Se per assurdo gli astronauti della stazione spaziale dovessero azzuffarsi in una rissa , gli effetti interni prodotti dalla lotta potrebbe far variare l’orbita della stazione ?

Fin tanto che la stazione spaziale rimane integra, non c’è
modo per gli astronauti, semplicemente urtando le pareti, di far cambiare
l’orbita della stazione stessa. Infatti, per far decadere l’orbita è necessario
rallentare il moto orbitale del veicolo, il che può accadere solo sfruttando il
principio di azione e reazione, espellendo a grande velocità e nella direzione
del moto orbitale qualche oggetto massiccio.
La precedente affermazione si basa sul principio fisico per cui la quantità di moto di un sistema isolato si conserva; pertanto il centro di massa di un sistema cui non sono imposte forze esterne mantiene la sua velocità. Dunque il sistema stazone + astronauti non può accelerare o rallentare, a meno che non venga impattato da qualcosa di esterno o che qualcosa non venga espulso.
Nella fattispecie della “rissa”, questa indurrebbe vibrazioni nella struttura ma non cambi di velocità. Se per esempio un astronauta, usando un portello della stazione come “trampolino”, si dà una spinta, la stazione per reazione subisce una spinta (molto minore dato il rapporto delle masse) in direzione opposta, ma il baricentro non si muove. Quando l’astronauta colpisce la parete opposta restituisce la quantità di moto alla stazione.

Dunque, per quanto visto, l’unico modo per perdere velocità è espellere dalla stazione qualcosa di molto massiccio nella direzione del moto: così facendo il resto della
stazione perde velocità e ottiene si un conseguente abbassamento dell’orbita.  Su
questo principio si basano tutti i motori a razzo, che espellono grandi masse
di gas ad elevata velocità in una direzione, ed imprimendo così un moto al
resto del veicolo nella direzione opposta. Quando l’orbita è sufficientemente
bassa da interagire con gli strati più densi dell’atmosfera, è l’atmosfera
stessa a fare il resto, dissipando l’energia cinetica rimanente per attrito.
Inutile dire che la sola forza di un astronauta non è
sufficiente a lanciare alcunché di abbastanza massiccio fuori dalla stazione a
velocità tale da far cambiare il moto della ISS di una quantità rilevante. 

La situazione peggiore che si possa immaginare è che qualcuno,
intenzionalmente o meno, azioni i dispositivi di manovra e metta la stazione
con la massima superficie possibile esposta nella direzione del moto. In questa configurazione si avrebbe un maggior attrito con l’atmosfera residua e una velocità
di decadimento dell’orbita maggiore. In ogni caso ci vorrebbero mesi per far
precipitare la stazione, anche in questa condizione.
Ancora peggio sarebbe se, con uno Shuttle attraccato alla
stazione e con i motori rivolti nella direzione del moto, ne venissero accesi i
motori che sono normalmente utilizzati per iniziare la manovra di rientro del
veicolo spaziale. In ogni modo i dispositivi di sicurezza sono tali che questa
manovra non possa accadere accidentalmente, ma solo per volontà di qualcuno dei
piloti dello Shuttle stesso. Non sono inoltre nemmeno del tutto certo che la
stazione internazionale reggerebbe strutturalmente ad una manovra del genere,
impressa attraverso il modulo di attracco.