Un mio amico dice che la selezione naturale ha lo scopo di perpetuare le specie. Io ribadisco che la scienza ci dice solo che le specie si perpetuano a causa della selezione naturale, e che la sua è in realtà un’affermazione filosofica indimostrata, e non scientifica. Chi di noi ha ragione?

Il concetto di selezione naturale è stato elaborato da Charles Darwin ed esposto per la prima volta nell’opera “L’origine delle specie” (1859), nella quale viene dimostrata l’evoluzione delle specie, fino ad allora considerate invariate ed invariabili nelle generazioni trascorse dalla Creazione.

Cercando di darne una definizione, la selezione naturale è il meccanismo per cui solo gli individui di una specie più adatti all’ambiente sopravvivono e si riproducono, perciò, estendendo il concetto, è il motivo fondamentale per cui le specie si estinguono. D’altro canto, se solo alcuni individui sono in grado di riprodursi, cioè di trasmettere i propri geni, nel corso delle generazioni si avrá un progressivo cambiamento del pool genico, ossia dell’insieme dei geni, di una popolazione o di una specie: l’evoluzione consiste appunto in queste modificazioni graduali dettate dalla selezione naturale. Poiché l’ambiente, inteso come insieme di componente biotica (esseri viventi, animali e vegetali) e abiotica (non viventi, come il clima e la morfologia del paesaggio) cambia continuamente le proprie caratteristiche, si dice che le specie sono sottoposte continuamente a pressione selettiva.

Entrando nel merito della domanda, bisogna dire che la selezione naturale non ha uno scopo, in quanto è un processo il cui esito dipende esclusivamente dall’ambiente. Essa è invece il mezzo attraverso cui la vita si perpetua e si evolve. Per fare un esempio, i dinosauri si estinsero per cause ancora ignote, ma tutte riconducibili al fatto che non si erano adattati ai cambiamenti del loro ambiente (climatici o conseguenti ad un meteorite che colpì la terra). Viceceversa, i Mammiferi sopravvissero, ma la selezione naturale ha portato al loro differenziamento: sempre ad esempio, per questo motivo le due specie di elefante attualmente esistenti, quello africano (Loxodontia africana) e quello asiatico (Elephas maximus), sono diverse dal loro progenitore comune. Allo stesso modo le pressioni selettive a cui sono state sottoposte dai rispettivi ambienti sono state diverse e protratte per così lungo tempo da causare l’evoluzione di due specie distinte, nell’ambito di un processo detto speciazione. La speciazione rappresenta l’estremizzazione degli effetti della selezione naturale su popolazioni di una stessa specie sottoposte a diverse pressioni selettive.

Elefante indiano ed elefante africano