Leggendo altre risposte su questo sito mi pare di aver capito che l’effetto “spaghettification” su un corpo umano che si avvicina ad un buco nero è dovuto unicamente al fatto che un uomo medio è alto 1,80 m e la differenza di attrazione gravitazionale fra i piedi a la testa sarebbe molto alta. sSe così fosse, sarebbe possibile inviare all’interno dell’orizzonte degli eventi di un buco nero una telecamera di ridottissime dimensioni e vedere cosa accade al suo interno? Ho sentito anche che all’interno dell’orizzonte degli eventi il tempo “scorre all’indietro”… ma ciò cosa significa? Che se al suo interno ci fosse un orologio normalissimo (perdonate l’esempio banale) le sue lancette scorrerebbero in senso antiorario?

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L’osservazione dell’universo tramite telescopi o binocoli e’ preclusa o molto peggiore per chi porta degli occhiali (soprattutto gli astigmatici). Mi domandavo come l’oculare di uscita di un telescopio che di solito non e’ inferiore a 4mm, possa ‘entrare’ nell’occhio se davanti c’e’ lo spessore della lente degli occhiali? Esistono soluzioni, lenti speciali, o bisogna ricorrere alle lenti a contatto?

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In che modo vengono determinati gli inizi delle Stagioni, e quindi gli Equinozi ed i Solstizi? Probabilmente vengono usati degli algoritmi particolari, immagino, ma su cosa essi si fondano, su quali dati di partenza? Il calcolo viene effettuato considerando la Declinazione del Sole o la Longitudine Eclittica della Terra sulla sua orbita? In quest’ultimo caso, data una certa longitudine e considerato un particolare anno, in quale modo può essere determinata la data in cui tale longitudine viene raggiunta?

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Ho letto che l’oggetto piu’ distante fino ad ora osservato dista circa 12 miliardi di anni luce . Per nostra comodita’ immaginiamo che dopo il Big Bang si siano formate solo due galassie, la galassia A e la galassia B , noi abitiamo sulla galassia A mentre la galassia B fosse l’oggetto distante 12 miliardi di anni luce di cui si parlava sopra . Immaginiamo ancora che anche la galassia B sia abitata e che quando noi la vediamo riuscamo a vedere il signor Y che sbadiglia ( dico questo per evidenziare che mi riferisco ad un unico specifico fotogramma ). La mia domanda è : quel fotogramma ha viaggiato per 12 miliardi di anni luce e poi mi ha raggiunto sulla galassia A dove abito , ma 12 miliardi di anni fa quando ci fu l’ evento dello sbadiglio quanto erano distanti tra di loro le galassie A e B ?

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Avete mai visto quei tramonti, bellissimi, romantici, col sole enorme che sembra riempire metà dell’orizzonte? Fantastici! Allora si prende la macchina fotografica e si scatta. Poi si sviluppa. Poi si guarda la foto. E…quel gran sole, grandissimo, che fine ha fatto? E’ solo un puntino là in fondo! Quale può essere la spiegazione a questo strano fatto? A Lei pongo il quesito che credo possa riguardare sia l’ottica che, forse, la psicologia.

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Con un mio collega di lavoro ho avuto una discussione: lui riteneva che in estate, la Terra è piu’ vicina al Sole, mentre io affermavo il contrario e che tutto era dovuto all’inclinazione della Terra, in quanto in estate i raggi del Sole arrivano sulla Terra in mado piu’ diretto. Questo vale sia per l’emisfero nord che per il sud? Riformulo meglio la mia domanda: quando da noi (emisfero nord) e’ estate, nell’emisfero sud e’ inverno oppure la stagione e’ sempre l’estate? Sarei grato di avere chiarimenti su questo quesito e sulle stagioni che interessano l’intero nostro pianeta.

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A seguito della notizia della cosiddetta “fotografia del Big Bang”, desiderei sapere come è possibile che la radiazione cosmica abbia potuto raggiungerci. Infatti, nell’ipotesi della nascita dell’universo conosciuta come Big Bang, tutta la materia era contenuta in uno spazio estremamente ridotto, per poi, dall’istante zero, espandersi. La “immagine” di quel primo istante dovrebbe allora essersi allontanata dal luogo originario ad una velocità c, mentre le galassie in via di formazione, essendo dotate di massa, con una velocità sicuramente inferiore a c. Perciò, io penso, quella luce raffigurante il primo istante dell’universo, non dovrebbe averci “superato” ed essere persa per sempre?

