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V secolo a.C.
Filolao e il grande fuoco centrale

Filolao di Crotone, filosofo della scuola pitagorica, riteneva che l'influenza predominante nell'universo doveva provenire dal suo punto centrale e che la Terra non può trovarsi al centro perché essa non esercita tale influenza predominante. La Terra quindi ruota attorno ad un centro, che non era occupato dal Sole, ma da un fuoco centrale "sede di Zeus" dove risiede il principio dell'attività cosmica. Il fuoco centrale è nascosto ai nostri occhi dalla massa della Terra stessa, la quale è sempre rivolta dalla parte opposta. Per compiere  un giro  attorno al fuoco centrale la Terra doveva impiegarci un giorno: ecco spiegato  il motivo per cui si ha il succedersi del giorno e della notte, come pure la rivoluzione apparente diurna di tutti gli astri. 
Per Filolao il Sole non era un corpo che emetteva luce da sé. Infatti il fuoco centrale avrebbe dovuto essere l'unico focolare di attività presente nell'universo. Il Sole era semplicemente un corpo vitreo e poroso che assorbiva la luce dal fuoco centrale e la rendeva visibile a noi. 
Oltre al Sole e alla Terra, anche la Luna e gli altri pianeti giravano attorno al focolare dell'universo.  

Questa teoria, pur essendo molto fantasiosa, possedeva il pregio di mettere in evidenza il moto della Terra. La Terra non è immobile e la sua rotazione attorno ad un centro determina il moto apparente della sfera celeste in senso opposto. Si potrebbe affermare che Filolao fu il primo anticipatore delle idee di Copernico.  

 Né Platone, né tantomeno Aristotele, presero in considerazione le idee di Filolao, che non ebbero quindi seguito e, nonostante Eraclide un secolo dopo riprendesse in qualche modo le sue teorie,  con Ipparco e Tolomeo  la Terra divenne "definitivamente" immobile. 


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