Ultimamente, ho trovato molti siti riguardanti l’energia eterica, il piano astrale e fenomeni OBE (l’anima che esce dal corpo). Cosa ne pensa?

Le OBE di cui parla il lettore sono le “Out of Body Experiences”, ovvero le esperienze fuori dal corpo. Si tratta in pratica della sensazione di allontanamento dal proprio corpo che taluni possono provare in determinate situazioni. Il fenomeno è stato ampiamente studiato. Uno dei primi ad occuparsene è stato il parapsicologo americano Charles Tart. Chi ha dato notevoli contributi alla sua interpretazione è stata la psicologa inglese Susan Blackmore. Secondo la Blackmore il fenomeno può essere spiegato senza tirare in ballo alcunché di paranormale, rifacendosi alla complessità dei meccanismi cognitivi del cervello umano. Le OBE sarebbero semplicemente originate da errori e disturbi percettivi o sensoriali che farebbero apparire reali situazioni che non hanno alcuna corrispondenza con la realtà.
Gli studi effettuati evidenziano che tali disturbi sono più frequenti in particolari stati di affaticamento emotivo, oppure in presenza di alterazioni organiche conseguenti a lesioni del lobo temporale, negli stadi precedenti una crisi epilettica, nelle intossicazioni da sostanze stupefacenti e in una serie di disturbi psichici.
Tuttavia va osservato che non necessariamente questi disturbi sono il segnale di processi patologici: anche soggetti perfettamente sani e normali possono sperimentare questo tipo di esperienze.

In particolare le esperienze fuori dal corpo si verificherebbero con maggiore frequenza negli istanti iniziali del sonno. La fase di passaggio tra la veglia e il sonno (stato ipnagogico) e viceversa (stato ipnopompico) possono essere teatro di singolari esperienze percettive. In questi stati il cervello può elaborare moltissime immagini che appaiono assolutamente reali al soggetto che le percepisce. In certi casi possono apparire non solo immagini visive, ma anche sensazioni uditive e talvolta olfattive. Un’altra sensazione che può essere sperimentata è di tipo cinetico. In pratica tutto il corpo ha l’impressione di muoversi (camminando, guidando, volando, ecc.). In taluni casi si può provare la sensazione opposta, ovvero sentire il proprio corpo paralizzato non riuscendo assolutamente a muoversi. La paralisi notturna si verifica solitamente durante la fase del sonno chiamata REM (Rapid Eye Movements). Durante questa momentanea paralisi, il cervello può dare libero sfogo alla creazione di immagini ipnopompiche. La sensazione di panico che accompagna inevitabilmente questa impressionante esperienza contribuisce a far sì che molte persone la scambino per un’esperienza autenticamente paranormale. Il realtà si tratta soltanto di un brutto scherzo architettato dal nostro stesso cervello.

Chi crede invece che le OBE siano un’esperienza paranormale ha cercato di fornire fantasiose spiegazioni. Concetti come “energia eterica” e “piano astrale” non hanno alcun significato scientifico. Sono solo vuote parole che cercano di far apparire credibili interpretazioni assolutamente prive di ogni fondamento. Per rendersi conto della totale infondatezza di questo tipo di spiegazioni è sufficiente analizzare con un po’ di spirito critico alcuni dei numerosi siti Internet cui fa riferimento il lettore. Da quanto si capisce il “corpo astrale”, ad esempio, sarebbe un’entità metafisica molto simile al vecchio concetto di anima. In uno di questi siti però si legge: “L’astrale quasi sempre si separa dal corpo fisico di poco o pochissimo, da pochi micron (millesimi di millimetro) a pochi millimetri. Però, per l’influenza di un sogno -o volontariamente nel caso di OBE- si può allontanare indefinitamente, anche per grandi distanze; non c’è un vero limite”. Sarebbe interessante sapere come è stato possibile misurare con così elevata precisione la distanza di un ente metafisico. Questa confusione tra mondo empirico e concetti metafisici è tipica delle pseudoscienze.

Riguardo poi all’“energia eterica”, nello stesso sito si legge: “Quando l’attività diurna ha consumato l’energia eterica del corpo oltre un certo limite, essa deve essere recuperata attraverso l’esposizione dell’astrale alla naturale corrente di energia eterica («prana») che normalmente fluisce tutt’attorno a noi nell’ambiente, un po’ come una vela cattura il vento. Perciò, possiamo definire la separazione notturna del corpo astrale dal corpo fisico come un meccanismo naturale di ricarica energetica”. Anche in questo caso sarebbe interessante sapere su quali basi si fanno simili affermazioni.

Se il lettore desiderasse approfondire l’argomento, consiglio la lettura del libro di M. Polidoro, Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Piemme, 2000, e in particolare il capitolo 5 intitolato “Ai confini del sonno”.