Quanto ossigeno emette, in percentuale, un fiore?

Il fiore è l’ organo deputato alla riproduzione nelle piante superiori (angiosperme).
 
Non è presente nei gruppi più primitivi quali: gimnosperme, felci, licopodi, equiseti e muschi che sono meno specializzati nel modo di riprodursi.
 
Nelle dicotiledoni (piante nel cui seme è presente un embrione composto da due cotiledoni o abbozzi fogliari) il fiore assume varie forme e dimensioni a seconda della famiglia e del genere.
 
Nelle famiglie più primitive delle dicotiledoni, quali ad esempio le Peoniaceae, Magnoliaceae, Papaveracea, Ranuncolacea, il fiore solitamente è molto grande e la parte femminile assomiglia molto ai coni (pigna) di alcuni generi di piante appartenenti al gruppo delle gimnosperme. In effetti, lo studio dell’evoluzione dei reperti fossili ha evidenziato che le Angiosperme derivano dalle Gimnosperme.
 
I primi fiori arcaici si sono evoluti a partire da gemme entro le cui foglie trasudava della linfa zuccherina molto appetibile ai primi insetti volatori, la pianta ha poi approfittato di queste visite periodiche per trasferire il proprio materiale genetico da un individuo all’altro, aumentando così la variabilità della specie e la sua resistenza. Per piccole modificazioni successive, generazione dopo generazione, si sono perfezionati tutti quegli organi del fiore che aumentavano la fitness della pianta, sfruttando il corpo degli insetti come un veicolo per trasportare, depositare e accogliere il polline. É probabile che i primi fiori non possedessero colorazione, poiché l’insetto visitava in modo sistematico tutti gli abbozzi floreali in cerca di cibo; il petalo colorato come un cartellone pubblicitario per attirare l’attenzione degli insetti si è formato successivamente. Quindi, i fiori dovevano possedere dei petali verdi, che in realtà erano delle foglie modificate per contenere e proteggere gli organi di riproduzione. In effetti, proprio in una famiglia di dicotiledoni che i sistematici considerano “primitiva”, Ranuncolacea, è ancora oggi presente una specie con petali verdi che sembrano delle foglie. La specie in questione è l’Hellebourus viridis L. dove la seconda parola del binomio linneano “viridis” si traduce dal latino proprio con “verde” (vedi figura). Ma si possono citare casi, anche in famiglie di dicotiledoni più evolute, oppure nelle monocotiledoni (piante nel cui seme è presente un embrione composto da un cotiledone o abbozzo fogliare) dove esiste una specie di pianta rampicante del Sud Africa, appartenente alla famiglia delle Lilliaceae, i cui petali (i sepali sono assenti) sono identici alle foglie.
 

Quindi in queste piante con corolla verde è presumibile che il petalo svolga ancora la funzione della foglia primordiale seppur in modo marginale, e che quindi siano ancora presenti su di essa gli stomi (aperture microscopiche somiglianti a bocche che in genere si aprono di giorno e si chiudono di notte). La pianta può disporre anche di questa superficie addizionale per svolgere la traspirazione e scambiare CO2 e O2 con l’atmosfera.
 
Tralasciando la struttura basale e portante del fiore (calice), che in genere è costituito da foglie modificate chiamate “sepali” e che sono sempre verdi, è facile dire che la percentuale di O2 emesso dal fiore è proporzionale alla superficie totale  dei petali di cui è composto.
 
In fisiologia vegetale è noto che la foglia emette O2 in quantità proporzionali alla sua superficie e al numero di stomi presenti sulla pagina superiore e/o su quella inferiore. Il quantitativo emesso dipende anche dal tempo che gli stomi rimangono aperti, ma per tale argomento si riveda una delle mie risposte: http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=13293. Lo stesso discorso vale per i fiori verdi. Nella pianta della foto, per esempio, la superficie di corolla di Elleboro potrebbe aggirarsi attorno al 15 – 30%.
 
In tutte le altre piante – non con fiori verdi – è presumibile che i petali non emettano O2 in quanto la selezione naturale ha confinato la fotosintesi in modo esclusivo alle foglie e/o i fusti; la corolla, vivacemente colorata, si è invece specializzata per dirigere l’insetto volante verso di lei, come una nave senza bussola che avvista una faro in lontananza.