Quali sono i gas piu’ tossici per l’ambiente?

Le attività umane, specialmente negli ultimi decenni,
hanno causato l’immissione nell’atmosfera di un numero
praticamente incalcolabile di gas tossici, sia di natura
inorganica che organica. Risulta pertanto assai
difficoltoso assegnare un primato di tossicità a uno o
alcuni gas. Le difficoltà crescono enormemente se si
pensa che a volte gli effetti ambientali sono causati dal
sinergismo di fattori chimici e fisici; si pensi, a tal
proposito, al fenomeno dello smog fotochimico, scatenato
dalla concomitanza di vari fattori, riassumibili nei
seguenti punti:

  • Immissione nell’atmosfera di ossidi di azoto (NO2,
    NO);
  • presenza di idrocarburi insaturi, di origine
    naturale (pinene, limonene) o antropica (gas
    incombusti);
  • energia luminosa;
  • inversione termica;
  • condizioni di staticità nel ricambio d’aria.

In questo caso, la formazione dell’ozono, spesso
indice di smog fotochimico, è solo una delle conseguenze
di un processo chimico che vede anche la formazione di
altre sostanze gassose tossiche per l’ambiente, come i
radicali perossidici, soprattutto perossiacetilnitrato
(PAN).

Si puo’ comunque fare una breve elencazione dei gas
ritenuti piu’ tossici per l’ambiente, almeno alla luce
delle attuali conoscenze.

PRINCIPALI GAS TOSSICI
INORGANICI:




PRINCIPALI GAS TOSSICI
ORGANICI:



CO: Il monossido di carbonio, CO,
causa problemi per la sua tossicità là dove
sono presenti alte concentrazioni. La
concentrazione media del monossido di carbonio
nell’atmosfera è di circa 0,1 ppm. A causa delle
emissioni di monossido di carbonio dalla
combustione interna dei motori, nelle aree urbane
si formano elevati livelli di questo gas tossico
soprattutto nelle ore di punta quando molte
persone sono esposte ad esso. In queste ore i
livelli di monossido di carbonio atmosferici
possono diventare maggiori di 50-100 ppm. Tali
livelli nelle aree urbane sono direttamente
proporzionali alla densità del traffico
veicolare e inversamente proporzionali alla
velocità del vento. Le atmosfere urbane,
pertanto, possono avere livelli medi di monossido
di carbonio dell’ordine di diversi ppm, livelli
nettamente maggiori rispetto a quelli delle aree
remote.
La tossicità, per l’uomo e per gli animali, del
monossido di carbonio risiede nella capacità di
questo gas di legarsi all’emoglobina, causando
uno stato di anossia che puo’ condurre alla
morte.


NOX: L’ossido di azoto (NO), privo di
odore e colore, e il biossido di azoto (NO2),
rosso-bruno e di odore pungente, sono molto
importanti nell’inquinamento dell’aria. Indicati
globalmente con NOx , questi gas entrano
nell’atmosfera da sorgenti naturali, come lampi e
processi biologici, e da sorgenti inquinanti. Le
ultime sono più significative a causa delle
elevate concentrazioni regionali di NO2,
che possono provocare un vero e proprio
deterioramento della qualità dell’aria.
Praticamente tutti gli NOx di origine antropica
entrano nell’atmosfera attraverso la combustione
dei combustibili fossili sia da sorgenti fisse
che mobili. Globalmente vengono immesse ogni anno
nell’atmosfera da queste sorgenti poco meno di
100 milioni di tonnellate di ossidi di azoto,
valore questo che supera ampiamente quello delle
sorgenti naturali.
La maggior parte dell’NO2 che viene
immesso nell’atmosfera dalle sorgenti inquinanti
proviene dall’NO generato dalla combustione
interna dei motori. A temperature molto elevate,
avviene la seguente reazione: NO2 +
O2
> 2 NO
Le reazioni chimiche dell’atmosfera convertono
gli NOx ad acido nitrico, a sali nitrato
inorganici, a nitrati organici ed a nitrato
perossiacetilico. Questi composti chimici hanno
molteplici effetti dannosi per l’ambiente, in
particolare causano: piogge acide, nebbie che
ostacolano la visibilità e che possono avere
influenze sugli equilibri climatici, fenomeni di
accentuazione dello smog fotochimico.
Esposizioni acute all’ NO2 possono
essere dannose per la salute umana. Per
esposizioni che vanno da alcuni minuti fino ad
un’ora, un livello di 50-100 ppm di NO2
causa infiammazioni polmonari per un periodo di
6-8 settimane dopo le quali il soggetto
normalmente si ristabilisce. Esposizioni a 500
ppm e oltre di NO2 portano alla morte
entro 2-10 giorni.


