Ho letto diverse spiegazioni delle maree terrestri, in particolare quelle che volevano giustificare l’esistenza dell’onda di marea opposta alla Luna. Ho più confusione di prima: alcuni autori dicono che la causa è la sola attrazione gravitazionale della Luna, altri tirano in ballo la forza centrifuga, altri poi dicono che tale forza è costante per tutti i punti della Terra, mentre io sapevo che è proporzionale al raggio di rotazione. Io non ci capisco più niente, e voi?

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Conosco il motivo per il quale il Sole al tramonto appare rosso (la luce passando in una quantità maggiore di atmosfera lascia passare solo la banda del colore rosso ecc…) ma non sono riuscito a trovare la spiegazione al fatto che questo all’Equatore o giù di lì non succede. Ho fatto più di un viaggio in quelle zone e il Sole rimane sempre giallo o meglio bianco finché non scompare del tutto. Eppure anche lì la luce attraversa la stessa quantità di atmosfera. O no?

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Vorrei una spiegazione matematica dei seguenti fatti: 1) Perché gli sciami meteorici sembrano provenire da un unico punto del cielo, detto radiante? (se ben ricordo lessi che il punto corrisponde alla proiezione sulla sfera celeste dell’intersezione dell’orbita terrestre con quella della cometa genitrice). 2) Perché sulla sfera celeste le meteore seguono un’orbita rettilinea e la velocità apparente dipende dalla distanza dal radiante? 3) Che tipo di proiezione cartografica è necessaria affinché la traiettoria di una meteora sia rettilinea?

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Con la scoperta dei sistemi planetari extrasolari (anche per il modo con cui si rilevano) se ne deduce che la struttura del sistema solare non può essere presa come esempio modello nella formazione dei pianeti. Mi sono chiesto come si spiega la presenza di giganti gassosi così frequentemente in orbite così vicine alla stella. Quanto può essere realizzabile usare l’interferometria ottica per la rivelazione di pianeti di tipo terrestre?

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Mi piacerebbe conoscere la formula che lega la magnitudine della Luna alla sua fase. Inoltre, come mai nelle formule delle effemeridi fisiche, non rientra mai il diametro del corpo celeste? Eppure Giove dovrebbe apparire più “esteso” e dunque più brillante, ad esempio, di Marte alle loro rispettive opposizioni, a maggior ragione poiché l’albedo di Giove è più alta di quella del pianeta rosso…

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Vorrei avere un’informazione circa la Luna. La Luna impiega circa 27 giorni solari per compiere un giro completo intorno alla Terra, il che vuol dire che in un giorno di 24 ore la Luna ruota di circa 13°. Su un mio libro di geografia è scritto che ciò comporta che ogni giorno si vede la Luna spostata verso Est di circa 13° rispetto alla stessa ora del giorno precedente. Io però mi chiedo se non sia da considerare il seguente fatto: la Terra impiega 23 ore e 56 minuti per fare una rotazione completa intorno al proprio asse, mentre compie il moto di rotazione la Terra compie anche quello di rivoluzione spostandosi ogni giorno di circa 1°, quindi per riavere l’allineamento occorre che la Terra ruoti di un ulteriore grado impiegandoci 4 minuti. Ora se vale questo ragionamento non dovrei trovarmi la Luna spostata verso Est ogni giorno di circa 12° e non 13°?

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Se mi trovo al polo nord o nelle vicinanze e (per magia) sono sospeso nell’aria ed ancora non sono soggetto alle leggi dell’inerzia, vedrò la Terra sotto di me girare in senso ANTIORARIO. Se ora ripeto l’esperimento trovandomi al polo sud (con la stessa magia di cui sopra per quanto riguarda l’inerzia), vedrò questa volta girare la Terra in senso ORARIO. È giusto fin qui? Se è giusto allora dal polo sud vedrei il Sole sorgere ad ovest e tramontare ad est? Mi sembra di dire una grossa sciocchezza eppure non riesco a chiarirmi le idee. Mi potreste aiutare?

