Vorrei sapere qual è la circolazione e stratificazione delle acque nel mar Mediterraneo e in particolare nel mar Ionio. Potete fornirmi degli indirizzi dove approfondire l’argomento? Grazie.

Correnti e strati del Mediterraneo

Le correnti marine

Con il termine correnti marine ci si riferisce al movimento di massa d’acqua non collegato alla marea o al moto ondoso.

Le correnti, di cui il navigante nota solo l’effetto superficiale, esistono lungo tutta la massa d’acqua, e talvolta solo in determinati strati senza causare effetti visibili in superficie. Esse si verificano prevalentemente in acque profonde ed in mari aperti.
Inoltre, mentre le correnti di marea hanno un ciclo temporale ben definito, le correnti marine sono permanenti (o stazionarie) oppure stagionali (o semipermanenti).

Esistono diversi tipi di correnti marine e possono essere classificate:

in base alle cause che le creano (correnti di gradiente e correnti di deriva);

secondo la temperatura dell’acqua che si sposta confrontata con la temperatura dell’acqua che la circonda (correnti calde o fredde);

in base alla profondità in cui si verificano:

superficiali se interessano lo strato d’acqua dalla superficie ai 200 m;

interne se interessano lo strato d’acqua al di sotto dei 200 metri;

di fondo se interessano lo strato d’acqua vicino al fondale marino.

Il moto orizzontale delle correnti superficiali è causato dall’azione combinata di correnti di gradiente e correnti di deriva.

Le correnti di gradiente.

Sono dovute alla differenza di pressione su luoghi diversi della superficie del mare ed alla differenza di densità delle masse d’acqua adiacenti.

Queste correnti si generano quando la superficie dell’acqua assume una certa inclinazione, fatto che accade per l’azione del vento, o per la presenza di masse d’acqua contigue di diversa temperatura e/o salinità.
Le correnti di gradiente, dovute a diversa pressione atmosferica ed all’ammassamento dell’acqua dovuto al vento, tendendo a ristabilire l’orizzontalità della superficie marina, sono d’intensità modesta e pressoché irrilevanti ai fini della navigazione in mare aperto.

La situazione cambia in prossimità di costa: se il vento che spira verso la costa è d’intensità adeguata, si possono ammassare lungo costa notevoli masse d’acqua che, non potendo rifluire verso il largo a causa del vento contrario, danno luogo a forti correnti che scorrono parallelamente alla costa.

Le correnti di gradiente, dovute a differenza di densità, si presentano soprattutto negli strati interni della massa d’acqua ed hanno effetto apprezzabile sulla navigazione solo nell’esempio sopra descritto.

Le correnti di deriva

Queste correnti sono dovute all’azione di trascinamento creato dall’attrito esistente tra la massa d’aria in movimento (vento) e la massa d’acqua superficiale del mare.

I forti venti costanti come gli alisei che spirano sull’Oceano Atlantico, ed i monsoni che spirano nell’Oceano Indiano, sono la causa di gran parte delle correnti di deriva costanti.

Il vento tende a trascinare lo strato superficiale delle acque marine nella sua stessa direzione, il movimento di deriva si trasmette agli strati inferiori con intensità decrescente e direzione man mano variabile; il movimento inizia con ritardo rispetto al momento d’inizio dell’azione del vento e solo gradualmente raggiunge la velocità di regime.

Venti leggeri possono generare deboli correnti di deriva in circa sei ore, sono necessarie ben 48 ore di vento forte perché la relativa corrente di deriva raggiunga la velocità di regime.

L’intensità della corrente di deriva a regime è circa 1,5% della velocità del vento che l’ha generata, velocità che dipende anche da altri fattori, ed in particolare dall’ampiezza dello specchio d’acqua libero da ostacoli, denominato fetch, esistente nella direzione di provenienza del vento. Fetch limitati non consentono alla corrente di raggiungere velocità della percentuale sopra indicata, anche se il vento spira dalla stessa direzione per periodi di tempo superiori alle 48 ore.

La direzione della corrente

Le forze che mettono in movimento sia le correnti di gradiente sia quelle di deriva, tendono a muovere la massa d’acqua in una ben determinata direzione.

Nel caso delle correnti di gradiente: dal luogo di livello maggiore verso quello a livello minore;
nel caso di correnti di deriva: nello stesso senso di propagazione del vento.
La direzione di propagazione è, però, sensibilmente diversa da quella descritta sopra.
In particolare:

• le correnti che si propagano nell’emisfero Nord subiscono una deviazione verso la destra rispetto alla direzione di propagazione;

• quelle che si propagano nell’emisfero Sud subiscono una deviazione verso sinistra.

