Volevo conoscere il nome delle specie italiane di fasmidi , la loro distribuzione e se sia possibile trovarli nelle regioni Alpine (Trentino Alto Adige ad esempio), grazie.

Annoverati un tempo nell’ordine sistematico degli Ortotteri, i Fasmoidei o Fasmidi costituiscono ora un ordine a sé stante. La classificazione è controversa, in quanto alcuni Autori considerano un’unica famiglia (Phasmatidae), altri due famiglie, Phasmatidae (insetti stecco) e Phyllidae (insetti foglia).
Fanno parte di questo gruppo insetti che hanno fatto del mimetismo criptico la principale strategia di difesa, arrivando ad imitare un rametto od una foglia alla perfezione, per omocromia ed omomorfismo. Proprio a questo devono l’origine del loro nome, dal greco fàsma = spettro, in quanto spesso risultano totalmente invisibili. In particolare la colorazione può subire delle modificazioni, lente e definitive o rapide e transitorie, per la variazione di fattori fisici come illuminazione, umidità e temperatura.

I Fasmidi presentano un evidente dimorfismo sessuale, in quanto i maschi sono di dimensioni minori e meno appariscenti, mentre le femmine sono attere. Inoltre i maschi sono molto rari, in quanto le femmine si riproducono per partenogenesi (dal greco parthènos = vergine), cioè un tipo di riproduzione non sessuale in cui l’uovo si sviluppa senza essere stato fecondato dallo spermatozoo, in particolare in questi insetti si osserva una partenogenesi telitoca (o telitochia), da cui derivano quasi esclusivamente femmine.
Hanno apparato boccale masticatore, sono tutti fitofagi e talora voraci defogliatori, hanno abitudini notturne e prediligono i climi caldo-umidi (boschi e foreste, ma anche prati).

I Fasmidi, oltre al già citato criptismo, favorito anche dall’estrema lentezza dei movimenti (“…muovono i loro arti con tanta esitazione come se dovessero estrarre ognuna delle grandi zampe da uno strato di colla” – H.W.Smolik) possono adottare diverse strategie difensive. Possono assumere una postura minacciosa, imitando uno scorpione; emettere sostanze chimiche ripugnanti; esibire improvvisamente la colorazione vivace delle ali (i maschi) per disorientare l’eventuale predatore. Possono assumere un atteggiamento di tanatosi (dal greco thànatos = morte), simulando cioè uno stato di morte, che in genere scoraggia il predatore che considera prede già morte potenzialmente inappetibili.
Infine, in situazioni estreme possono perdere per autotomia, cioè per amputazione spontanea, un arto che con le successive mute ricresce e che si distingue dagli altri per il diverso numero di articoli dei tarsi.

In Italia sono presenti solo insetti stecco: Bacillus rossii (maschio 60 mm, femmina 80-105 mm) e Clonopsis gallica (maschio 55 mm, femmina 62-70 mm), relativamente comuni, nei quali è difficile trovare i maschi. Attorno al Mediterraneo è presente Leptynia hispanica, poco frequente, ma in cui i sessi sono ugualmente rappresentati, ed altre specie del genere Bacillus, in cui la femmina è sempre di dimensioni molto maggiori (circa il doppio) rispetto al maschio.
In Europa si sono insediate alcune specie esotiche, originarie della Nuova Zelanda, introdotte accidentalmente insieme ad alcune piante, o provenienti da allevamenti: Acanthoxyla prasina, coperta di punte su capo e torace, della quale non si conosce il maschio e Clitarcus hookeri, di cui i maschi, comuni nel Paese d’origine, sono invece sconosciuti in Europa. Infine Carausius morosus, originaria delle regioni orientali, che in Europa si è acclimatata nelle serre.
B. rossii, che ha un corotipo (area di distribuzione) sud-europeo, non si rinviene nelle Alpi; è stato osservato in Italia nel Piemonte meridionale e nell’Appennino; in particolare, nell’Appennino centrale è stato rinvenuto a quote non superiori a 750 metri; infine si osserva in laboratorio come la temperatura ottimale dei Fasmidi vari a seconda delle specie, ma non scenda sotto i 16 °C. Dunque è lecito pensare che, prediligendo questi animali i climi più caldi, all’aumentare della latitudine diminuisca la quota a cui è possibile reperirli.

Per le immagini si rimanda ai seguenti link:

http://www.amiciinsoliti.it/artropodi/fasmidi.html

http://www.insettostecco.it

Bibliografia:

1. A.Andreetti, G. Osella – Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona (II serie) – Sezione Scienze della Vita – n.14 – 2001
2. B.Baccetti et alii – Zoologia, trattato italiano, vol. II- 1991, Editoriale Grasso, Bologna
3. M. Chinery – Guida degli Insetti d’Europa – 1987, Franco Muzzio Editore, Padova
4. Dizionario di Etologia, diretto da D. Mainardi – 1992, Giulio Einaudi Editore, Torino
5. Enciclopedia della Scienza e della Tecnica Mondadori McGraw Hill – 1963, Arnoldo Mondadori, Milano
6. G. McGavin – Insetti, Ragni e altri Artropodi terrestri – 2000, R.C.S. Libri S.p.A., Milano
7. Nuova Enciclopedia delle Scienze Garzanti – 1988, Garzanti Editore
8. H.W. Smolik – Enciclopedia illustrata degli animali, vol. V – 1972, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano