Immaginiamo l`universo come un grande panettone che lievita sulla cui superficie ci sono le galassie, ora il DIAMETRO del panettone dovrebbe rappresentare il diametro dell`universo. La linea ideale che unisce due galassie che si trovano da una parte e dall`altra del panettone rappresenta il diametro e quindi la grandezza dell`universo. Ma la grandezza dello universo e` data dalla distanza tra due oggetti materiali quali sono le galassie? Voglio dire se queste due galassie distano tra loro 100mt. Pero` loro emettono luce che si diffonde da ciascuna galassia per altri 20mt. La grandezza dell`universo e` da considerarsi 100mt oppure 140mt?

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Nella stima delle distanze di remoti oggetti galattici con il metodo Tully – Fisher , nella nota formula : M = -6.7 log (W / sen i) – 19.5 il valore W è definito come “dispersione delle velocità di rotazione della galassia”. Gradirei capire meglio tale definizione; perchè il termine “dispersione” (e non velocità media, o differenza tra Vmax e Vmin) ? Come si calcola o si stima? il valore – 19.5 è fisso o legato alla costante di Hubble?

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Domanda sul sistema delle sfere omocentriche di Eudosso. Il sistema delle sfere omocentriche di Eudosso, già ricorretto da Callisto, prevedeva 33 sfere. Aristotele, nella “Metafisica” aggiunge le sfere “reagenti” per trasformare questo modello geometrico in un modello meccanico. Le sfere aggiunte dallo Stagirita sono 22. Il numero delle sfere compensatrici per ogni pianeta è dato dal totale del numero di sfere dell’astro precedente meno una. Quindi, se l’astro di Saturno possiede 4 sfere, occorrono 3 sfere compensatrici prima delle 4 sfere dell’astro di Giove. Compensando 3 movimenti su 4, viene mantenuto su Giove il primo movimento di Saturno il quale corrisponde al moto della sfera delle stesse fisse. Ma anche il primo movimento di Giove, se ho ben capito, riproduce il moto della sfera delle stelle fisse. Non mi è chiaro perchè Aristotele non annulla tutti e quattro i movimenti delle sfere di Saturno oppure non elimina il primo movimento di Giove.

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Pur conoscendo a grandi linee la differenza tra novae e supernovae, non trovo adeguate risposte circa: – differenti condizioni iniziali (massa, eta, temperatura, processi atomici in atto od esauriti, composizione degli strati attivi, etc) che portano all’una o altra delle esplosioni; – diverse modalità di sviluppo del processo (perdita di massa, guadagni di luminosità assoluta, massa residua, profondità degli strati interessati all’eiezione, processi chimico-fisici ed atomici che si innescano successivamente) – differenza tra supernovae tipo I e II

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Vorrei qualche dettaglio tecnico sulle procedure impiegate dal team del CFH Telescope per evidenziare l’effetto deformante della materia oscura sulla “forma” finale con cui ci appaiono le galassie più lontane. In particolare: per analizzare al PC tale effetto, mi pare che occorra introdurre come dati iniziali le masse di materia oscura e la loro distribuzione nello spazio (che, invece, sono gli elementi da determinarsi); inoltre, come si tiene conto dell’ulteriore effetto deformante della materia ordinaria interposta?

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A proposito dell’argomento “nascita del sistema solare”, siccome non sono sicuro di aver capito correttamente quello che ho letto in un libro, vorrei pregarvi di dirmi quali errori vi siano in questa grossolana e abbreviata descrizione: nube informe di idrogeno che, nell’ambito della Galassia, viene dotata (da cause esterne alla nube stessa) di circolazione antioraria. Questa circolazione, a poco a poco produce: 1 – contrazione gravitazionale, cioè nascita della forza di gravità, con addensamento di materia verso il centro per dare origine al protosole e quindi al sole. 2 – addensamento di materia in alcuni punti per dare luogo ai pianeti. Ammettendo che le cose vadano piu’ o meno come sopra descritto, mi sembra che cio’ sia in contrasto con quello che avverrebbe alle particelle di acqua di un recipiente che venisse posto in rotazione. Mi sembra che anziche’ manifestarsi una forza centripeta, sulle particelle agirebbe una forza centrifuga che tenderebbe ad addensarle lungo le pareti del recipiente, con la formazione di una specie di cavita’ al centro. Vi sarei grato se mi spiegaste tutti i punti erronei del ragionamento.

