Sono un appassionato di vulcani e leggo volentieri libri sul vulcanesimo. Mi è capitato diverse volte di leggere, per quanto riguarda la classificazione delle eruzioni vulcaniche, “eruzioni vulcaniane”. L’unica cosa che mi è ben chiara è che prendono il nome dall’attività dell’isola di Vulcano (in particolare 1888-90), ma non ho ben capito in cosa si caratterizzano e si differenziano dagli altri tipi di eruzioni esplosive. Vorrei maggiori delucidazioni. Grazie.

Vulcani ed eruzioni

Le eruzioni dei vulcani sono chiamate eruzioni vulcaniche. Questo quando si parla in modo generico di eruzioni di un vulcano.
Nello specifico, come vedremo più avanti, nella descrizione delle eruzioni si fanno precise distinzioni tra vari tipi di eruzione.

Chiarito questo punto, occorre dire che le eruzioni si classificano in base al “modo” in cui il magma viene espulso dal vulcano.

Alcuni tipi di cono di un vulcano

Il Magma
Il modo in cui il magma fuoriesce (prendendo il nome di lava) dipende molto da alcuni fattori tra i quali, non ultimi, la sua temperatura e la sua composizione chimica.
Sostanzialmente s’individuano due tipi di magma:
a) i magmi acidi o granitici (SiO2 – Al2O3) sono più pastosi, meno fluidi e la loro temperatura varia da 550 a 800 °C ; per questo quasi mai raggiungono la superficie e solidificano prima.

b) I magmi basici o basaltici (CaO – MgO – FeO – K2O et Na2O) sono più fluidi, più caldi con temperatura variabile da 1200 a 1500 °C e provengono da regioni più profonde spinti verso la superficie dai movimenti convettivi del mantello di cui fanno parte. La maggiore o minore fluidità di questi magmi basici dipende dalla presenza in essi di maggiore o minore quantità di fluoro, cloro, zolfo, acqua e anidride carbonica: tutti elementi che rendono più fluida la massa favorendone la cristallizzazione.
In ogni caso la lava basaltica che esce dal vulcano ha una temperatura che non supera i 1000 – 1100 °C ; le lave acide raramente escono in superficie ed hanno temperature più basse.

Eruzione vulcanica.
Costituisce la fase principale dell’attività vulcanica. Nell’eruzione vengono riversate lave, prodotti piroclastici, gas e vapori.
Le modalità delle eruzioni si presentano molto varie: dipendono sia dal fatto che si manifestino attraverso un solo camino o che si ripartiscano tra diversi punti di una frattura o di un reticolo di fratture; tali modalità dipendono anche sia dall’essere l’eruzione subaerea o subacquea, sia dalla natura acida o basica delle lave e, soprattutto, dalla percentuale di gas presente all’interno della lava.

Nella descrizione di eruzioni ci si riferisce spesso a tipi caratteristici di attività del vulcano in esame. Vediamo i principali tipi di eruzione.

A sinistra: i tipi di eruzione: havaiano – stromboliano.

A destra: tipo vulcaniano e due sottotipi di vulcaniano (peleano – vesuviano o ultravulcaniano).

Tipo havaiano. Questo tipo di
eruzione è caratterizzato da lava molto fluida e da assenza di gas a
forti pressioni. L’eruzione havaiana implica un grande cratere con lago
di lava e fontane di lava zampillanti, alte pochi metri.

Tipo stromboliano (o stratovulcano).
Con lava molto fluida e gas a media pressione che fanno continuamente
ribollire la lava entro il cratere. Spesso avvengono getti di vapore
biancastro con proiezione di materiali incandescenti che ricadono
intorno al cono senza fenomeni catastrofici. Spesso la lava esce anche
da crateri laterali.

Tipo vulcaniano (da Vulcano, isola del Tirreno in cui sorge l’omonimo vulcano caratterizzato da questo tipo d’attività).

Vedi anche: http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7055

In
questo tipo la lava è viscosa e la pressione dei gas è elevata. Tra un
parossismo e l’altro la lava, naturalmente viscosa, tappa il camino
impedendo ai gas di fuoriuscire fintanto che la loro pressione fa
saltare il tappo. Pertanto le eruzioni di tipo vulcaniano sono
generalmente catastrofiche e ogni fase eruttiva è preceduta da
un’esplosione che disostruisce il camino.


Si hanno poi sottotipi di eruzioni vulcaniane:

Sottotipo peleano. La lava,
ancor più viscosa, viene lentamente innalzata in forma di colonna.
Durante il parossismo, i gas si aprono un passaggio in fessure laterali
dalle quali esce una nube ardente che procede lambendo il suolo.
Queste eruzioni sono caratterizzate da nubi ardenti, composte da gas incandescenti con un incredibile potere distruttivo…
Sottotipo vesuviano (o ultravulcanico). Il
magma è viscosissimo e non fuoriesce: l’eruzione violentissima squarcia
la montagna sotto la pressione dei gas che convogliano grandi quantità
di polveri che formano imponenti nubi vulcaniche alte da 10 a 30 Km. A
questo sottotipo appartengono le grandi eruzioni del Vesuvio e quelle
che hanno costituito i crateri senza cono e le caldere in molti vulcani
sparsi nel mondo.



Necessita precisare che, nel corso della sua attività, ogni vulcano inizia con una fase di tipo vulcaniano (esplosiva). Poi, se le lave sono basaltiche, i gas fuggono facilmente e si ha attività di tipo avaiano o stromboliano; se, invece, le lave sono piuttosto acide, la loro viscosità ostacola la liberazione del gas il quale si accumula fino a raggiungere pressioni più o meno intensamente esplosive.

L’Etna, ad esempio, è un vulcano complesso: in certe occasioni, mentre un camino riversa lava incandescente con attività di tipo stromboliano, altri camini lanciano solo proietti solidi di tipo vulcaniano. Inoltre, in altre occasioni (maggio 1971) si riscontrano, a carico dell’Etna, anche laghi di tipo avaiano.

Per concludere: l’attività teorica di un vulcano può venir modificata dalla temperatura e dalla quantità di lava e di gas emessi.