Perché e come ci viene la febbre?

La febbre, cioè l’aumento della temperatura corporea negli organismi omeotermi, è una difesa naturale che aiuta a combattere i microbi ed è anche una conseguenza dell’aumento di metabolismo necessario alla produzione degli anticorpi. Viene regolata da quella parte del cervello detta ipotalamo, che funziona come un termostato.

L’aumento di temperatura corporea può essere anche la conseguenza di sforzi fisici o della permanenza in un ambiente eccessivamente riscaldato e allora viene chiamato ipertermia. In questo caso il calore del corpo aumenta passivamente per eccesso della temperatura nell’ambiente circostante. L’ipertermia si differenzia dalla febbre perché nella prima il termostato ipotalamico è regolato normalmente, mentre nella febbre è regolato su di una temperatura superiore.

L’organismo reagisce agli stimoli, che riconosce come dannosi, attivando in maniera graduale meccanismi sempre più specialistici. Si parte da aumento di calore locale per infezioni a livello locale, fino a reazioni sistemiche, che interessano cioè l’organismo in toto e sono regolate dall’azione dell’ipotalamo, come per l’appunto la febbre.
Le cause della febbre sono molteplici: virus, batteri e loro tossine, parassiti, reazioni immunitarie, ormoni, farmaci, etc. Queste sostanze sono dette “pirogeni esogeni”, cioè elementi in grado di dare febbre, estranei all’organismo.

I pirogeni esogeni stimolano la produzione dei cosiddetti “pirogeni endogeni”, cioè molecole prodotte dall’organismo, che provocano le modificazioni fisiopatologiche responsabili dell’aumento termico. Queste modificazioni consistono nella liberazione di Interleukina-1 (IL-1) e di Tumor Necrosis Factor (TNF) da parte di diversi tipi di cellule, ma specialmente dei macrofagi. Sono queste due sostanze, nelle loro varietà (IL-1 a e b, TNF-a e b), a esercitare un effetto sulla corteccia cerebrale (sonnolenza, incapacità di concentrazione, inappetenza) e sull’ipotalamo (liberazione di prostaglandine PGE e attivazione della risposta neurovegetativa contro il freddo). La termoregolazione avviene a livello dei mitocondri (ATP), come rapporto termoproduzione/termodispersione, controllato dall’azione dell’ipotalamo.

Dunque la febbre è una risposta che genera un aumento dell’attività metabolica e contrattile dei muscoli e del cuore (mialgie, brivido, tachicardia) e di conseguenza una maggiore produzione di calore, una diminuzione di termolisi (perdita di calore), dovuta a ridotta sudorazione e a vasocostrizione periferica con conseguente pallore.

Questi effetti vengano “pagati” anche con un malessere di vario grado, perché anche l’organismo umano, come i batteri e i virus, sta meglio a 37° che non a 40°. Inoltre generare calore e resistere all’effetto negativo della temperatura più alta del normale, sono attività che richiedono dispendio di energia.

Ma la febbre non è che una parte della risposta indotta dell’organismo dalla IL-1 e dal TNF.

Oltre alla febbre, finalizzata alla batteriolisi e alla risposta encefalica (sonnolenza, difetto dell’attenzione), si verifica, ad opera specialmente di IL-1, una serie di eventi:

  • Attivazione T-linfocitaria specifica: riconoscimento dell’antigene, elaborazione della memoria immunologica, attivazione (IL-2 mediata) della risposta anticorpale B.
  • Attivazione midollare aspecifica, mediata da IL-6 e da IL-9 e poi da un Colony Stimulating Factor, con produzione di neutrofili e di piastrine.
  • Blocco della eritropoiesi, accompagnato a ridotta disponibilità di ferro (iposideremia, iper-ferritinemia). I germi e i parassiti (specie, ma non soltanto, quello malarico), per la loro crescita hanno bisogno di una larga disponibilità di ferro, e le situazioni di carenza sono un fattore di difesa contro le infezioni. Questo produce l’anemia iposideremica delle malattie infiammatorie croniche.
  • Inibizione dell’attività osteoblastica, con conseguente aumentata disponibilità di Ca++ per i processi metabolici innescati dalla malattia.
  • Un doppio effetto sull’epatocita, mediato da IL-6 (Hepatocyte Stimulating Factor) con produzione di proteina C-reattiva.