La scienza si basa per lo più sulla falsificazione e sulla riproducibilità di un esperimento. Esistono però dei fenomeni che non possono essere riprodotti in laboratorio (una stella, il big bang, l’evoluzione). E’ corretto, allora, affermare che vi siano più tipi di teorie scientifiche (riproducibili, non riproducibili, ecc.)? Se si, quali sono e quali metodi di indagine prevedono? Grazie!

La riproducibilità di un fenomeno, pur essendo un importante criterio di controllo, non è tuttavia un requisito indispensabile per costruire una teoria scientifica. Come giustamente osserva il lettore, vi sono eventi non riproducibili che pur tuttavia hanno generato importanti teorie scientifiche.

Requisito fondamentale di qualsiasi affermazione scientifica è la cosiddetta “intersoggettività”. In altre parole la scienza è alla ricerca di affermazioni che superino le opinioni individuali e che possano essere condivise da chiunque, dotato di ragione e intellettualmente onesto.

Il primo criterio di intersoggettività che l’umanità ha scoperto è stato il ragionamento logico matematico. Gli antichi Greci diedero straordinari contributi alla matematica inventando il concetto di dimostrazione. Se si assumono per veri certi presupposti e si attua un procedimento deduttivo corretto, nessuno può non essere d’accordo con le conclusioni raggiunte. È questa l’essenza del cosiddetto "metodo assiomatico", mirabilmente codificato in campo logico da Aristotele e rigorosamente applicato in campo matematico da Euclide nei suoi celebri Elementi.

Il secondo criterio di intersoggettività fu trovato dall’umanità molto più tardi. Si tratta dell’osservazione sperimentale dei fenomeni. Com’è noto esso venne introdotto nel Seicento da Galileo che inventò, in tal modo, una nuova forma di conoscenza non filosofica della realtà. Di fronte a una evidenza empiricamente rilevabile nessuno può non essere d’accordo con i fatti osservati. Tale constatazione è così palese da apparire quasi banale. Tuttavia è sufficiente ripercorrere la biografia di Galileo per rendersi conto delle difficoltà che questo secondo criterio di intersoggettività ha dovuto affrontare prima di riuscire ad imporsi.

L’accordo intersoggettivo non garantisce in modo assoluto la verità di una affermazione (può benissimo accadere che tutti quanti ci stiamo sbagliando). Tuttavia esso è un buon indizio che l’affermazione in questione abbia un elevata probabilità di essere vera.

Relativamente ai fenomeni non riproducibili, come quelli citati dal lettore, il secondo criterio di intersoggettività, ovvero l’osservazione sperimentale, sembrerebbe inapplicabile. Tuttavia occorre chiarire che per i fenomeni non riproducibili la cui esistenza viene accettata dalla comunità scientifica devono necessariamente esistere prove indirette osservabili sperimentalmente. Ad esempio, per il Big Bang esistono numerosi indizi indiretti il più convincente dei quali è la famosa radiazione cosmica di fondo a 3 K. Tale radiazione prevista teoricamente nel 1948 da George Gamow fu effettivamente osservata nel 1965 da A. Penzias e R. Wilson. Quindi anche per i fenomeni non riproducibili deve essere soddisfatto il requisito dell’osservabilità, sia pure indiretta e, quindi, quello dell’intersoggettività.

Per quanto riguarda il falsificazionismo, anche se la versione originaria proposta da Popper è apparsa a critici successivi un po’ semplicistica, esso rappresenta un utile criterio di demarcazione tra affermazioni scientifiche e non scientifiche. Se una affermazione non può mai essere falsificata dall’esperienza, vuol dire che non ha alcun rapporto con essa e, come tale, non può essere considerata scientifica. Al contrario, essa può appartenere al mito, alla religione, alla metafisica, all’ideologia, ecc.

In definitiva quindi non sarei molto d’accordo con il lettore quando suggerisce di distinguere tra teorie riproducibili e non riproducibili. Tutto sommato si tratta di una differenza irrilevante. L’importante per una teoria scientifica è che vi siano elementi concreti (sperimentali e logici) che la sostengano e che possano essere condivisi da chiunque.