matematica
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Salve sono un giovane studente di Fisica è vorrei sapere perché alcuni matematici hanno problemi ad in inserire lo zero nell'insieme dei numeri naturali.
(risponde Carlo Consoli)
 
 
Nota

[M] Il giocattolo

L'appartenenza dello zero ai numeri naturali è un tema decisamente controverso. Il problema non è solamente di "alcuni" ma, purtroppo, di "tutti" i matematici.
Tanto il decidere per l'inclusione, quanto per l'esclusione porta a problemi concettuali non banali. Questa,  la situazione attuale:
  1. Non esiste un accordo generalizzato per l'esclusione o l'inclusione dello zero nei naturali
  2. Ciascuna scelta porta a problemi di incoerenza (nel caso dell'inclusione) o di incompletezza (nel caso dell'esclusione) praticamente irrisolvibili.
Con buona pace del luogo comune "la matematica non è un opinione", per renderci conto quanto sia assente  uno standard definito, osserviamo le due modalità di  classificazione dei tipi di numeri.
In alcuni istituti scolastici ed universitari americani e greci i numeri popolarmente indicati come "senza virgola" sono classificati come segue:
 
  • numeri naturali: 1,2,3,4,5...
  • numeri "whole" (integri - da non confondere con gli interi -): 0,1,2,3,4,5 ...
  • numeri interi :  ...-3,-2,-1,0,1,2,3 ...
Inoltre, sebbene sia una usanza deprecata dai più, i numeri positivi 1,2,3,4,5 vengono detti da alcuni "assoluti", mentre vi è accordo assoluto sui numeri negativi -3, -2, -1. La distinzione tra numeri naturali e "whole", termine intraducibile (senza ambiguità) per indicare i naturali con lo zero incluso è sfruttata per costruire più agevolmente i razionali (popolarmente, i "numeri fratti" o "frazioni") dicendo che un numero razionale è costruito dividendo un numero "whole" per un naturale.
Nel testo "Algebra" di riferimento del corso di Matematica all'Università di Roma "La Sapienza" (cap. 2), l'insieme dei numeri naturali viene definito con lo zero incluso.
Bertrand Russel, in "Introduzione alla filosofia matematica"(pag.20) asserisce, nel celebre brano: 

"Per una persona di cultura media, oggi, il punto ovvio di partenza della matematica sarà la successione dei numeri interi ("whole"),
1,2,3,4 ...
E' probabile che solo ad una persona che conosca un po' di matematica verrebbe in mente di cominciare con lo 0 anziché da 1; presupponiamo comunque questo grado di cultura e prendiamo come nostro punto di partenza la serie
0,1,2,3,...,n,n+1,...
questa sarà la serie che chiameremo 'la serie dei numeri naturali' "

Purtroppo, nella edizione italiana "whole numbers" è stato tradotto come "interi", generando confusione con i veri e propri interi, ovvero la serie dei relativi popolarmente nota come dei "numeri col segno".
Si osservi come Russel impieghi i termini "naturali" e "whole" in modo opposto a quanto esposto prima.
L'origine dei numeri naturali sembra essere dovuta alla necessità di assegnare ad un insieme di oggetti un simbolo che ne definisca la quantità. Questa operazione di astrazione è stata una operazione sicuramente non banale che testimonia il nostro alto grado di civiltà. Lo stesso Russel dice: 

"Devono infatti essere stati necessari molti secoli per scoprire che una coppia di fagiani ed un paio di giorni sono entrambi espressioni del numero 2; il grado di astrazione che questo comporta non è certo lieve. (...) Quanto allo 0, è una scoperta recentissima; i Greci ed i Romani non avevano questa cifra".