Queste deviazioni sono causate dalla rotazione terrestre che genera una particolarissima forza, detta forza di Coriolis, la quale agisce su tutte le masse in movimento sul pianeta ed il cui effetto è più sentito quanto più è grande la massa in movimento.

Oltre alla forza di Coriolis, sulla direzione e sull’intensità delle correnti marine, influiscono anche altri fattori:

– natura e vicinanza della costa,

– presenza di golfi o stretti,

– maggiore o minore profondità delle acque.

Circolazione generale

Le correnti marine così strettamente legate ai fattori meteorologici, sono oggetto di continui studi dai quali è stato possibile ricavare dei “modelli di circolazione“, ossia situazioni standard che si verificano in concomitanza con determinate situazioni meteorologiche stagionali. Esistono innumerevoli modelli di circolazione che si applicano ai diversi bacini, da quelli oceanici che hanno validità temporale di mesi a quelli di piccoli golfi di particolare interesse e validi solo per particolari situazioni di vento o insolazione.

Le correnti nel Mar Mediterraneo.


Le correnti del Mediterraneo
, solitamente, sono deboli e con direzione variabile.
La circolazione superficiale è fortemente influenzata da venti che al largo possono generare correnti superficiali d’intensità fino ai due nodi.

Il mar Mediterraneo è un bacino quasi completamente chiuso: lo scambio d’acqua marina avviene solo attraverso lo stretto di Gibilterra, mentre l’afflusso d’acqua dolce è legato alle precipitazioni e al deflusso dei fiumi. Il rapporto tra evaporazione e precipitazione è un parametro fondamentale per l’equilibrio del bacino e, per alcuni valori di questo parametro, la circolazione Mediterranea potrebbe drasticamente collassare ad una fase stagnante senza più scambio con l’oceano Atlantico.

Detto questo, va precisato che il bacino del mare Mediterraneo è caratterizzato da una complessa circolazione marina nonostante la quasi completa chiusura.

La cartina mostra le numerose e complesse circolazioni delle masse d’acqua nel Mediterraneo.


Circolazione reale delle acque mediterranee nell’arco di un anno: dal 01 marzo 2004 al 16 marzo 2005.

La circolazione delle masse fluide nel Mediterraneo è piuttosto singolare e dimostra che le acque di questo mare, benché chiuso, sono in continuo movimento e ricambio. Come mai?

L’assolato Mediterraneo è sostanzialmente un mare in evaporazione: evapora più acqua di quella che riceve dai fiumi locali e dalle piogge.
Man mano che l’acqua evapora, nel mare rimane un’eccedenza di sale. Questo sale si aggiunge al peso d’ogni metro cubo d’acqua marina che vi rimane. Le acque, divenute più dense, quindi più pesanti, scendono ad occupare le zone più profonde del Mediterraneo.

A causa dell’abbondante evaporazione delle acque non compensata a sufficienza dalle piogge e dagli apporti fluviali, vi è un deficit idrico in tutta l’area mediterranea dove l’evaporazione, dunque, è maggiore dell’acqua che vi s’immette. Per questo il Mediterraneo nella zona più interna – il bacino orientale più soleggiato – diventa più salato, perciò più denso. Questa maggiore densità crea una pressione sui fondali e produce sul fondo marino una corrente che attraversa l’intero bacino e oltrepassa lo Stretto di Gibilterra. Il compito di compensare il deficit idrico è perciò dell’Atlantico che, a sua volta, attraverso Gibilterra immette continuamente acqua.


Disegno che illustra lo scorrimento superficiale delle acque atlantiche in entrata nel Mediterraneo.
Contemporaneamente, le acque più dense del Mediterraneo scorrono in profondità verso l’Atlantico.

Qui, in superficie, l’acqua atlantica relativamente più fresca scorre in superficie verso il Mare Mediterraneo per sostituire sia l’acqua evaporata che quella più profonda e più salata che scorre in profondità verso l’Atlantico.

In realtà, in corrispondenza dello stretto, l’acqua superficiale non sempre è entrante nel Mediterraneo; ciò perché la corrente di marea, che in quell’area ha valori sensibili, si sovrappone alla corrente entrante nel Mediterraneo.

