In generale la quantità di radiazione emessa dalle scritte fluorescenti di un orologio o di un quadrante di dimensioni normali non è pericolosa per l’uomo, che assorbe radiazioni naturalmente per la presenza di RADON nell’atmosfera, nei materiali, nel terreno.
La quantità di radiazioni emessa da un orologio o da un quadrante è inferiore ai limiti consigliati per prendere provvedimenti di 200 Bq/m3.
I problemi erano insorti presso le aziende di produzione dei quadranti, quando ancora non si sapevano gli effetti cronici ed a lungo termine delle radiazioni. In queste fabbriche di orologi e quadranti gli addetti utilizzavano pennelli per incidere le scritte fluorescenti e spesso, rettificavano la punta dei pennelli umettandola con la saliva direttamente dalla bocca. In questo modo assumevano quantità sensibili di composti radioattivi che hanno poi provocato patologie differenti.
In ogni caso le radiazioni emesse dai quadranti dovrebbero essere fermate ed assorbite dagli schermi protettivi in vetro delle radio ed orologi. Si consiglia pertanto di tenere gli ogetti dento armadi con porte in vetro. Inoltre è sconsigliato tenere oggetti radioattivi nella camera da letto, ma è meglio tenerli in apposite stanze (se disponibili) per collezione, in modo da limitare l’esposizione degli occupanti.
Nel caso del plutonio, la massima quantità a cui può essere esposto un uomo adulto senza danni significativi somatici è 0,0005 microgrammi (5 x 10-10 g).
Va detto per completezza che non esiste per definizione una quantità minima o massima senza che si verifichino danni di alcun tipo: le radiazioni provocano danni, ma a seconda dell’intensità di esposizione divengono più o meno probabili effetti letali, cronici, acuti, leggeri, livi, non significativi. Anche le dosi più piccole non cessano gli effetti, ma contribuiscono alla dose totale annule di un individuo.
LINK VIALATTEA: (sulle unità di misura della radiazione)
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?numero=1151
LEGISLAZIONE:
D.Lgs. 230/1995 (definizioni, fisici, biologici, tecnici)