Potrei avere cortesemente qualche delucidazione sul filosofo della scienza L. Althusser e sulla visione materialistica della scienza? Grazie anticipatamente

Louis Althusser [1918-1990] non può essere definito a tutti gli effetti “filosofo della scienza”, poiché il suo impegno, lungo tutta la sua vita teoretica, fu quello di mostrare la possibilità di un «marxismo scientifico» piuttosto che rilevare le strutture intrinseche al processo scientifico (Bachelard, Kuhn, Lakatos, Popper). Vale la pena soffermarsi però proprio su tale concezione di marxismo.
La filosofia di Althusser viene solitamente definita antiumanistica e strutturalistica ed è inevitabile riscontrare in essa influenze della psicanalisi di Lacan, dell’epistemologia di Bachelard e dello strutturalismo di Lévi-Strauss.

a) Il rapporto tra psicanalisi e marxismo. Althusser si inserisce a pieni titoli in quella scia di filosofi (si pensi a Marcuse e in genere alla «Scuola di Francoforte») e psicologi marxisti (si pensi agli psicologi sovietici come Vygotsky) che cercarono di trovare una compatibilità tra il pensiero marxista e quello freudiano. La linea di pensiero di questi pensatori è pressoché la stessa: il soggetto, durante la propria evoluzione psichica, rinuncia alla propria sfera soggettiva-immaginaria per conformarsi (mediante il linguaggio secondo Lacan, mediante l’istanza psichica del Super-ego per Freud) alle strutture socio-culturali. Il soggetto pertanto «disconosce» se stesso – e si tratta di un «disconoscimento forzato» – per potersi adeguare all’ambiente sociale e culturale in cui vive. Il marxismo psicanalitico ha il ruolo importante di smascherare questo processo di conformazione del soggetto alle strutture socio-culturali imperanti che sempre rispecchiano l’ideologia della classe sociale dominante: assume cioè il ruolo di demistificatore delle ideologie, mostrando il loro costituirsi nella formazione psichica soggettiva [cfr. L. Althusser, Freud e Lacan, trad. it., 1977].

b) Il marxismo scientifico. Per comprendere il marxismo scientifico di Althusser è fondamentale introdurre la polemica che intrattenne con i cosiddetti «marxisti umanistici» [cfr. J.-P. Sartre, Critica della ragione dialettica, 1960]. Quest’ultimi sostenevano che il vero soggetto della storia è il «soggetto» cartesiano (la «coscienza trascendentale») o husserliano («ego trascendentale»), il quale, mediante i propri atti e proggetti, partecipa attivamente e coscientemente allo sviluppo storico. Per Althusser, al contrario, il «soggetto della storia» è solo una «forma storica» prodotta dall’ideologia capistalistico-borghese (o, per meglio dire, dalla «riproduzione sociale dei rapporti di produzione capitalistici»), adottato per occultare ciò che sono davvero le forme che determinano la storia, vale a dire i rapporti di lavoro e la lotta di classe. L’umanismo assume pertanto, agli occhi di Althusser, la forma dell’ennesimo prodotto sociale nato dalla lotta di classe [cfr. L. Althusser, Umanesimo e stalinismo, trad. it., 1973]. A questa forma di marxismo Althusser contrappone il marxismo scientifico di tipo strutturalista.

Il merito di Marx sta, sempre secondo il nostro autore, nell’aver attuato nei confronti di Hegel una «rottura epistemologica» – Althusser riprende questo termine dall’empistemologia di Bachelard, il quale indicava con quel termine il salto radicale da una prospettiva ad un’altra – riguardo ai concetti di «totalità» e «contraddizione». Se, per Hegel, la «totalità» è «lo sviluppo alienante di un’entità semplice» (che è l’Idea o Spirito) per la quale tutte «le differenze» sono in realtà «ridotte» a questa «unità semplice», per Marx, invece, la «totalità» è costituita da differenze concrete ed irriducibili. Inoltre, se per Hegel la «contraddizione» è solo un momento necessario per la manifestazione dell’Idea-unità, per Marx è invece il momento costitutivo e definitivo della realtà sociale: la realtà è costituita da differenze irriducibili e pertanto in continua contraddizione (lotta di classe). La contraddizione «principale» è, per Althusser, quella tra «forze produttive e rapporti sociali di produzione» da cui poi nascono quelle «secondarie». Compito del marxismo scientifico è quindi individuare la contraddizione in atto alla società data da «forme oggettive» e non soggettive [cfr. L. Althusser, Per Marx, 1965].