Altra domanda sui crop circles.

Ringrazio
il lettore per il suo lungo messaggio e per i complimenti che rivolge
alla sezione da me curata.

Le
argomentazioni del lettore ripropongono in buona parte quelle espresse
da Eltjo H. Haselhoff nel suo libro The Deepening Complexity of Crop
Circles
.

È
sicuramente doveroso prendere in considerazione ogni tipo di indizio,
ma le testimonianze, come sa bene chiunque si occupi dello studio di presunti
fenomeni straordinari, non sempre sono attendibili. A maggior ragione,
questo discorso vale per le testimonianze storiche. L’incisione del seicento
può essere interessante, ma non si può prendere per oro
colato, tanto più che appartiene a un passato in cui la fede nel
demonio, nelle streghe e nei fenomeni soprannaturali era ben viva. Andandole
a cercare si possono trovare numerose testimonianze (e magari anche incisioni)
relative a fantasmi, demoni e altre stranezze. Questo evidentemente non
significa che queste cose esistano realmente.

Per
quanto riguarda Bower e Chorley, non è da escludere che qualcuno
li abbia preceduti nella loro stravagante idea e sicuramente esistono
autori dei “crop circles” ben più abili di loro. Quella dei “crop
circles” è diventata col tempo una vera e propria arte. Numerosi
esempi possono essere visti nel sito degli artisti inglesi creatori dei
“crop circles” alla URL http://www.circlemakers.org/.
Invito caldamente il lettore a visitare questo sito poiché le opere
degli artisti inglesi sono sicuramente di sorprendente bellezza e complessità
geometrica.

Circa
la presunta confessione di Bower e Chorley, penso sia lecito esprimere
qualche dubbio. Possibile che i due pensionati abbiano deciso di confessare
proprio a due studiosi di “crop circles” come Eltjo Haselhoff e Colin
Andrews che, guarda caso, sono tra i più accesi sostenitori dell’origine
non umana del fenomeno? Per quale motivo non avrebbero confessato a nessun
altro?

Per
quanto riguarda l’eventuale presenza di campi elettromagnetici all’interno
dei “crop circles” e le presunte anomalie delle piante, penso che il lettore
faccia riferimento ai lavori di di W. C. Levengood e dello stesso E. H.
Haselhoff. Questi lavori, almeno apparentemente, sembrano qualitativamente
migliori rispetto ai molti altri tentativi di attribuire ai “crop circles”
un’origine non umana. Inoltre alcuni di essi sono stati pubblicati su
riviste scientifiche serie (come Physiologia Plantarum) che sottopongono
gli articoli all’esame dei referees (ricercatori esperti nel settore)
prima di procedere alla loro pubblicazione. Per questi motivi penso valga
la pena analizzarli un po’ più nei dettagli.

W.C.
Levengood (nell’articolo “Anatomical Anomalies in Crop Formation Plants”,
Physiologia Plantarum 92:356-363, 1994) sostiene di aver rilevato
modificazioni anatomiche nelle piante di grano all’interno dei cerchi.
Queste evidenze non sarebbero compatibili con l’ipotesi dell’origine umana
dei cerchi e confermerebbero invece la teoria, proposta da Terence Meaden,
secondo la quale i “crop circles” sarebbero originati da vortici di plasma.
Altrove, Levengood e il suo collaboratore J. Burke (nell’articolo “Semi-Molten
Meteoric Iron Associated with a Crop Formation”, Journal of Scientific
Exploration
9(2), 1995) sostengono di avere trovato altre prove a
favore dell’ipotesi di Meaden. In alcuni casi sulle spighe di grano sarebbe
stata trovata polvere di ossido di ferro di origine meteorica. Questa
polvere sarebbe stata originata da meteoriti che attraversando l’atmosfera,
si sarebbero polverizzate generando il vortice di plasma. Questo fenomeno,
tra l’altro, avrebbe originato microonde i cui effetti, secondo i due
autori, sarebbero stati evidenziati sulle spighe del grano. Levengood
e Burke, a favore della loro tesi, riportano anche il ritrovamento di
alcune micrometeoriti in prossimità dei “crop circles”. Tuttavia
i lavori di Levengood sono stati criticati da diversi autori scettici
e da diversi ufologi. Ad esempio si può leggere quanto scrive J.
Nickell dello CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims
of the Paranormal) nel seguente sito:

http://www.csicop.org/sb/9606/crop_circle.html

Anche
il fortiano e ufologo Dennis Stacy (in un suo messaggio alla mailing list
UFO Updates) critica ampiamente l’approccio di Meaden e di Levengood:

http://www.ufomind.com/ufo/updates/1999/jun/m04-008.shtml

Si
può inoltre leggere quanto scrive lo scettico statunitense M. Sofka:

http://www.rensselaer.edu/~sofkam/ISUNY/Journal/vol1_6.html

e
quanto scriveva Paul Fuller in “The Crop Watcher” del 1994:

http://area51.simplenet.com/archive/ufo/ftp.eskimo.com/ufo/rutkows/23.txt

 

