Che cosa è il limite di Chandrasekhar?

Il limite
di Chandrasekhar, dal nome dello scienziato indiano Subramanyan
Chandrasekhar
che lo calcolò negli anni trenta, è il massimo valore
della massa che può avere una stella nana bianca in condizioni di stabilità.
Questo valore è di 1,44 masse solari. La vita di una stella è una incessante
lotta tra la il peso della stella stessa, che tende a schiacciarla, e
qualcos’altro che vi si oppone. In base alla densità della stella, la
pressione che si oppone alla gravità è fornita da:

Plasma
stellare
(stelle normali)
Gas
che, a causa della elevata temperatura, è formato da atomi “spezzati”
in elettroni e ioni positivi. Come tutti i gas, si comporta seguendo
la legge fondamentale dei gas PV=nRT. La pressione che bilancia la
gravità delle stelle è dunque l’agitazione termica del plasma che
è proporzionale alla sua temperatura.
Plasma
“degenerato” (stelle nane bianche)
Quando
però la gravità raggiunge valori troppo elevati, subentra fra gli
elettroni un effetto quantistico che rinforza la ordinaria
repulsione fra le particelle e che permette a questa materia degenerata
di sostenere una pressione molto più grande, fino al limite massimo
che è appunto il limite di Chandrasekhar.
Fluido
di Neutroni (stelle di neutroni)
Se
la massa della stella supera il limite di Chandrasekhar di 1,44 masse
solari, l’effetto quantistico che interessa gli elettroni non riesce
più a bilanciare la pressione: i protoni si combinano con gli elettroni
trasformandosi in neutroni. Questo gas degenere di neutroni può resistere
a pressioni molto più elevate.
(Buchi
neri)
Se
però la densità di una stella supera il fantastico valore di 100 milioni
di tonnellate per centimetro cubo, niente può resistere alla gravità:
la stella collassa fino a “scomparire” dal nostro Universo.
E’ diventata un buco nero.