In questo passo Russell usa un efficace gioco di parole sul termine inglese "digit" che in italiano  significa sia "cifra" che "dito". Quindi lo zero è sicuramente un numero particolare, poiché non è corrispondente ad alcun "dito" e rappresenta la "quantità di cose in un insieme di oggetti che non esiste".
Supponiamo di essere un gestore di una taverna nell'antica Roma che abbia la necessità di tenere il conto del numero di bottiglie Falerno in cantina. Il sistema dei numeri naturali può essere un ottimo strumento per supportare il nostro lavoro.
La definizione originale dei numeri naturali, con lo zero escluso, è incompleta senza un simbolo che indichi l'assenza di oggetti in un insieme. Non saremmo infatti in grado di scrivere su un foglio l'evento "non ci sono più bottiglie in cantina". Viceversa, l'inclusione dello zero nei numeri naturali rompe la coerenza dell'insieme basata sull'assunto che ogni numero è corrispondente alla presenza di una quantità di bottiglie. Lo zero sarebbe l'unico numero legato alla assenza di bottiglie.
Quindi, mentre i numeri 1,2,3... sono legati ad una presenza concreta di oggetti, lo zero è sicuramente speciale perché corrisponde all'idea astratta dell'assenza di bottiglie.
La difficoltà di adottare il modello inclusivo o esclusivo è quindi evidente: se i numeri naturali sono l'astrazione della misura di una quantità di oggetti, come si colloca lo zero, in quanto "misura del vuoto" ?
I matematici hanno, quindi, tanta  difficoltà ad inserire quanta ad escludere lo zero nei numeri naturali  (nei libri di matematica lo zero è apparso nella serie dei numeri naturali solo dagli anni '60 in poi) perché adottando il modello inclusivo si ottiene un sistema di numerazione completo, in grado di rappresentare anche il fenomeno dell'assenza. Ma includendo lo zero siamo costretti ripetutamente ad escluderlo e a trattarlo come una eccezione quando si tentano di compiere ulteriori operazioni sui naturali (ad esempio, nella costruzione dei numeri razionali siamo obbligati ad escludere lo zero dal denominatore). Viceversa, adottando il modello esclusivo le incoerenze scompaiono ma non siamo più in grado di rappresentare alcuni fenomeni, come la misura dell'insieme vuoto.
 

[S/U] Quando il giocattolo si rompe.

Diamo uno sguardo più da vicino alla definizione dei numeri naturali ed alle proprietà che ne derivano.
L'insieme N è definito dai postulati di Peano
[U]
"Il sistema N dei numeri naturali è un insieme N con una funzione succ:N->N (la funzione "successore") ed un elemento privilegiato 0 in N tale che:
1) succ è iniettiva
2) 0 non appartiene all'immagine di succ
3) qualsiasi sottoinsieme di U di N che abbia lo 0 e che contenga il successore di ogni elemento di N e di U è uguale a tutto N "

In soldoni, il sistema dei numeri naturali N è costruito nel modo seguente:
[S]
N ha un elemento iniziale, detto 0, ed una funzione di successore tale che
1) non esistono due numeri naturali con lo stesso successore
2) lo 0 non è successore di alcun numero naturale
3) N è l'unico insieme che contiene lo zero e tutti i suoi successori (ovvero, ogni insieme che goda di questa proprietà è uguale ad N) 

Il terzo postulato di Peano è importante perché definisce il "principio di induzione matematica", formulato nel modo seguente:
[U]
"Sia M un insieme ordinato, P una proposizione (o proprietà) definita sugli
elementi m di M e 0 il primo elemento di M:
Se
        P(0) è vera     (passo base dell'induzione)
e
        P(m) è vera    (ipotesi induttiva) => P(m+1) è vera
allora
        P(m) è vera per ogni m in M "

In soldoni:
[S]
Se M è un insieme ordinato (ovvero è definito un elemento iniziale 0 ed è possibile stabilire in modo univoco il successore di ogni elemento in M). Sia inoltre P una proprietà qualsiasi che sia vera per lo 0.
Se, supponendo che P sia vera per un elemento qualsiasi di M, riusciamo a dimostrare che P è vera anche per il suo successore, allora P è vera per tutto M. 

