Volevo farle notare che la cottura dei cibi raramente porta ad un aiuto per la digeribilità dei cibi, anzi. Considerazione che mi sembra doverosa visto le notizie che ho letto nel suo articolo vale a dire se non ho letto male che 1,8 milioni di anni fa l’uomo già utilizzava il fuoco, cosa che mi lascia sconcertato, spero mi voglia spiegare meglio, grazie

Una piccola premessa per chi legge, la domanda posta è correlata ad un mio precedente articolo: “Mi chiedevo in che modo la modificazione della dieta dei primi ominidi da vegetariana a carnivora abbia potuto modificare l’apparato masticatorio e di conseguenza il volume cerebrale (e quindi la facoltà di pensiero). Grazie”.

L’argomento trattato è di per se vastissimo e non era possibile scendere troppo nei particolari, supponevo di aver lasciato parecchi interrogativi aperti, ringrazio perciò l’utente che mi ha posto questo ulteriore quesito permettendomi di chiarire alcuni punti.

Insolite scoperte di resti di selce bruciata ritrovati in un sito in Israele fanno ipotizzare una datazione, nella padronanza del fuoco dei nostri antenati, intorno ai 790.000 anni fa. Tuttavia le evidenze più sicure di questo importante avvenimento sono più recenti e risalgono a circa 250.000 anni fa quando furono ritrovate, in diverse zone d’Europa, ossa carbonizzate a temperature piuttosto alte non raggiungibili da combustioni innescate naturalmente, ad esempio da fulmini.
Quando nel precedente articolo ho scritto che Homo erectus è comparso intorno agli 1,8 milioni di anni fa non intendevo dire che nello stesso tempo avesse già scoperto il fuoco o fosse migrato fuori dall’Africa. Tutto è avvenuto gradualmente nel corso delle epoche, l’erectus infatti è vissuto per lungo tempo sulla Terra e si è estinto solamente poco dopo la comparsa del sapiens circa 200.000 anni fa, forse anche meno.

Per quello che riguarda la cottura dei cibi devo dire che rimango perplessa dalla sua affermazione sulla digeribilità. Senza entrare nel merito dei vari tipi di cottura attuali che in epoche preistoriche di certo non erano così variegati e accessibili come oggi, e senza considerare gli altri elementi positivi o negativi che la cottura comporta, credo sia indubbio che il calore faciliti la masticabilità e la degradazione degli alimenti da parte degli enzimi digestivi.
Con il calore le proteine denaturano, i grassi vengono parzialmente demoliti permettendo al nostro organismo di utilizzare quasi totalmente le proteine e i lipidi contenuti nell’alimento. I legumi non sarebbero per noi commestibili se la cellulosa non fosse idrolizzata dal calore e se gli inibitori della proteasi che inattivano gli enzimi digestivi non fossero distrutti dalla cottura insieme ad altre sostanze tossiche come le aflatossine.

Nell’uomo moderno, rispetto ai precedenti ominidi, si osserva una riduzione in grandezza e numero dei molari e dei premolari, il dente del giudizio spesso manca (terzo molare), i canini sono ridotti, il viso è più piccolo con mandibola meno prominente, la superficie e lunghezza intestinale diminuiscono. Tutte queste caratteristiche, assenti nelle altre scimmie antropomorfe, possono far ragionevolmente supporre una correlazione sia con il tipo di alimentazione onnivoro che con la maggiore digeribilità dei cibi cotti.