In
sostanza le critiche che vengono rivolte a Levengood possono essere sintetizzate
nel modo seguente. Innanzi tutto, nelle sue analisi sulle modificazioni
anatomiche delle piante di grano, egli non ha mai adottato nessuna procedura
in “doppio cieco” per evitare l’effetto sperimentatore. In pratica il
ruolo delle aspettative e la sua “fede” nella teoria di Meaden possono
avere fortemente influenzato le sue conclusioni. Secondariamente, nessun
altro ricercatore è mai riuscito a riprodurre i suoi risultati.
Per quanto riguarda poi il ritrovamento di polvere di ossido ferro, un
autore di “crop circles” confessò di aver deliberatamente sparso
il grano con limatura di ferro, successivamente ossidatasi. Egli mise
anche a disposizione un campione della limatura utilizzata per analizzarla,
ma Levengood e Burke hanno ignorato l’offerta. Il ritrovamento di micrometeoriti
non è poi un evento così eccezionale sulla superficie del
pianeta.

Per
quanto riguarda il fatto che i lavori di Levengood siano stati pubblicati
su riviste serie, va osservato che le riviste scientifiche con referees
esercitano senz’altro un’azione di filtraggio, ma non necessariamente
questo filtraggio è infallibile. Se si ricercasse nella letteratura
scientifica seria, si troverebbero facilmente molti “articoli spazzatura”
su qualunque argomento. I referees evidentemente non hanno la possibilità
di controllare l’attendibilità di tutti i dati citati negli articoli
esaminati.

Precedentemente
mi sono limitato a citare le critiche di autori scettici e ufologi perché
sono gli unici a essersi occupati del problema. Il resto della comunità
scientifica ha sostanzialmente ignorato i lavori di Levengood e collaboratori.
Questo è abbastanza significativo. Se tali lavori fossero stati
attendibili (e riproducibili) molti altri ricercatori si sarebbero buttati
a capofitto sull’argomento, vista la sua straordinarietà. Non credo
che questo possa essere imputato alla “chiusura mentale” della scienza
ufficiale, come spesso si sente affermare (ad esempio, le luci di Hessdalen
o i fulmini globulari stanno attirando molto interesse perché questi
fenomeni sono assolutamente reali anche se in buona parte incompresi).
Come sempre accade, vale la seguente regola: “Affermazioni straordinarie
richiedono prove altrettanto straordinarie”. A me non sembra che le prove
di Levengood lo siano ed evidentemente anche il resto della comunità
scientifica non le ha ritenute tali: per questo non le ha prese in considerazione
(a questo proposito va osservato che da tempo la bontà di un lavoro
scientifico si valuta anche dal numero di citazioni che riceve nella letteratura
scientifica).

Eltjo
Haselhoff, nei suoi lavori, sostiene di aver rivelato un aumento della
quantità di magnetite (fino a 600 volte la concentrazione normale)
all’interno dei “crop circles”. Inoltre afferma che le piante all’interno
dei cerchi mostrerebbero una maggiore vitalità rispetto a quelle
esterne.
Esse sarebbero addirittura in grado di resistere oltre due settimane in
più senza ricevere acqua. Anche ai lavori di Haselhoff può
essere rivolta la stessa obiezione basata sul totale disinteresse del
resto della comunità scientifica. Se essi fossero veramente significativi,
perché sono stati sostanzialmente ignorati dal resto della comunità
scientifica? Come sempre accade “l’onere della prova spetta a chi fa l’affermazione”.
Quindi non è il resto della comunità scientifica che deve
confutare quello che lui afferma. È lui che deve riuscire a convincere
il resto della comunità scientifica dell’attendibilità di
quanto sostiene. Finora non sembra esserci riuscito. Se in futuro ci riuscirà
tanto meglio per lui e per la scienza (che farebbe sicuramente una straordinaria
scoperta).

Va
infine notato che non vi è mai stata nessuna conferma che le spighe
di grano dei “crop circles” siano state realmente irradiate da microonde
e che siano stati rilevati campi elettromagnetici al loro interno, come
qualche autore sostiene.

Per
quanto riguarda il filmato noto come video di “Oliver’s Castle”, mi spiace
smentire il lettore, ma è oramai certo che si tratti di una clamorosa
bufala. A questo proposito, invito il lettore a leggersi l’articolo di
Massimiliano Teso alla URL http://www.cicap.org/articoli/at100052.htm.

In
sintesi il filmato è un palese falso realizzato al computer. Addirittura
è stato possibile identificarne l’autore. Si tratta di John Wabe,
esperto in computer grafica degli studi di post-produzione First Cup a
Bristol in Inghilterra.

In
sintesi, quindi, non mi sembra che i numerosi indizi citati dal lettore
costituiscano prove convincenti e significative a favore delle ipotesi
che attribuiscono un’origine non umana ai “crop circles”.

Infine,
vorrei fare un’ultima considerazione. In origine i “crop circles” (almeno
quelli accertati) erano costituiti da semplici cerchi. Successivamente,
nel corso degli anni, hanno cominciato a diventare sempre più geometricamente
complessi. Se veramente la loro origine fosse non umana (aliena o atmosferica),
come mai si evidenzierebbe una crescente complessità artistica?
Forse che il plasma o gli alieni sono diventati più intelligenti
col passare del tempo?