La corrente entrante nel Mediterraneo si spinge verso est formando un “ramo” principale ed altri secondari.
Il ramo principale, sotto l’effetto della forza di Coriolis, dirige verso destra e si addossa alla costa africana perdendo via via intensità fino ad estinguersi.
L’intensità della corrente si mantiene fra 0,8 ed 1 nodo lungo le coste dell’Algeria, quindi diminuisce procedendo verso oriente.
Nello Stretto di Sicilia, l’intensità varia da 0,4 ad 1 nodo.

Numerose e particolari situazioni, diverse fra loro, coinvolgono gli altri rami e si sovrappongono all’andamento generale. Ogni situazione andrebbe esaminata a sé considerando le variabili della zona specifica in cui si manifesta.

Ad esempio nel Golfo del Leone: quando le masse d’acqua più dense si formano e sprofondano, privano la superficie di grandi volumi d’acqua; di conseguenza le acque superficiali adiacenti a quelle sprofondate devono spostarsi per sostituire quelle più dense di recente formazione che sprofondano. Inoltre, queste scendono fino al loro livello di densità e, dopo averlo raggiunto, si espandono spostando in tal modo altra acqua. Questo spostamento causa un altro movimento. La circolazione del mare, di conseguenza, si adegua a queste condizioni in costante cambiamento e indotte dalle stagioni.


Cartina delle correnti mediterranee nel mese di giugno (non sono incluse le correnti provocate dalle maree come ad es. le turbolente correnti dello Stretto di Messina). I numeri nei cerchietti indicano le velocità delle correnti espresse in nodi.


Cartina delle correnti mediterranee nel mese di luglio (non sono incluse le correnti provocate dalle maree come ad es. le turbolente correnti dello Stretto di Messina). I numeri nei cerchietti indicano le velocità delle correnti espresse in nodi.


Cartina delle correnti mediterranee nel mese di agosto (non sono incluse le correnti provocate dalle maree come ad es. le turbolente correnti dello Stretto di Messina). I numeri nei cerchietti indicano le velocità delle correnti espresse in nodi.


Cartina delle correnti mediterranee nel mese di settembre (non sono incluse le correnti provocate dalle maree come ad es. le turbolente correnti dello Stretto di Messina). I numeri nei cerchietti indicano le velocità delle correnti espresse in nodi.


Bella immagine in 3 dimensioni che mostra i fondali del Mediterraneo.




La stratificazione delle acque Mediterranee.

Dalla domanda non si comprende la ragione per la quale il lettore desidera conoscere la stratificazione delle acque del Mediterraneo.
Uno studio stratigrafico, infatti, è sempre riferito a conoscenze o ricerche specifiche e relative a qualche aspetto.

– Si può voler conoscere gli strati delle acque marine in funzione della pesca.

– Si può voler conoscere gli strati in funzione delle immersioni subacquee.

– Si può desiderare tale conoscenza in funzione della fauna marina presente in ciascun strato specifico.

Riguardo ai “tipi” di classificazione stratigrafica:
– Si può voler conoscere solo la stratificazione generica delle acque marine:

strato superficiale (da 0 a -200 m di profondità);

strato intermedio (oltre i -200 metri di profondità);

strato profondo (in vicinanza del fondo).

Esistono, però, classificazioni più dettagliate e ciscuna con riferimento a parametri diversi:
– stratificazioni classificate in base ai termoclini.
– Un’altra suddivisione in strati può essere fatta in funzione degli aloclini.
– Gli strati d’acqua marina sono classificabili anche secondo i picnoclini.

In assenza di uno specifico riferimento al genere di stratificazione che si vuol considerare e allo scopo per il quale serve tale conoscenza, non è possibile approfondire e analizzare l’argomento anche perché, come per le correnti, gli strati delle acque variano da “luogo” a “luogo” (ad es.: Golfo del Leone, Mar Ligure, alto o medio o basso Adriatico, Ionio, Mare di Sardegna, ecc., ecc.), ed hanno andamento stagionale con variazioni significative da stagione a stagione.
Ad esempio, in inverno, nel Mediterraneo non si verifica il termoclino.


Animazione delle reali correnti mediterranee superficiali (da -10 a -70 cm) verificatesi nei 30 giorni dal 07 marzo al 06 aprile 2005.


Animazione che evidenzia le reali temperature mediterranee verificatesi nei 30 giorni dal 07 marzo al 06 aprile 2005.


Variazioni della salinità verificatesi nelle acque mediterranee nei 30 giorni dal 07 marzo al 06 aprile 2005.


Immagine statica delle correnti mediterranee nel giorno 07 aprile 2005.