Vorrei sapere come si è formato il continente sudamericano, quali processi sono stati necessari a formarlo ed i proccessi ancora in atto che lo modificano

La risposta a questa domanda, più che con le parole, può essere data attraverso le immagini.
La sequenza delle immagini che seguono illustra molto bene non solo l’evoluzione del continente sudamericano ma anche la dinamica di tutte le altre terre attualmente emerse, a partire da circa 650 Ma (Ma=milioni di anni).


650 Ma. Tutto l’immenso territorio destinato a formare il Sud America non è ancora emerso, ma le dinamiche tettoniche in atto solleveranno pian piano una parte di ciò che costituirà il continente sudamericano.

514 Ma. Una discreta parte del continente proto-sudamericano è emersa ed è unita alla proto-Africa.

458 Ma. La parte del territorio sudamericano ha continuato la sua “deriva” ed è ora unito ad altre terre che formano il supercontinente Gondwana.

425 Ma. Ulteriori spostamenti sono avvenuti nei successivi 30-35 milioni di anni: il Gondwana ha subito una rotazione oraria spstandosi notevolmente verso sud dove la proto-America del sud si trova molto vicino alla posizione antartica odierna.


390 Ma. Poco dopo l’inizio del Devoniano (405 a 345 Ma) l’estensione delle terre emerse è aumentata; in particolar modo si è esteso il continente Euramerica nel quale sono ancora unite le terre che formeranno l’America del Nord (Laurentia) e l’Europa. la parte emersa del Sud America si trova ancora a latitudini sud molto alte.


356 Ma. Continua la dinamica della deriva dei continenti suddivisi sostanzialmente in due grandi blocchi: a sud il Gondwana e a nord l’Euramerica che pian piano si avvicina alla Siberia.

306 Ma. Le dinamiche tettoniche provocano una notevole subsidenza del territorio sudamericano che si ritrova sommerso in buona parte e in movimento verso N-E fino a unirsi del tutto con la proto-Africa. Tutte le grandi zolle convergono e preludono la formazione del supercontinente Pangea.

255 Ma. Sono trascorsi ulteriori 50 Ma e tutte le terre sono quasi riunite in un unico enorme continente. Il Sud America è emerso ed è saldato all’Africa, anch’essa emersa quasi del tutto. Il Continente sudamericano mostra già il suo profilo della costa occidentale e parte della sua caratteristica forma che conserverà quasi immutate fino ai nostri giorni. Ancora poche decine di Ma e le terre sarano riunite nel supercontinente Pangea.

237 Ma. In circa una ventina di Ma anche la Siberia si unisce alla proto-Europa: la configurazione delle terre emerse ha assunto un unico enorme supercontinente: Pangea.

195 Ma. Dopo vari assestamenti del Pangea, circa
190 milioni di anni fa, iniziò a fratturarsi il continente Gondwana che
produsse un’inversione nel movimento della futura Africa la quale, dopo essersi spinta
per decine di milioni di anni verso Sud, iniziò una
altrettanto lenta marcia di riavvicinamento al continente eurasiatico. Da questo momento in poi la deriva dei continenti continua lentamente, ma inesorabilmente, con pressapoco la stessa dinamica e dirigendo le grandi zolle verso la posizione in cui si trovano attualmente.


152 Ma. Siamo già in una fase discretamente avanzata della separazione dell’Africa dal nord America. Si è aperto il proto-Atlantico del nord mentre Africa e Sud America sono ancora unite, ma lo resteranno per poco tempo geologico poiché le ulteriori enormi spinte tettonice, in atto ormai da milioni di anni, le separeranno secondo la dinamica illustrata dalla animazione seguente.


94 Ma. Il nord Atlantico si è ulteriormente ampliato e il Sud America si è staccato dall’Africa andando alla deriva verso est e lasciando spazio all’apertura del sud Atlantico. Intorno a questo periodo inizia anche l’orogenesi Alpino Himalayana che provocherà l’elevazione di quasi tutte le catene montuose attuali comprese la Cordigliera delle Ande e le montagne rocciose.