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Ricordo di avere letto che esistono probabilmente galassie che non sono visibili perchè si allontanano dalla Via Lattea più velocemente della luce. Anche se ciò non fosse vero la velocità di allontanamento tra due galassie dovrebbe aumentare proporzionalmente alla loro distanza e raggiungere e superare la velocità della luce. Come è possibile ciò? Secondo il nostro punto di vista in una galassia che si muove iperluce il tempo dovrebbe scorrere al contrario? Se così fosse dovrebbe tornare nel suo passato e riavvicinarsi alla nostra non riuscendo mai a superare la velocià della luce? E se le stesse domande fossero poste da un abitante di quella galassia? (anche lui ci vedrebbe tornare indietro nel tempo).

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1) Poiché l’ascensione retta (una delle due coordinate equatoriali) è riferita al punto gamma e poiché tale punto non si vede in cielo, come si fa praticamente a calcolare le coordinate equatoriali di una stella ? 2) E’ vero che esistono negli osservatori degli orologi speciali che segnano il tempo siderale (l’angolo orario del punto gamma), ma come sono stati tarati ? 3) E poi, in che modo già Ipparco riusciva a calcolare le coordinate eclitticali di una stella ?

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Nelle varie spiegazioni divulgative che ho finora letto, relative al Big Bang, è costantemente posto l’accento sul fatto che “l’universo” è andato espandendosi partendo da dimensioni dell’ordine dei 10-33 cm del cosiddetto Tempo di Plank. E’ però anche evidenziato che l’universo , quale noi lo conosciamo, è limitato dal cosiddetto orizzonte cosmologico, corrispondente, in buona sostanza, allo spazio che la luce ha potuto percorrere dall’inizio del tempo (o dai 300.000 anni dopo il B.B. della cessazione dell’opacità dell’universo?) ad oggi. Vengono anche indicati valori di dimensioni e di densità dell’universo per i vari tempi intermedi tra il BB ed oggi. La mia domanda è la seguente : a quale universo ci si riferisce con i predetti valori di dimensioni, densità etc? Alla totalità dell’universo uscito dal BB o solo a quello da noi conoscibile , ed al quale si possono solo riferire i valori di densità stimata, di quantità di materia presente, etc.?

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La mia domanda riguarda la formula per determinare la differenza tra lossodromia e ortodromia visto che non riesco a trovarla in nessuno dei libri da me in possesso, e visto che mi trovo ad affrontare un problema di navigazione aerea in cui ne chiede la formula specifica. il problema è: determinare la TCi, la TCf e la distanza ortodromica tra i seguenti punti: A (67° 12’N, 118° 15’E) e B (68° 09’N, 122° 50’E) e la differenza tra percorso ortodromico e lossodromico.

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Avete mai visto quei tramonti, bellissimi, romantici, col sole enorme che sembra riempire metà dell’orizzonte? Fantastici! Allora si prende la macchina fotografica e si scatta. Poi si sviluppa. Poi si guarda la foto. E…quel gran sole, grandissimo, che fine ha fatto? E’ solo un puntino là in fondo! Quale può essere la spiegazione a questo strano fatto? A Lei pongo il quesito che credo possa riguardare sia l’ottica che, forse, la psicologia.

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Con un mio collega di lavoro ho avuto una discussione: lui riteneva che in estate, la Terra è piu’ vicina al Sole, mentre io affermavo il contrario e che tutto era dovuto all’inclinazione della Terra, in quanto in estate i raggi del Sole arrivano sulla Terra in mado piu’ diretto. Questo vale sia per l’emisfero nord che per il sud? Riformulo meglio la mia domanda: quando da noi (emisfero nord) e’ estate, nell’emisfero sud e’ inverno oppure la stagione e’ sempre l’estate? Sarei grato di avere chiarimenti su questo quesito e sulle stagioni che interessano l’intero nostro pianeta.