SO2: Approssimativamente vengono immesse ogni anno
nell’atmosfera attraverso attività antropiche,
100 milioni di tonnellate di zolfo principalmente
come SO2 proveniente dalla combustione
del carbone e del gasolio. Come molti altri
inquinanti gassosi, il biossido di zolfo reagisce
formando il materiale particolato, che in seguito
staziona o viene rimosso dall’atmosfera
attraverso pioggia o altri processi. E’ noto che
elevati livelli di inquinamento atmosferico sono
di solito accompagnati da un consistente
incremento delle particelle di aerosol che
portano ad una riduzione della visibilità; la
maggior parte del biossido di zolfo
nell’atmosfera viene alla fine ossidato ad acido
solforico e solfati, in particolare solfato di
ammonio e solfato acido di ammonio, responsabili
di piogge acide e fenomeni nebbiosi.
Anche se non molto tossico per la maggior parte
delle persone, bassi livelli di biossido di zolfo
nell’aria producono alcuni effetti dannosi alla
salute. L’effetto principale è sul tratto
respiratorio, dove viene prodotta irritazione e
resistenza al passaggio dell’aria, soprattutto
per quelle persone che soffrono di insufficienza
respiratoria da asma. Pertanto, l’esposizione al
gas può aumentare lo sforzo richiesto per
respirare. L’esposizione ad aria contaminata da
biossido di zolfo può anche stimolare secrezione
di muco. Nonostante l’SO2 sia mortale
per l’uomo a livelli di 500 ppm, non sono stati
riscontrati danni agli animali da laboratorio per
livelli di 5 ppm.


Altri
gas inorganici:

NH3,
N
2O, N2O5,
H
2S, Cl2,
HCl, HF.
Tra questi inquinanti inorganici
gassosi, l’ammoniaca, NH3, e’
responsabile di fenomeni di nebbia, specialmente
in sinergia con emissione di SO2, con
formazione di solfato d’ammonio, un solido
aerodisperso di colore bianco che riflette la
luce solare.
Cl2 e HCl possono provocare problemi
di tossicità a causa del loro carattere
aggressivo; in alcuni fenomeni di inquinamnto
acuto, l’acido cloridrico e’ risultato
responsabile di fenomeni di piogge acide di
considerevole entità.
Il solfuro di idrogeno viene prodotto dal
decadimento microbico dei composti solforati e
dalla riduzione microbica dei solfati , dai
vapori geotermici, dalla pasta di cellulosa e da
un numero di svariate sorgenti naturali e
antropiche. La maggior parte del solfuro di
idrogeno atmosferico viene convertito rapidamente
a SO2 e a solfati.
Altri composti dell’azoto, soprattutto N2O,
infine, possono avere importanza notevole nel
fenomeno della riduzione dell’ozono
stratosferico, soprattutto se la loro azione è
associata a quella dei clorofluorocarburi.


