Buongiorno, ho letto di molte critiche alla teoria evoluzionistica di Darwin e alcuni dicevano che oggi è respinta dagli scienziati. Vorrei sapere se tutto questo è vero e se l’uomo e la scimmia hanno ancora un antenato comune. Grazie

Non è facile riassumere in poche righe tutte le innumerevoli prove che, negli anni, si sono raccolte a favore delle teorie “darwiniane” sull’evoluzione della specie per selezione naturale. Alcune di queste prove esistevano già ai tempi di Darwin, come ad esempio l’evidenza della selezione artificiale operata dall’uomo sugli animali domestici (a questo tipo di prova Darwin dedica il primo capitolo del suo libro “l’Origine della specie”), altre vennero in seguito con i progressi in ambito scientifico.
La biologia molecolare con la scoperta del DNA e dei suoi meccanismi di funzionamento pose le basi per la comprensione dell’origine delle variazioni naturali all’interno di una specie. Una singola mutazione in una delle innumerevoli basi che compongono il DNA di una cellula germinale (cioè destinata a generare uno spermatozoo o una cellula uovo), può produrre proteine modificate che in alcuni casi sono in grado di generare variazioni nel fenotipo della prole. Sono queste mutazioni genetiche (in aggiunta al rimescolamento genetico che si ha nelle cellule germinali delle specie sessuate) che costituiscono le principali fonti di variazione sulle quali agisce la selezione naturale.
Analizzando le differenze a livello amminoacidico di proteine omologhe in specie differenti con tecniche di biologia molecolare, si può fare una specie di viaggio a ritroso nel tempo. E’ possibile addirittura calcolare quanto tempo fa due specie animali si distaccarono da un ceppo precursore comune.
Ma se questo non bastasse altre prove dell’evoluzione della specie arrivarono anche dalla geologia e dal ritrovamento di molti dei cosiddetti “anelli mancanti” come ad esempio il famoso Archaeopteryx.
Nelle sue linee generali dunque, la teoria dell’evoluzione a livello scientifico trova ben poche critiche. Negli ultimi anni, tuttavia, autorevoli scienziati hanno elaborato la teoria apportando contributi originali. Uno di questi è sicuramente Stephen Jay Gould. Dotato di una innata capacità divulgativa, Gould ha appassionato per anni i suoi lettori con una infinita serie di saggi sull’evoluzione e sulla storia della scienza. Il suo lucido spirito critico si è scagliato soprattutto verso una certa interpretazione dell’evoluzione come tendenza alla perfezione. L’evoluzione dell’uomo, secondo Gould, si è sviluppata in una direzione assolutamente casuale; riavvolgendo il nastro dell’evoluzione e tornando agli albori della vita sulla terra, difficilmente si otterrebbe lo stesso “film”, l’uomo quindi non è il fine dell’evoluzione, ma solamente un prodotto accidentale.
Ma Gould elabora anche una sua teoria sull’evoluzione della specie. A differenza di Darwin che vede la transizione da una specie all’altra come un processo molto lento, generato dal susseguirsi di piccole mutazioni, Gould ritiene invece che siano esistiti momenti molto brevi nella storia della vita in cui ci furono condizioni adatte alla nascita di nuove specie (ad esempio durante le grandi estinzioni di massa che si sono susseguite con una certa regolarità nel corso delle ere geologiche) preceduti e seguiti da fasi relativamente “tranquille” da punto di vista della speciazione.
Entrambe le teorie, per rispondere alla domanda, non mettono in dubbio che l’uomo e la scimmia abbiano avuto un comune antenato, ma interpretano in maniera diversa la fase di transizione tra le due specie.
Per concludere credo che le ultime righe del libro “l’origine della specie” rendano bene l’idea di quanto possa essere affascinante cercare di capire i meccanismi con cui la vita si è generata e si è sviluppata sulla terra:

“Vi è qualcosa di grandioso in questa idea della vita, con le diverse forze, (…) e nel fatto che mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l’immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano ad evolversi.” Charles Darwin.

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