Con il termine metamorfosi si indica una profonda trasformazione che porta un organismo da uno stadio immaturo a uno maturo, attraverso una o più tappe.
Gli insetti sono in gran parte soggetti a metamorfosi. Quei gruppi che non la subiscono, come gli zigentomi, vengono definiti ‘ametaboli’. Altri insetti, gli ‘emimetaboli’, subiscono una metamorfosi incompleta, presentano una larva simile all’adulto ma sessualmente immatura e attera (cioè senza ali). I lepidotteri, le farfalle cioè, presentano invece una metamorfosi completa e vengono chiamati ‘olometaboli’.
Negli olometaboli, l’insetto esce dall’uovo come larva, con una forma completamente diversa dall’adulto. Dopo una serie di mute che permettono alla larva di aumentare le proprie dimensioni, ma che non ne cambiano la forma, questa raggiunge la maturità. Quindi si trasforma in una pupa, che risulta immobile e non si nutre. Allo stadio di pupa avvengono tutte le trasformazioni che costruiranno l’adulto. Questo fuoriesce dall’involucro della pupa a metamorfosi completata.
Ma la farfalla ricorda di essere stata un bruco?
A questa domanda credo proprio che nessuno sappia rispondere per certo. Piuttosto dobbiamo chiederci cosa rimane alla farfalla del suo essere stata bruco.
Già Aristotele aveva puntualizzato il fatto che la metamorfosi è un cambiamento radicale di un qualcosa di preesistente e che in realtà rimane, altrimenti si parlerebbe di semplice sostituzione. Insomma il bruco è una farfalla in potenza e essere farfalla è il suo presene potenziale, che diventerà attuale con la metamorfosi.
In realtà del bruco resta ben poco. Nella larva infatti sono presenti alcuni gruppi di cellule chiamati ‘dischi immaginali’, dai quali si svilupperanno le strutture degli adulti. Il termine ‘immaginale’ deriva dal nome generale dell’adulto: imago. La muta che porta allo sfarfallamento dell’adulto assume, similmente, l’attributo di immaginale. Nelle larve olometabole, quindi, esistono due popolazioni di cellule: quelle larvali e quelle immaginali. Le cellule immaginali sono raggruppate nei dischi, il cui numero e la cui localizzazione sono fissi in una determinata specie. Da questo punto di vista, l’insetto più studiato è certamente Drosophila melanogaster (il moscerino della frutta). La sua larva presenta 10 dischi immaginali principali, che ricostruiscono quasi tutto l’adulto eccetto l’addome, e un disco genitale che forma l’apparato riproduttore. L’addome si origina da un piccolo gruppo di cellule immaginali, dette istioblasti, presenti nell’intestino larvale, mentre altri gruppi di istioblasti, variamente distribuiti, formeranno gli organi interni. Le cellule larvali possiedono una capacità mitotica limitata mentre quelle dei dischi immaginali si dividono rapidamente, secondo uno schema preordinato, e si differenziano in base alla propria posizione e all’influenza di numerosi fattori di trascrizione.
Per quanto riguarda il sistema nervoso, alcune porzioni degenerano mentre altre acquisiscono nuove funzioni, subendo un esteso rimodellamento. Ciò è dovuto anche al fatto che, talvolta, funzioni svolte da determinate regioni nella larva, sono di competenza di regioni differenti nell’adulto. Infine accenniamo al fatto che negli insetti la metamorfosi è indotta dall’ecdisone, un ormone prodotto dalla ghiandola prototoracica sotto la stimolazione dell’ormone protoracicotropo secreto da alcune cellule nervose. Durante le mute larvali, l’azione di questa sostanza viene contrastata dall’ormone giovanile, prodotto dai corpora allata, strutture poste vicino al cervello dell’insetto. Al momento della muta immaginale, l’ormone giovanile non viene prodotto e la stimolazione dell’ecdisone avvia i meccanismi della metamorfosi.
In conclusione, appare molto improbabile che la farfalla ‘ricordi’ di essere stata un bruco, considerate le profondissime trasformazioni subite. Ricordiamo poi che molto spesso la vita degli adulti, soprattutto degli olometaboli, è molto breve se paragonata a quella della propria larva. Il loro unico scopo è riprodursi, in alcuni casi sono addirittura privi di un apparato digerente e non si nutrono. Insomma, sono effimeri, al contrario di larve e pupe, che spesso costituiscono lo stadio più resistente, quello sotto la cui forma vengono superati i periodi meno favorevoli.