Vorrei sottoporvi questi quesiti che riguardano la presenza nei mangimi e nei cibi di policlorobifenili (PCB) e di diossine: 1. Caso del Belgio: con quale percorso PCB e diossine sono finiti prima nei mangimi e poi nei polli, maiali, ecc.? Da dove provenivano gli inquinanti e come sono finiti nel ciclo alimentare? 2. Politica dell’Unione Europea: come si è conclusa la discussione sulla proposta di una commissione dell’UE di elevare i livelli ammissibili di PCB negli alimenti? 3. Situazione dell’Italia: chi e con quali metodiche sta controllando i livelli di PCB e diossine negli alimenti prodotti o importati per il consumo in Italia, visto che lo stesso ministro Ronche nutriva qualche dubbio al riguardo?

L’abbreviazione PCB (in inglese PCBs) sta per policlorobifenili; essi
sono una categoria di composti organici derivati dal bifenile per sostituzione
(più o meno numerosa) degli atomi di idrogeno con atomi di cloro. Le loro
proprietà chimiche e fisiche (tra le quali resistenza alle alte temperature,
inerzia chimica) ne hanno reso ideale l’utilizzo quali plastificanti,
nella produzione di adesivi, e come fluidi dielettrici nei condensatori
e nei trasformatori elettrici. L’utilizzo di questi composti è stato abbandonato
in quanto è accertata la loro pericolosità (tossicità). Permangono comunque
seri problemi sia per quanto riguarda la dismissione e sostituzione dei
PCB nelle apparecchiature degli scorsi decenni,  che per quanto riguarda
la contaminazione (spesso fraudolenta) di olii minerali (ad esempio degli
olii usati idraulici o dei motori dei veicoli) o di terreni presso i quali
sono avvenute dispersioni (anche accidentali) di PCB. Le diossine possono
essere a loro volta contaminanti (in tracce) dei PCB, presenti già nel
prodotto iniziale oppure formatesi durante l’utilizzo dei PCB.

I PCB si presentano sotto l’aspetto di olii a bassa viscosità, di colore
giallino, ma di peso specifico superiore a quello dell’acqua. Ciò significa
che mentre un comune olio minerale galleggia sull’acqua i PCB in essa
affondano (ovviamente nulla si può dire rispetto a miscele dei due componenti).

1-Per capire come i PCB siano finiti nel mangime dei polli e di altri
animali da allevamento bisogna sapere che la legge affida a soggetti autorizzati
la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e tali soggetti possono essere
autorizzati alla raccolta di diverse tipologie di rifiuti, per esempio
sia olii vegetali e grassi animali che rifiuti contenenti PCB. Mentre
i primi possono essere riutilizzati, ad esempio per la produzione di mangimi
per animali, i PCB devono essere avviati allo smaltimento. Certo è che
se lo stesso soggetto può raccogliere indifferentemente PCB ed olii vegetali
nessuno può escludere che si possano avere accidentali (se non fraudolente)
commistioni delle due tipologie di rifiuti (ad esempio se vengono utilizzati
gli stessi contenitori prima per contenere i PCB e poi per contenere gli
olii vegetali). Una volta che i PCB hanno contaminato gli olii vegetali,
questi devono essere eliminati, poiché per la loro inerzia chimica e resistenza
alla temperatura i PCB si ritroverebbero nei prodotti finiti (mangimi)
e verrebbero ingeriti ed accumulati nei tessuti (in particolare nel grasso)
degli animali a cui tali mangimi sono destinati.

2-Non deve sorprendere che i limiti delle concentrazioni dei contaminanti
degli alimenti possano essere modificati nel corso del tempo in quanto
tali limiti devono essere riconsiderati in base agli studi tossicologici
della sostanza in esame. Tali studi devono tenere conto delle proprietà
tossicologiche intrinseche della sostanza, del quantitativo medio dell’alimento
che viene consumato dalla popolazione e dal livello di rischio di effetti
negativi sulla salute che si può accettare nella popolazione. Tali studi
sono molto complessi, soggetti a periodiche revisioni ed aggiornamenti,
più spesso non conclusivi e di essi è difficile tenerne conto a livello
politico sull’onda dell’emotività o di determinate pressioni economiche.

3- In fase di emergenza è stato approntato un protocollo di analisi dei
campioni per la ricerca dei PCB negli alimenti a cura dell’Istituto Superiore
di Sanità (per un riferimento si può consultare il relativo sito), ma
le analisi sono molto costose e i laboratori in grado di eseguirle sono
veramente pochi; la metodica analitica utilizzata è la gascromatografia-spettrometria
di massa da eseguirsi dopo onerose (per tempo e costo) estrazioni e purificazioni
dei campioni.

Ritengo che per simili emergenze (ricordo il vino al metanolo, il mascarpone
con il botulino, la “mucca pazza”) non ci siano controlli analitici preventivi
efficaci che possano essere messi in atto dalle istituzioni e ciò sia
per i costi insostenibili degli stessi che per la numerosità delle sostanze
che si dovrebbero ricercare: si rischierebbe di eseguire ad esempio analisi
per la ricerca dei PCB e non cercare proprio la sostanza che prima o poi
causerà la prossima emergenza. In realtà mi sembra molto più efficace
il controllo (autocontrollo) che deve essere attuato in accordo con la
procedura HACCP, che almeno garantirebbe la provenienza delle materie
prime e l’affidabilità dei fornitori in tutta la “filiera” produttiva.