66 Ma. i continenti, continuando la loro deriva nel processo iniziato circa 200 Ma, vanno via via assumendo le posizioni intermedie fino a quelle attuali. Una discreta parte di quelli che saranno i territori degli attuali continenti è ancora sommersa dai mari e dagli oceani, ma ben presto (geologicamente) la configurazione si avvicinerà pian piano a quella attuale, ma non certo definitiva…

50 Ma. Le Americhe hanno continuato, e continuano, la loro deriva verso est innalzando le montagne Rocciose e la Cordigliera delle Ande. Ormai le terre sono vicine alla posizione odierna che raggiungeranno nei successivi 50 Ma spostandosi nelle rispettive direzioni di pochi centimetri l’anno. L’Africa si muove verso l’Europa e l’India verso L’Asia.
La prima chiudendo pian piano l’oceano Ligure Piemontese inghiottito in parte sotto l’Europa e che diventerà il proto-Mediterraneo; la seconda (India) s’incollerà all’Asia. Africa e India continuano a provocare l’orogenesi Alpino himalayana precedentemente nominata e iniziata circa 50 Ma prima del periodo rappresentato in figura.

14 Ma. E siamo, per così dire, quasi ai giorni nostri, sempre geologicamente parlando. Infatti se riducessimo l’età della Terra a 24 ore (1440 minuti) con nascita alle ore 00 e il tempo attuale ore 24, 14 miliardi di anni corrisponderebbero agli ultimi 4 minuti, ci troveremmo cioè, pressappoco alle ore 23:56.


18.000 anni fa. Ultima glaciazione: i “giochi son fatti” .

Eccoci arrivati al presente: i “giochi son fatti” ma, come dicevamo, continuano i movimenti iniziati circa 200 Ma e le previsioni per il futuro sono indicate nella figura successiva.


Tra 50 Milioni di anni.

Questa, appena terminata, è la storia geologica del continente sudamericano e, se vogliamo, la storia della Terra nel suo insieme. Per descrivere nei dettagli la storia anche di un solo continente bisogerebbe riempire diversi volumi, almeno uno ogni periodo geologico. Pertanto il lettore dovrà accontentarsi di questa “veloce” sintesi che, tra l’altro, riguarda solo gli ultimi 650 Ma della vita della Terra, vale a dire 3 ore e 13 minuti (dalle 20:47 alle 24:00). Di certo sappiamo quindi che continuerà l’ampliamento della crosta oceanica in corrispondenza della dorsale medioceanica che allontanerà sempre più il sudamerica dall’Africa.

Riguardo i processi ancora in atto e che modificano il Sud America, possiamo distinguere schematicamente i processi endogeni da quelli propriamente esogeni; ma si tratta di processi che avvengono comunque in tutte le terre emerse in maniera continua e senza una precisa separazione tra i due. Il rilievo terrestre è infatti dato dalla combinazione dei due processi ossia dalla combinazione dei processi legati alla dinamica dell’atmosfera e dell’idrosfera e da quelli legati alla litosfera vera e propria. Ogni forma sulla terra è quindi il risultato dell’interazione sia dell’azione delle forze endogene (alle quali appartengono tutti i fenomeni tettonici, sismici, vulcanici etc.) e delle forze esogene ossia di tutti i fenomeni legati all’atmosfera, idrosfera, biosfera di qualunque natura siano (chimica, fisica etc.). Da tutto ciò derivano quindi le forme propriamente e prevalentemente endogene (ad esempio le catene montuose in formazione magari con annesse aree vulcaniche, come capita nelle Ande)  da quelle esogene (ad esempio le forme fluviali come i meandri e tutte le forme legate alla dinamica fluviale del Rio delle Amazzoni). La distinzione tra processi e forme endogene ed esogene e tuttavia convenzionale ed è dipendente dalla scala di osservazione.  In genere si può asserire che osservando ad esempio i lineamenti del rilievo propri dell’America del Sud (come di qualsiasi altra terra emersa) a piccola scala essi appaiono come il risultato dei processi endogeni (strutture montuose recenti ed in continua evoluzione, fenomeni sismici e vulcanici attivi, massa continentale in continua evoluzione etc.). Mentre se ci avviciniamo ad osservare un’area limitata della stessa, a grande scala, osserveremo tutte le varietà di forme dovute alle azioni esogene (incisioni vallive, pianure alluvionali, dune, forme antropiche etc.).