Secondo diversi ufologi e in base a testimonianze dirette,
alcuni individui che avrebbero avuto la disavventura di essere rapiti
dagli alieni sarebbero stati sottoposti a singolari esperimenti. Durante
questi esperimenti gli alieni avrebbero impiantato non ben identificati
dispositivi in determinate parti del corpo dei malcapitati terrestri,
ad esempio nelle narici. Questi dispositivi sarebbero una sorta di trasmittenti
che invierebbero informazioni agli extraterrestri. Molti di coloro che
avrebbero subito questo insolito impianto sostengono poi di averlo perduto
o addirittura gettato via. Come dice Sagan: “Quei rapiti sembrano
persone sorprendentemente prive di curiosità. Uno strano oggetto – che
forse trasmette dati telemisurati sullo stato del nostro corpo a un’astronave
aliena che si trova da qualche parte nello spazio sopra la Terra – cade
dal nostro naso; noi lo esaminiamo con indolenza e poi lo gettiamo nella
pattumiera. E ci viene chiesto di credere che ciò si sia ripetuto nella
maggior parte dei rapimenti da parte di alieni
“.

In qualche rara occasione, comunque, è stato possibile
esaminare questi presunti dispositivi impiantati dagli alieni. In nessun
caso è mai emerso qualche elemento che facesse pensare a un’origine extraterrestre.
L’episodio più noto, che suscitò un certo clamore, è quello che vide protagonista
un certo Richard Price. Costui sosteneva di essere stato rapito dagli
alieni all’età di otto anni. Gli alieni avrebbero inserito un piccolo
dispositivo all’interno del suo pene. Circa 25 anni dopo una visita medica
confermò effettivamente la presenza di un corpo estraneo all’interno dell’organo
genitale. Dopo otto anni il corpo estraneo venne espulso spontaneamente.
Esso venne esaminato dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute
of Technology) e del Massachusetts General Hospital. Esso era lungo circa
4 millimetri e aveva un diametro di un millimetro. Le analisi dimostrarono
che era costituito da una massa di collagene originato dallo stesso organismo
a causa di processi infiammatori. Oltre al collagene furono rilevate fibre
di cotone appartenenti alla biancheria intima di Richrad Price.

In conclusione quindi le testimonianze di coloro che sostengono
di aver subito impianti corporei di microscopici dispositivi appaiono
completamente  implausibili.  Al pari di tutti i racconti relativi a generici
rapimenti da parte di alieni (abdution) esse mancano completamente
di qualsiasi prova concreta. Analogamente appaiono assolutamente infondate
le storie relative ad altri tipi di esperimenti condotti dagli extraterrestri,
ad esempio l’inseminazione di donne terrestri al fine di creare esseri
ibridi. Tutte queste testimonianze non hanno alcun valore relativamente
alla possibilità di dimostrare eventuali contatti con esseri alieni. L’unico
interesse che esse possono suscitare riguarda gli aspetti sociologici,
psicologici e psichiatrici che possono consentire di interpretare la loro
origine.