La maggior parte degli esseri viventi presenta una forma di simmetria sia esterna che interna. Qual è l’origine e la funzionalità? Come mai tale simmetria riguarda una sola delle tre dimensioni spaziali (destra-sinistra e non alto-basso e fronte-retro) e come mai gli organi interni dell’apparato digerente non sono interessati da tale simmetria?

Le forme sono il primo aspetto della realtà che il nostro occhio percepisce. E forse la scienza stessa è nata proprio studiando queste tematiche.
Come in tutte le questioni che pretendono una accurata conoscenza di interi phylum (ampio raggruppamento tassonomico, es.: Philum Arthropoda), la comparazione anatomica e la filogenesi degli esseri viventi, andare ad estrapolare dati generali è un compito arduo e quasi mai esente da errori.
Alcune premesse vanno comunque fatte.
Innanzitutto mi sembra giusto ricordare come in biologia non si può mai dire “questo organismo è uguale a quest’altro” perché la loro variabilità ad ogni livello, spesso non permette dei calcoli precisi come invece nell’ambito della fisica è possibile fare. Quindi il concetto di simmetria nell’ambito degli esseri viventi non può essere raffrontato al concetto di simmetria precisa applicabile alle strutture cristalline. Inoltre ricordiamo che, in quest’ambito, è stato possibile riconoscere vari tipi di simmetria (non sempre solo esterna ma molte volte contemporaneamente interna); ma limitiamoci a descrivere i due gruppi principali.
Simmetria bilaterale, riconoscibile immaginando una linea, ed una sola, che divida la forma complessiva in due parti uguali (speculari).

Simmetria radiale, riconoscibile immaginando un punto centrale attorno a cui si organizza la forma complessiva, ripetuta secondo un periodo costante.
L’origine e la funzionalità di una qualsiasi struttura in natura è sempre tassativamente riconducibile ad una esigenza dell’organismo in risposta ad uno o a più parametri ambientali.
Abbiamo mai visto un albero con simmetria bilaterale? No, perché la simmetria radiale (solo tendenziale nelle piante) è la soluzione migliore per una ottimizzazione dell’accumulo di energia solare e per una migliore diffusione del polline.
Passando al mondo animale, pensiamo agli Cnidari che essendo sessili hanno generalmente una struttura con simmetria radiale: sono filtratori e quindi hanno l’esigenza di non privilegiare una direzione sola; o pensiamo agli organismi bentonici natanti, che hanno molte volte una simmetria bilaterale adatta ad una vita tendenzialmente da “predatore”.
Insomma potremmo passare in rassegna tutto il mondo animale e vegetale (compito impraticabile in maniera scientifica), ma il principio cardine è che la simmetria è una caratteristica da mettere in relazione, per origine e funzione, alle esigenze di quella specie che la possiede.

Non mi sembra corretto dire che la simmetria bilaterale, riguarda solo la dimensione destra-sinistra: pensiamo agli anellidi, in quel caso si può parlare di simmetria bilaterale in senso lato. E teniamo presente che il concetto ‘dx-sx’ è esistente solo se abbiamo chiara una direzione (asse principale del corpo) e un verso (direzione preferenziale della deambulazione). In tal caso come succede in molti mammiferi, la simmetria bilaterale ‘dx-sx’ è una conseguenza al fatto che essi si muovono in una direzione e che quindi privilegiano questa direzione per la predazione e per tutte le funzioni vitali, ecco allora che l’evoluzione ha risposto a questa esigenza “dando” all’organismo le caratteristiche che meglio si adattano alla nicchia (vedi definizione di Elton, 1927) di quella specie (pensiamo anche soltanto all’aerodinamicità di un leone o all’idrodinamicità di un tonno).

Non è vero che gli organi dell’apparato digerente non sono mai interessati da simmetria: pensiamo alla cavità gastrica e alle sacche celomatiche di un anellide, c’è una simmetria bilaterale perfetta e non solo, negli anellidi abbiamo anche una metameria omonoma degli organi interni.
Tuttavia è chiaro che si tratta di un caso raro e non facilmente riscontrabile in altri taxa (generico raggruppamento tassonomico), ma il perché è semplice: non c’è necessità nella maggioranza dei casi di avere una simmetria a livello dell’apparato digerente, perché nei vertebrati non è più l’apparato digerente il responsabile della diffusione nei vari tessuti dei prodotti della digestione, funzione che invece ancora non era totalmente indipendente nei primi invertebrati.

Vi sono, invece, nell’uomo vari apparati che rispecchiano la simmetria bilaterale esterna: basti pensare al sistema urinario o all’apparato respiratorio.