Idrocarburi
alifatici, saturi e insaturi
L’uso dei combustibili fossili,
soprattutto derivati del petrolio, ha determinato
l’immissione nell’atmosfera di un gran numero di
sostanze organiche volatili (gas), molti dei
quali tossici per l’uomo e per l’ambiente. Tra
questi, rivestono una particolare importanza i
cosiddetti idrocarburi insaturi, aventi
cioè uno o più legami multipli nella loro
struttura molecolare. Alcuni esempi vengono
riportati quì sotto.



Gli effetti tossici possono essere diretti, cioè
determinati direttamente dalla specie, oppure indiretti,
in seguito a trasformazione dei composti organici
in composti più tossici. Un esempio di effetto
indiretto è quello della formazione di specie
radicaliche da idrocarburi insaturi negli episodi
di smog fotochimico.


Una cosa piuttosto interessante è sapere che
alcuni prodotti naturali, come il pinene
emesso da alcune conifere o il limonene, un
composto dal gradevole odore emesso da alcune
piante mediterranee, possono essere precursori di
radicali estremamente pericolosi nella formazione
dello smog fotochimico. Va detto che
l’effetto negativo in questo caso è la
combinazione di più fattori, tra i quali
(fondamentale) è l’emissione di ossidi di
azoto generati dai gas di scarico delle
automobili.



Una cosa da non fare è cercare di
risolvere il problema dello smog fotochimico
piantando alcune specie di alberi sul ciglio
delle strade (la frase non piacerà agli
ambientalisti, ma esiste ormai una corposa
letteratura che prova questa tesi).


Idrocarburi

aromatici

I composti organici aromatici
più tossici , per l’uomo e per gli
animali, sono il benzene e alcuni idrocarburi
policiclici aromatici (IPA), accertati
cancerogeni (tra questi: il benzopirene, e
l’antracene).

Questi composti derivano quasi interamente
dalla esalazione delle benzine trasportate e
dalla combustione dei carburanti (soprattutto gli
IPA).



Composti
organoalogenati: CFC, diossine, dibenzofurani,
pesticidi clorurati
I clorofluorocarburi (CFC) sono
responsabili della distruzione dell’ozono
stratosferico che ci protegge dalle radiazioni
solari UV più penetranti. Il fenomeno è
purtroppo ancora in corso, nonostante queste
sostanze gassose siano state bandite da numerose
convenzioni internazionali. La loropersistenza
ambientale è infatti molto elevata.


Agiscono con un meccanismo a catena, che
coinvolge la luce solare:




Una sola molecola può distruggere,
potenzialmente, migliaia di molecole di O3
.

Le dibenzo-p-diossine policlorurate (PCDD) e i
dibenzofurani policlorurati (PCDF) sono composti
inquinanti che hanno formule generali del tipo
qui mostrate:



Vengono generate da processi di combustione (ad
esempio negli impianti di incenerimento) e sono
estremamente tossiche, anche a basse
concentrazioni.


Alcuni composti organici clorurati sono stati
usati, in passato, come pesticidi; tra questi, il
DDT. Alcuni di questi pesticidi sono volatili;
altri sono in grado di legarsi al particolato
atmosferico, distribuendosi per tutta l’atmosfera
del pianeta (sono stati trovati poersino nelle
nevi dell’Antartide). La loro tossicità è
legata soprattutto al fenomeno della
bioaccumulazione attraverso la catena alimentare.


Pesticidi organofosfati e
carbammati
Attualnmente i pesticidi più
utilizzati sono gli organofosfati e i carbammati,
che stanno sostituendo i clorurati. Sono meno
persistenti, ma potenzialmente più tossici: sono
in grado infatti di neutralizzare un enzima
fondamentale per il corretto funzionamento degli
stimoli nervosi (enzima acetilcolinaesterasi);
sullo stesso meccanismo d’azione sono basate
alcune armi chimiche usate soprattutto nel
mediooriente.
Anche questi composti diffondono e si
distribuiscono nell’atmosfera attraverso il
particolato.
Rivestono una notevole importanza anche nella
contaminazione delle acque.