La velocità del suono è uguale a quella di propagazione delle piccole perturbazioni di pressione perchè il suono si trasmette attraverso piccole perturbazioni di pressione. Quello che in realtà noi chiamiamo suono è semplicemente una perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo con una frequenza che sia udibile al nostro orecchio. Se il mezzo di propagazione è un fluido allora questa perturbazione meccanica provoca una piccola variazione di pressione (per esempio, un aumento) nella zona in cui è applicata. Successivamente la zona tende a tornare in equilibrio disperdendo la pressione in eccesso e quindi provocando un aumento della pressione nelle zone circostanti, e così via la perturbazione si propaga attraverso il mezzo. Quando la perturbazione è periodica con una frequenza che rientra nell’intervallo di sensibilità delle nostre orecchie noi possiamo ascoltare questa perturbazione come “suono”.
La propagazione delle piccole perturbazioni di pressione è con ottima approssimazione isoentropica perchè avviene a velocità tali che gli scambi di calore conseguenti alle compressioni e dilatazioni sono trascurabili, per cui possono essere considerate tutte trasformazioni adiabatiche. Inoltre per la maggior parte dei fluidi è trascurabile anche la produzione di calore dovuta alla viscosità del mezzo. Senza scambio di calore l’entropia non può variare.