Che cosa c’è di scientificamente attendibile sulla questione dei presunti 21 grammi persi quando si muore?

Articolo pubblicato dal New York Times l’11 marzo 1907

La domanda si riferisce agli studi effettuati nel 1907 a Haverhill (Massachusetts) dal medico statunitense Duncan MacDougall (1866-1920), i cui risultati vennero pubblicati sulle riviste American Medicine e Journal of the American Society for Psychical Research1 e resi popolari dal New York Times.

MacDougall costruì uno speciale letto, collegato a una bilancia, sul quale venivano posti i moribondi. Attraverso le misure effettuate su soli 6 soggetti, il medico arrivò alla conclusione che durante il trapasso il corpo umano perdeva esattamente 21 grammi di massa. Da convinto cristiano, MacDougall attribuì questo valore alla massa dell’anima che, al sopraggiungere della morte, abbandonava il corpo.

MacDougall ripeté poi l’esperimento utilizzando 15 cani che vennero, presumibilmente, avvelenati appositamente. In quest’ultimo caso il bizzarro medico non registrò alcuna variazione di massa durante il trapasso. Ciò non lo meravigliò affatto perché, secondo le sue concezioni religiose, i cani non possedevano anima, che era invece una prerogativa umana.
 
La pubblicazione dei lavori di MacDougall suscitò inevitabilmente molte perplessità e critiche.
Innanzi tutto va osservato che le misure intraprese da MacDougall sono oggettivamente difficili da eseguire. Apprezzare una variazione di massa di 21 grammi sul corpo di un individuo, supponiamo di 70 kg, richiede una sensibilità strumentale dello 0.03 %, davvero difficilmente raggiungibile. Inoltre le misure effettuate da MacDougall si prestavano a serie obiezioni. Solamente 6 soggetti sono davvero troppo pochi per essere significativi. Inoltre i risultati ottenuti nelle 6 misure furono tutt’altro che omogenei. In due casi le misure non diedero risultati accettabili. In un caso la diminuzione di massa fu seguita da un improvviso aumento. In due casi il valore rivelato era abbastanza diverso da 21 grammi e solamente in una misura fu possibile rilevare con chiarezza la diminuzione di massa corrispondente a tale valore. Le conclusioni tratte da MacDougall sembrano quindi perlomeno molto azzardate. A parte le difficoltà sperimentali, l’eventuale diminuzione di massa corporea può infatti derivare da moltissimi altri fattori: perdita di umidità col respiro, sudorazione, ecc.
 
Oggi nessun ricercatore serio ritiene degne di attenzione le misure di MacDougall che hanno tutt’al più il valore di curiosità storica. Esse rappresentano inoltre un esempio piuttosto significativo di come le convinzioni ideologiche (in questo caso religiose) di un ricercatore possano pesantemente influire sulla sua attività. La storia della scienza offre numerosi altri esempi in tal senso.
 
Nonostante la sua totale infondatezza, tuttavia, la pseudoteoria di MacDougall ha avuto nel corso degli anni una straordinaria popolarità. Essa è infatti divenuta una vera e propria leggenda metropolitana2, caratterizzata da una enorme diffusione. È stato persino realizzato un film dal titolo 21 grammi, uscito nel 2003, e diretto dal regista messicano Alejandro González Iñárritu. 

Per concludere, osserviamo che è piuttosto curioso pensare di attribuire una massa a un ente tipicamente metafisico come l’anima. Come abbiamo altrove osservato, le idee metafisiche non devono essere mischiate con quelle scientifiche. Esse possono essere legittime a livello di credenze individuali e quindi inevitabilmente soggettive, ma cercare di fornire una base scientifica alle proprie convinzioni metafisiche è un grave errore in cui uno scienziato non dovrebbe mai cadere.

Note:

1)         D. MacDougall, “Hypothesis Concerning Soul Substance, Together with Experimental Evidence of the Existence of Such Substance” , Journal of the American Society for Psychical Research, 1(5),237-244,1907. L’articolo può essere letto qui.