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A seguito della notizia della cosiddetta “fotografia del Big Bang”, desiderei sapere come è possibile che la radiazione cosmica abbia potuto raggiungerci. Infatti, nell’ipotesi della nascita dell’universo conosciuta come Big Bang, tutta la materia era contenuta in uno spazio estremamente ridotto, per poi, dall’istante zero, espandersi. La “immagine” di quel primo istante dovrebbe allora essersi allontanata dal luogo originario ad una velocità c, mentre le galassie in via di formazione, essendo dotate di massa, con una velocità sicuramente inferiore a c. Perciò, io penso, quella luce raffigurante il primo istante dell’universo, non dovrebbe averci “superato” ed essere persa per sempre?

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Nei libri di astronomia non più giovani, leggo diverse interpretazioni circa l’oggetto designato come R136a nella nebulosa Tarantola. Leggo di una superstella dal diametro di 3 anni luce, 30.000.000 di volte più luminosa del sole e una massa compresa dalle 2.500 alle 4.000 masse solari. Poi un altro libro parla di R136a come un gruppo di oggetti brillanti. Non trovo una fonte d’informazione affidabile. Lo stesso problema lo trovo quando cerco di conoscere quale sia la stella più grande fin ora conosciuta: Ho letto di Betelgeuse in Orione e di VV nel Cefeo.

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Vorrei sapere che significa che “dopo i primi istanti dal Big Bang la materia cosmica (plasma) si raffredda” ??? Presumo che il “raffreddarsi” sia dovuto esclusivamente alle interazioni nucleari forti che rallentano la velocità delle particelle formando i primi nuclei (…è così?) Inoltre, tale raffreddamento come è conciliabile col 2° Principio della Termodinamica? In effetti in questo caso il sistema è “effettivamente isolato”. Vorrei sapere, infine, se è possibile interpretare la temperatura di fondo di 3 gradi Kelvin dell’Universo, misurabile dal Fondo Cosmico a Microonde (CMB), non come residuo termico (ovvero cinetico) dell’esplosione primigenia (che in teoria potrebbe non essersi mai verificata), bensì come conseguenza di tutti i fenomeni di trasformazione dell’energia dell’universo, in accordo al sopracitato 2° Principio.

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Vorrei sapere se si potrebbe intendere il Buco nero come un enorme contenitore di immagini, ovvero dato che la luce una volta entrata non riesce ad uscirne a causa dell’enorme forza attrattiva che esso produce, e seguendo la teoria della relatività (il tempo “rallenta” con l’aumentare della velocità) il tempo al suo interno dovrebbe essere nullo. Quindi, in tal caso, un osservatore posto al suo interno potrebbe vedere l’universo alle sue origini? Grazie dell’attenzione e mi scuso per l’eventuale non chiarezza del testo.

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“Veri e propri geni dell’astronomia furono Eratostene di Cirene, che riuscì a calcolare con sorprendente approssimazione la circonferenza terrestre, Aristarco di Samo che determinò le dimensioni della luna e del sole e la loro distanza dalla terra, Ipparco di Nicea che calcolò la durata dell’anno solare in 365 giorni, 5 ore e 55 minuti, con un eccesso di appena sette minuti rispetto al computo moderno”. Da “Le linee del tempo” storia per la 1a superiore, di Andrea Giardina. Sono rimasto molto impressionato da questo. Volevo sapere se queste informazioni sono attendibili e se lo sono vorrei anche sapere come hanno fatto (o almeno come pensate che siano riusciti a farlo). Mi interessa soprattutto la scoperta di Aristarco. Vuol dire che i Greci già sapevano cos’era l’interazione gravitazionale e la forza centrifuga?

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