I postulati di Peano consentono, quindi, di costruire l'insieme dei numeri naturali N partendo da un elemento iniziale ed utilizzando una funzione di costruzione del successore tramite un procedimento detto di "induzione strutturale".
La differenza tra il modello inclusivo ed esclusivo è apparentemente banale: nel primo l'elemento privilegiato è lo zero, nel secondo è l'uno.
La costruzione dei naturali per induzione strutturale è un procedimento astratto; in altri termini nel procedimento non viene definito il "significato concreto" associato ad ogni elemento in N. In realtà l'insieme dei numeri naturali è nato per rappresentare la quantità di oggetti in un dato insieme o, più formalmente:
[U] "Esiste un isomorfismo tra l'insieme N dei numeri naturali e la cardinalità degli insiemi finiti"

Al numero n corrispondono quindi gli insiemi finiti di n penne, n tavoli, n viaggi alle Maldive, ecc..
E al numero 0 ? Che senso ha dire che al numero zero corrispondono 0 penne, 0 tavoli, 0 viaggi alle Maldive ?
Non c'è dubbio che allo zero spetti un trattamento decisamente speciale. Includendo lo zero nei numeri naturali si va incontro ad una serie interminabile di eccezioni e paradossi, ad esempio:

  • Se ad ogni numero naturale n corrisponde un insieme finito di n elementi, al numero zero deve corrispondere un insieme finito di zero elementi. Ma zero è un numero finito ? In matematica i numeri possono essere finiti o infiniti, non c'è via di mezzo. Per il principio di induzione zero deve essere finito, altrimenti non vale il passo base dell'induzione e nessun numero naturale sarebbe finito. Quindi, zero "deve essere" finito. Allo stesso modo, l'insieme vuoto "deve essere" finito, per quanto sia difficile da digerire, in concreto.
  • Nella costruzione dell'insieme Q dei numeri razionali, un numero q = n/m è finito se n ed m sono finiti. Nell'ipotesi che zero sia finito, il rapporto n/0 è finito o no ? Se non è finito, la regola "il rapporto tra due numeri finiti è un numero finito" è vera o no ? Diciamo allora che è sempre vera "tranne" per m = 0.
Il problema è evidente. Il modello inclusivo è sicuramente più potente ma porta a dei paradossi decisamente complessi. Per essere coerente, il modello inclusivo deve essere necessariamente astratto. Accettando lo zero nei numeri naturali dobbiamo accettare una serie di fatti non immediati come "lo zero è un numero finito", "gli insiemi vuoti sono insiemi finiti". In astratto il problema è pressoché inesistente; ma proviamo a contare, in concreto, quanti oggetti sono in questa stanza: 4 monitor, 3 tavoli ,..., zero elefanti, zero calotte polari artiche (per non contare gli oggetti di fantasia, tipo zero Sarchiaponi ...).
Ancor peggio, anche adottando il modello esclusivo siamo costretti ad estendere l'insieme dei naturali creandone uno nuovo, con le stesse proprietà del modello inclusivo. Questo è il caso dei "whole numbers". Il potenziale espressivo dei naturali senza lo zero è insufficiente.
 

[S] Ma è possibile costruire un giocattolo che non si rompa ?

Si direbbe, quindi, che siamo perennemente condannati ad oscillare tra completezza e coerenza. Scegliendo in direzione della coerenza perdiamo in completezza, viceversa scegliendo la completezza perdiamo in coerenza.
Da una domanda apparentemente banale come "ma è così difficile includere lo zero nei numeri naturali?" arriviamo, di fatto, al limite strutturale di tutti gli impianti concettuali e, azzardo, forse dell'universo.
Uno dei risultati più sconcertanti della scienza dall'inizio del secolo sembra essere proprio il fatto che è impossibile stabilire un sistema che sia contemporaneamente completo, cioè in grado di coprire tutti i fenomeni osservabili, e coerente, cioè che non consenta di arrivare a dei paradossi o contraddizioni, partendo dalle stesse regole (o assiomi) del sistema formale.
Mi rendo conto che quanto sto per affermare (sottolineo: è una opinione personale) può suscitare un vespaio di polemiche ma, a mio avviso, il principio di indeterminazione di Heisenberg ed il teorema di Godel sono due espressioni di questo limite strutturale.
 