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Nei libri di astronomia non più giovani, leggo diverse interpretazioni circa l’oggetto designato come R136a nella nebulosa Tarantola. Leggo di una superstella dal diametro di 3 anni luce, 30.000.000 di volte più luminosa del sole e una massa compresa dalle 2.500 alle 4.000 masse solari. Poi un altro libro parla di R136a come un gruppo di oggetti brillanti. Non trovo una fonte d’informazione affidabile. Lo stesso problema lo trovo quando cerco di conoscere quale sia la stella più grande fin ora conosciuta: Ho letto di Betelgeuse in Orione e di VV nel Cefeo.

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Vorrei sapere che significa che “dopo i primi istanti dal Big Bang la materia cosmica (plasma) si raffredda” ??? Presumo che il “raffreddarsi” sia dovuto esclusivamente alle interazioni nucleari forti che rallentano la velocità delle particelle formando i primi nuclei (…è così?) Inoltre, tale raffreddamento come è conciliabile col 2° Principio della Termodinamica? In effetti in questo caso il sistema è “effettivamente isolato”. Vorrei sapere, infine, se è possibile interpretare la temperatura di fondo di 3 gradi Kelvin dell’Universo, misurabile dal Fondo Cosmico a Microonde (CMB), non come residuo termico (ovvero cinetico) dell’esplosione primigenia (che in teoria potrebbe non essersi mai verificata), bensì come conseguenza di tutti i fenomeni di trasformazione dell’energia dell’universo, in accordo al sopracitato 2° Principio.

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Vorrei sapere se si potrebbe intendere il Buco nero come un enorme contenitore di immagini, ovvero dato che la luce una volta entrata non riesce ad uscirne a causa dell’enorme forza attrattiva che esso produce, e seguendo la teoria della relatività (il tempo “rallenta” con l’aumentare della velocità) il tempo al suo interno dovrebbe essere nullo. Quindi, in tal caso, un osservatore posto al suo interno potrebbe vedere l’universo alle sue origini? Grazie dell’attenzione e mi scuso per l’eventuale non chiarezza del testo.

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“Veri e propri geni dell’astronomia furono Eratostene di Cirene, che riuscì a calcolare con sorprendente approssimazione la circonferenza terrestre, Aristarco di Samo che determinò le dimensioni della luna e del sole e la loro distanza dalla terra, Ipparco di Nicea che calcolò la durata dell’anno solare in 365 giorni, 5 ore e 55 minuti, con un eccesso di appena sette minuti rispetto al computo moderno”. Da “Le linee del tempo” storia per la 1a superiore, di Andrea Giardina. Sono rimasto molto impressionato da questo. Volevo sapere se queste informazioni sono attendibili e se lo sono vorrei anche sapere come hanno fatto (o almeno come pensate che siano riusciti a farlo). Mi interessa soprattutto la scoperta di Aristarco. Vuol dire che i Greci già sapevano cos’era l’interazione gravitazionale e la forza centrifuga?

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Circa due settimane fa i telegiornali nazionali hanno esordito con la notizia che un oggetto di 1,5 km di diametro potesse in un prossimo futuro colpire la Terra; lungi dal voler creare ulteriori allarmismi inutili, la mia curiosità riguarda la effettiva pericolosità di un simile oggetto. Infatti ciò che mi domando sono i seguenti punti: 1) a che velocità e con che potenza un simile oggetto può giungere al suolo; 2) quanta parte della sua massa viene bruciata dall’attrito con l’atmosfera; 3) la quantità di energia sprigionata dall’impatto (con un esempio per riuscire a chiarirlo nella mente); 4) quali possono essere gli effettivi risultati dell’impatto sulla crosta terrestre (per analogia, il cratere che ne risulta a quale potrebbe assomigliare rispetto a quelli della Luna); 5) la vera distanza minima per la quale un simile oggetto possa essere catturato dall’attrazione gravitazionale del nostro pianeta.

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Sono un profano neofita, anche se 76enne; ho acquistato diversi programmi d’astronomia perché mi diletto a cercare lo zenit; è un mio pallino; orbene, l’astronomia deriva dalla matematica che certo non è un’opinione, come mai, allora, non c’è un solo programma che indichi la AR, per identici dati immessi, uguale ad un altro? Sembra proprio che questo calcolo del tempo siderale o AR rappresenti una incognita, è così ? Non mi pare, eppure.

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Vorrei chiedere quali sono le ipotesi formulate dai cosmologi per spiegare i nuovi dati dei satelliti artificiali COBE e PLANCK, e i dati emersi dall’osservazione delle supernovae di primo tipo, che sembrano mostrare un universo in accelerazione anziché in decelerazione. In altre parole quali sono le ipotesi più’ accreditate sulla natura della costante cosmologica einsteiniana che è improvvisamente tornata di moda?

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