In base a quali criteri si decide che vi è stata un’estinzione e che questa sia grande? Quali sono le principali ipotesi catastrofiche e quali gradualistiche?

Nella storia del nostro pianeta si sono verificate moltissime estinzioni, piccole o grandi che siano hanno comportato la scomparsa di specie o di gruppi di specie. Un paleontologo americano, G.Simpson, ha calcolato che dall’origine della vita ad oggi si sono estinte il 97% delle specie esistite. C’è però chi sostiene che le specie non si estinguano, ma evolvano in altre specie per selezione naturale. In questo caso quando una specie si trasforma (evolve) in un’altra si dice che c’è stata una pseudo-estinzione.

Secondo alcuni le estinzioni possono essere graduali, richiedendo milioni di anni affinchè una specie scompaia e la loro apparente rapidità sarebbe dovuta alla incompleta documentazione fossile. Il soccombere di una specie sarebbe determinato dai caratteri da essa posseduti che si sono modellati in tempi darwiniani per adattamento all’ambiente circostante.

Un’estinzione definita catastrofica invece avviene in modo improvviso ed i caratteri, favorevoli o meno evolutosi nella specie in tempi normali, sarebbero del tutto ininfluenti per decidere della sua sopravvivenza. Le regole sono quindi diverse e affidate alla casualità.

A tutt’oggi sono state individuate cinque grandi estinzioni più alcune minori:

1°- 450 milioni di anni fa, fine Ordoviciano, una glaciazione prolungata dovuta al passaggio del continente Gondwana nei pressi del Polo sud causò l’abbassamento del livello del mare e la riduzione degli habitat marini. In quest’epoca la vita ancora non si era diffusa sulla terraferma. La percentuale stimata di specie estinte è dell’85%;

2°- 365 milioni di anni fa, fine Devoniano, per glaciazione o impatti asteroidali scompaiono circa il 70% delle specie marine e degli invertebrati terrestri;

3°- 250 milioni di anni fa, fine Permiano, la più grande estinzione di tutti i tempi. La percentuale stimata di specie coinvolte è del 90-95%, meno del 5% delle specie marine riuscì a sopravvivere mettendo a dura prova la presenza della vita sulla Terra. Secondo alcune ipotesi questa fu un’estinzione che avvenne in tempi rapidissimi, meno di 100.000 anni, e l’analisi dei campioni di roccia fa supporre che ci sia stato qualche fenomeno esterno (come la caduta di un asteroide) che abbia sviluppato una enorme quantità di energia. È stato anche trovato un cratere da impatto risalente al Permiano, ma sia prima che dopo questa grande estinzione se ne sono verificate due minori per cui l’argomento è ancora discusso.
L’ipotesi alternativa è che invece l’estinzione sia stata causata da un intenso vulcanismo verificatosi proprio in quel periodo come dimostrano enormi depositi basaltici derivati dall’accumulo di lava.
Gli effetti sul clima sono gli stessi in entrambi i casi.
Altre ipotesi minori vedono come causa di estinzione della vita marina l’anossia, cioè la mancanza di ossigeno causata da motivi sconosciuti, oppure per concentrazione troppo elevata di anidride carbonica. Evidenze di anossia anche questa volta sono state rilevate dall’analisi delle roccie marine risalenti al Permiano.

4°- 205 milioni di anni fa, fine Triassico, la percentuale di specie coinvolte è del 75% con prevalenza di organismi marini;

5°- 65 milioni di anni fa, fine Creataceo, l’estinzione più famosa quella che determinò la scomparsa dei dinosauri. La percentuale stimata di specie coinvolte è dell’80%.

L’ipotesi inizialmente più diffusa come causa di questa estinzione fu l’esplosione di una supernova molto vicina alla Terra. Successivamente si scoprì negli strati geologici nei pressi di Gubbio una insolita concentrazione di iridio, elemento raro sulla Terra ma comune nelle meteoriti (e nelle eruzioni vulcaniche) e si fece strada un’altra ipotesi, quella di un evento extraterrestre. Cominciò allora la caccia al cratere da impatto che si concluse diversi anni dopo nello Yucatan dove un’enorme struttura circolare sotterranea che era stata scambiata per un vulcano venne identificata, grazie a rilevazioni dal satellite, come cratere originato dall’impatto di una meteora o di una cometa del diametro di circa 10 chilometri e che secondo le stime liberò un’energia pari a 10.000 volte quella che si sarebbe potuta liberare da tutto l’arsenale nucleare mondiale ai tempi della seconda guerra mondiale. Questa ipotesi è oggi quella che trova i maggiori consensi, ma non è universalmente accettata.

Per approfondimenti e ulteriori notizie sulle diverse ipotesi consiglio di leggere i seguenti documenti:

Le grandi estinzioni
Impatti ripetuti
Vulcani ed estinzioni di massa
Raggi gamma ed estinzioni di massa
Insediamenti umani ed estinzione di mammiferi
Un´estinzione di massa 380 milioni di anni fa?
Una supernova assassina
Asteroidi e distruzione
I vulcani causarono le grandi estinzioni?
Contro l´ipotesi delle grandi estinzioni