Principio di Indeterminazione di Heisenberg

"Non possiamo mai conoscere contemporaneamente e con precisione la posizione e la quantità di moto di una particella subatomica"
 

Teorema di Incompletezza di Godel

"Per ogni sistema formale di regole ed assiomi è possibile arrivare a proposizioni indecidibili, usando gli assiomi dello stesso sistema formale"
 

Entrambe le affermazioni postulano che è impossibile formulare un sistema che sia contemporaneamente coerente e completo e che tale impossibilità è sia fisica (Heisemberg) che concettuale (Godel).
E' fisicamente impossibile conoscere con completezza lo stato di una particella subatomica (qualitativamente: tutto l'universo è fatto di particelle subatomiche) e se ci proviamo la nostra misurazione non può essere coerente con le altre, perché imprecisa.
E' concettualmente impossibile stabilire un sistema formale di regole coerente e completo che rappresenti  i fenomeni; eliminando gli assiomi che possono portare alla contraddizione si perde in completezza, e viceversa. 

Il motivo per cui i matematici hanno tante difficoltà ad inserire lo zero nella serie dei numeri naturali è per la impossibilità di decidere nell'uno o nell'altro senso. In linea teorica è possibile astrarre il significato dei numeri naturali aggiungendo lo zero e sfruttando il sistema formale ottenuto per modellare realtà "locali" (cioè limitate ad un ambito specifico), ma è certamente impossibile stabilire una volta per tutte e per tutti i fenomeni un modello unico di riferimento.
 

Appendice

Applicazioni o funzioni.

Una applicazione o funzione tra due insiemi è un oggetto f che mappa elementi di un insieme A in un altro insieme B, e si indica con
f : A -> B
A è detto Dominio e B è detto Codominio della funzione f.
L'insieme degli elementi distinti in B ottenuti applicando f ad A è detto "immagine di A secondo f" e si indica con 

f(A) := Im(f) := {b in B tali che b = f(a) per ogni a in A}

f è detta:

  • iniettiva  se  f(a) = f(b) <=> a = b per ogni a, b in A
  • suriettiva se f(A) = B
  • biettiva se f è suriettiva ed iniettiva
Se f è biettiva si dice anche "isomorfismo tra A e B" o "corrispondenza uno a uno".
 

Bertrand Russel

1872-1970. Inglese, Matematico, Filosofo e molto, molto altro. Il suo lavoro ha influenzato in larghissima misura tutta la scienza del ventesimo secolo, specialmente per le implicazioni logiche e filosofiche. Il suo celebre paradosso ha scosso dalle fondamenta gli impianti assiomatici e logici della matematica.
 

Werner Heisenberg

1901-1976. Fisco tedesco. Il padre della Meccanica Quantistica, la branca della fisica che tratta della emissione e dell'assorbimento di energia dalla materia e del moto delle particelle. Il suo Principio di Indeterminazione, oltre ad un importante risultato in fisica, ha prodotto interminabili dibattiti filosofici sulla conoscibilità dell'universo.
 

Kurt Godel

1906-1978. Matematico e logico Ceco-Americano. Col suo teorema di incompletezza (1931) ha dimostrato l'impossibilità di produrre sistemi formali coerenti.
 

Bibliografia

"Algebra" S. M. Lane e G. Birkhoff ed. Mursia (<)
"Introduzione alla filosofia matematica",Ed. Newton Tascabili(<)
 

WWW Links (in inglese)

Nota

All'inizio di ogni paragrafo ed in alcuni brani è descritto il livello di preparazione scolastico necessario per affrontarne il contenuto:
[E]: Scuola Elementare
[M]: Scuola Media Inferiore
[S]: Scuola Media Superiore
[U]: Università