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Secondo il modello cosmologico maggiormente accreditato (teoria dell’universo in espansione generato da un Big Bang iniziale) il sistema Universo sembra essersi evoluto attraverso una fase iniziale contraddistinta da un alto livello di disordine (“un miscuglio di materia e di radiazione” che, seguendo Weinberg, “sembra trovarsi in uno stato di equilibrio termico pressoché perfetto”) per poi passare, attraverso l’azione del raffreddamento dovuto all’espansione e l’emergere della forza gravitazionale, a configurazioni via via più organizzate fino alla formazione dei sistemi cosmici attualmente osservabili. In effetti l’osservazione del cosmo suscita molto spesso sensazioni di meraviglia e stupore per l’alto grado di ordine, bellezza e armonia che ne sembra emergere. Come si può accordare questo tipo di scenario con la seconda legge della termodinamica, quando questa prevede che l’evoluzione dei sistemi fisici vada naturalmente verso un inesorabile aumento dell’entropia? Io, perlomeno, credo di leggervi una certa contraddizione, ma non so bene dove collocarla fra le varie possibiltà che riesco ad immaginare. C’è forse qualche errore fra gli assunti contenuti in questa semplicistica esposizione? È la “seconda legge” ad avere dei limiti di applicabilità se spinta verso le estreme condizioni dell’Universo primordiale? O sono le nostre categorie di ordine e bellezza a sembrare inadeguate per una descrizione completa e coerente del mondo? O, semplicemente, il problema risiede nella mia limitata capacità immaginativa? Vi ringrazio anticipatamente per i chiarimenti in merito che, spero, cortesemente mi esporrete.

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Secondo i modelli di universo elaborati da Aleksandr A. Friedmann, fondati sulle equazioni di campo formulate da Einstein, si hanno le seguenti situazioni possibili: 1) Se la densità media della materia nell’Universo è minore o uguale rispetto ad una certa densità critica, allora l’Universo è aperto e spazialmente infinito (e naturalmente illimitato). 2) Se la densità è maggiore, allora esso è finito (in quanto lo spazio risulta incurvato su se stesso a causa dell’intenso campo gravitazionale), ma illimitato (in quanto non presenterebbe né confini, né centro, come la superficie di una sfera). Poiché in ogni caso si fa risalire l’origine dello spazio-tempo al Big Bang e l’Universo viene descritto nelle prime fasi di vita come puntiforme, come è possibile che da un punto esso, nella sopracitata ipotesi 1) si sia espanso sino a diventare infinito? In altre parole, dato che l’espansione è iniziata ad un certo punto e da allora è passato un tempo finito (15-20 miliardi di anni), avrebbe dovuto espandersi ad una velocità infinita per essere spazialmente infinito: come è possibile?

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Le curve di distribuzione dell’energia emessa da un corpo nero (o assimilabile ad esso, come una stella) in funzione della frequenza sono ovunque descritte come funzioni della temperatura assoluta del corpo stesso. Cioè, data una temperatura, è univocamente determinata la curva di emissione alle varie frequenze. Tuttavia, è proprio vero che, misurata la emissione in corrispondenza di due sole frequenze di emissione ben precise (ad es., blu e giallo-verde), la curva complessiva di emissione (e la temperatura relativa) risultano univocamente determinate?

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Cosa succederebbe se un’ipotetica astronave riuscisse a passare nello spesso strato di nubi di Giove senza ricevere nessun danno e atterrare sull’oceano di idrogeno liquido? Come apparirebbe l’ambiente, e se l’astronave si fermasse sugli strati alti dell’atmosfera di Giove dove la pressione è quella s.l.m ed un uomo uscisse senza nessuna protezione? Quanto vivrebbe respirando idrogeno ed elio?

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I moderni telescopi riescono a vedere a delle distanze abissali, praticamente quasi all’inizio della creazione stessa. All’inizio però l’universo era meno ampio di come è adesso, quindi in qualunque direzione si guardi si dovrebbe vedere le stesse cose. È giusto questo modo di ragionare? Al limite, per essere più chiari, se fosse possibile vedere i primi istanti, quando l’universo aveva le dimensioni di un’arancia, si dovrebbe vedere questa arancia replicata all’infinito su tutta la volta celeste. Vi ringrazio per l’eventuale risposta e complimenti per il sito in genere.

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Ho letto un libro di Hancock (L’enigma di Marte) che, a parte le ciarlatanerie sul presunto volto di Cydonia, presentava anche interessanti capitoli sugli asteroidi. Dal libro risultava che gli impatti apocalittici non sono poi così rari e che la Terra ultimamente ha sfiorato per poco dei giganteschi bolidi… vi risulta questa cosa? La soluzione missilistica può essere veramente quella risolutiva?

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Vorrei capire il fenomeno dell’aberrazione stellare per cui noi non vediamo la stella nella sua posizione reale ma spostata in avanti nello stesso verso del moto di rivoluzione della Terra. Ho chiesto chiarimenti a due fisici secondo i quali sarebbe stato più logico aspettarsi di vedere la stella spostata all’indietro (verso opposto al moto di rivoluzione) piuttosto che in avanti causa proprio del moto della Terra che si lascerebbe alle spalle la stella. Dov’è il dilemma?

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