Potreste spiegarmi cosa significa fisicamente “sintonizzarsi” su una stazione (radio o televisiva che sia)? Qual’è il processo che si mette in atto nell’antenna ricevente quando si compie tale operazione?

Le trasmissioni radio (e anche televisive, telefoniche, ecc.) vengono irradiate usando
“portanti modulate”. Una portante modulata è costituita da un’onda
elettromagnetica a frequenza costante
(le frequenze possono andare dalle centinaia di KHz fino alle decine di GHz)
che “varia” leggermente
in frequenza, fase, o ampiezza, a seconda delle tecniche di modulazione
in modo da rappresentare l’informazione trasportata (segnale vocale, immagini,
dati).

L’antenna del ricevitore è in grado di ricevere un’ampia gamma di
diverse portanti modulate ed il suo compito
è essenzialmente quello di
raccogliere efficientemente il segnale radio. La funzione di “sintonizzazione”
serve a selezionare fra tutte le portanti ricevute dall’antenna solo quella
che interessa ed avviene nella parte a radiofrequenza del circuito ricevitore.

Nei casi più semplici il sintonizzatore è
costituito da un circuito che ha la caratteristica di
entrare in oscillazione solo in presenza di un’onda elettromagnetica di una
particolare frequenza. Questi circuiti si comportano cioè come una corda di chitarra o
di pianoforte che comunque venga eccitata (percossa, strofinata, pizzicata)
genera sempre una nota ben precisa.

In sostanza il circuito oscillante riceve tutti i segnali provenienti
dall’antenna, ma solo quello corrispondente alla propria frequenza di
oscillazione è in grado di eccitarlo; di conseguenza solo la portante
di questa
particolare frequenza produrrà nel circuito un segnale utile,
mentre tutte le altre risulteranno fortemente attenuate.

Il segnale corrispondente alla portante selezionata viene quindi
inviato al circuito di rivelazione che ha lo scopo di
eliminare la portante ed estrarre il contenuto informativo della
trasmissione originale.

La “sintonizzazione” consiste quindi nel variare la frequenza di
oscillazione propria del circuito in modo da scegliere la portante voluta.
Questo avviene solitamente modificando il valore di un elemento del circuito
(capacità, induttanza) dal quale dipende la frequenza di oscillazione.

Il metodo descritto rappresenta solo un esempio dei più semplici,
nella pratica
la maggior parte dei radioricevitori odierni utilizza tecniche più
complesse sia per quanto riguarda il trattamento
del segnale a radiofrequenza
(ad es. sistemi eterodina) che per la variazione
della frequenza selezionata (sistemi a sintesi digitale di frequenza),
ma la loro trattazione richiederebbe uno spazio ben più ampio
di una breve risposta.