Volevo sapere se sono state compiute investigazioni scientifiche accurate sul miracolo eucaristico di Lanciano, vari secoli fa il vino divenne sangue e l’ostia un pezzo di cuore. Grazie per l’ottimo lavoro che svolgete.

L’epigrafe che compare all’interno della Chiesa di San Francesco in Lanciano

Circa gli anni del Signore Settecento in questa Chiesa allora sotto il titolo di S.Legutiano de’ monaci di S.Basilio dubitò un monaco sacerdote se nell’hostia consecrata fusse veramente il corpo di N.S., se nel vino il Sangue. Celebrò messa e dette le parole della consacrazione vidde fatta carne l’hostia e sangue il vino. Fu mostrata ogni cosa a’ circostanti ed indi a tutto il popolo. La carne è ancora intiera ed il sangue diviso in cinque parti disuguali che tanto pesano tutte unite quanto ciascuno separata. Si vede oggidì nello stesso modo in questa cappella fatta da Giovanni Francesco Valsecca a sue proprie spese l’anno del Signore MDCXXXVI”.

Questa è l’iscrizione che accoglie i pellegrini che visitano ogni giorno il “Miracolo Eucaristico” custodito nella Chiesa di San Francesco in Lanciano (CH). Per maggiori informazioni sul presunto miracolo si possono visitare i seguenti siti:

http://www.lanciano.it/miracolo

http://www.totustuus.org/Miracoli.Eucaristici/Lanciano/Lanciano.htm

Nell’iscrizione balza subito agli occhi l’incongruenza logica secondo la quale ciascuna parte del sangue peserebbe quanto l’insieme di tutte. Ora un miracolo per definizione può violare una legge fisica, ma difficilmente può violare la logica. Al di là di questo, sul presunto miracolo sono stati effettuati nel passato diversi studi che possono essere divisi in due filoni: studi di tipo storico e studi di carattere scientifico.
Diciamo però subito che nessuno di questi studi ha consentito finora di giungere a conclusioni certe né a favore dell’ipotesi miracolistica né a favore dell’ipotesi secondo la quale la reliquia sarebbe un falso deliberatatamente costruito. Quindi sono sicuramente necessarie ulteriori indagini e il CICAP sta organizzando un gruppo di lavoro che si occuperà del caso.

Dal punto di vista storico le prime fonti sul miracolo risalgono al massimo al 1574, anno in cui Monsignor Rodriguez effettuava la requisizione delle reliquie (di cui la stele citata ne è l’attestato) e avviava un’indagine sulle fonti storiche del miracolo. Non vi sono documentazioni certe più antiche e le ricerche storiche non consentono al momento di raccogliere elementi significativi per comprendere la natura e l’origine del presunto miracolo.

Dal punto di vista scientifico è evidente che non si possono fare indagini sulla presunta trasformazione dell’ostia e del vino rispettivamente in carne e sangue. Il credere in una simile trasformazione rimane quindi un puro atto di fede.
Le uniche analisi che si possono condurre sono quelle sullo stato attuale della reliquia, sulla sua reale natura e sulle modalità della sua conservazione.
Gli unici studi compiuti in tal senso sono stati effettuati dal Prof. Odoardo Linoli, libero docente in Anatomia e Istologia Patologica, in Chimica e Microscopia Clinica, Primario Direttore del Laboratorio di Analisi cliniche e di Anatomia Patologica dell’Ospedale “S. Maria sopra i Ponti” di Arezzo. Il Prof. Linoli eseguì i primi studi agli inizi degli anni Settanta e li riprese poi nel 1981. Le conclusioni essenziali che il Prof. Linoli raggiunse sono le seguenti:

1. La “carne miracolosa” è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio.

2. Il “sangue miracoloso” è vero sangue: l’analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile.

3. Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immunoematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB. Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l’appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell’appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno.

4. Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale.

5. Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservatrici utilizzate nell’antichità allo scopo di mummificazione. La conservazione di proteine e dei minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale: le analisi ripetute hanno permesso di trovare proteine nelle mummie egiziane di 4 e di 5.000 anni. Ma è opportuno sottolineare che il caso di un corpo mummificato secondo i procedimenti conosciuti, è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici atmosferici e biochimici.

6. Nel Sangue sono risultati sensibilmente ridotti il sodio, il potassio, i cloruri, il fosforo e il magnesio, mentre il calcio è risultato aumentato.

Il prof. Linoli sembra propenso a escludere l’ipotesi di un falso compiuto nei secoli passati: “Infatti -dice- supponendo che si sia prelevato il cuore di un cadavere, io affermo che solamente una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere un “taglio” uniforme di un viscere incavato (come si può ancora intravedere sulla “carne”) e tangenziale alla superficie di questo viscere, come fa pensare il corso prevalentemente longitudinale dei fasci delle fibre muscolari, visibile, in parecchi punti nelle preparazioni istologiche. Inoltre, se il sangue fosse stato prelevato da un cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione”.

Purtroppo gli studi del Prof. Linoli lasciano aperti ancora molti interrogativi. Ad esempio nulla dicono circa l’età della reliquia e non escludono completamente la possibilità che un reperto anatomico si sia conservato naturalmente in quelle condizioni, anche senza l’aggiunta di sostanze conservanti. Dal punto di vista scientifico questo aspetto è sicuramente quello di maggiore interesse, sul quale vale la pena intraprendere ulteriori ricerche.

Quindi, come affermavo in apertura, ulteriori indagini sono quindi sicuramente necessarie. Purtroppo però, come sempre accade, è molto difficile ottenere l’autorizzazione da parte delle autorità ecclesiatiche a compiere studi su reliquie nei confronti delle quali esiste una forte devozione popolare.

Riferimenti bibliografici sul presunto miracolo di Lanciano:

Il Miracolo Eucaristico di Lanciano, Bruno Sammaciccia, Edizioni S.M.E.L., Lanciano 1980;

Le reliquie eucaristiche del Miracolo di Lanciano, P. Amedeo Giuliani, Edizioni S.M.E.L., Lanciano 1997;

Ricerche istologiche, immunologiche e biochimiche sulla carne e sul sangue del Miracolo Eucaristico di Lanciano, Prof. O. Linoli, Edizioni S.M.E.L., Lanciano 1992;

La conversione miracolosa in carne della grande ostia che si conserva nella chiesa di S.Francesco in Lanciano, Sanna Solaro, Torino 1892.

Nota: l’autore desidera ringraziare Enrico Speranza per le utili informazione gentilmente fornite relativamente all’argomento trattato.