Vorrei avere tutte le possibili informazioni sull’Appennino Meridionale soprattutto dal punto orogenetico.

Una risposta
sufficientemente completa a questa domanda porterebbe via
diversi volumi di testo, per cui si riporteranno solo
alcune informazioni essenziali dal punto di vista
geografico e geologico-strutturale.

L’Appennino meridionale si
divide in due parti, l’Appennino detto Campano-Lucano e
l’Appennino Calabrese, separati dal passo dello Scalone
(744 m.) per il quale il Tirreno comunica con la valle
dell’Esaro (Crati).

Tra i rilievi più
notevoli dell’Appennino Campano sono il monte Miletto
(2.050 m), il monte Mutria (1823 m), il monte Cervialto
(1809 m), il Monte Terminio (1786 m) e il monte Alburno
(1.742 m), mentre in Basilicata si hanno il monte Pollino
(2.248 m), il monte Sirino (2.005 m), il monte Cervati
(1.899 m) e il monte Raparo (1764 m).

A sud l’Appennino Campano
si estende in una catena di 50-60 Km che corre da nord a
sud lungo la costa tirrenica (catena costiera) e scende
ripida sino a 6-7 km dal Tirreno, culminando a sud nel
monte Cocuzzo (1.541 m).

L’Appennino Calabrese si
estende in tutto il resto della penisola sino alla
Sicilia, ed è costituito dagli altipiani della Sila,
delle Serre, del Poro e dell’Aspromonte. Questi altipiani
sono formati da rocce cristalline, presentanti alla base
formazioni di età terziaria. I rilievi presentano i
fianchi profondamente incisi da corsi d’acqua temporanei,
particolarmente violenti nella stagione piovosa, le
cosìdette fiumare (corsi d’acqua a carattere temporaneo,
con una portata iniziale rapida e violenta e più lenta
nella foce, caratteristiche delle regioni con scarsa
piovosità e con terreni impermeabili privi di
vegetazione in grado di trattenere il flusso d’acqua.

 

 


Il sistema montuoso
Alpino-Himalayano, del quale fanno parte gli Appennini,
iniziò a formarsi oltre 50 milioni di anni fa (nel
Terziario), durante l’orogenesi detta “Alpina”,
in seguito allo scontro tra le placche africana, araba e
indiana e la placca eurasiatica. Il sollevamento di
questa catena continua ancora oggi. Questa catena, che
dai Pirenei arriva all’Himalaya attraverso Alpi,
Appennino, Balcani, Turchia e Pakistan, si formò
allorquando le piccole placche mediterranee (iberica,
adriatica, egea, ecc.) e l’India si serrarono
scontrandosi contro Europa e Asia rispettivamente
(chiusura dell’antica Tetide).

La struttura
dell’Appennino, come anche quella delle Alpi, è
piuttosto complessa.

Il modello genetico degli
Appennini è il seguente: la crosta della microplacca
adriatica, andando in subduzione verso ovest, lungo un
piano di subduzione piuttosto inclinato, ha prodotto lo
scollamento delle sue coperture di rocce sedimentarie, le
quali si sono accavallate le une sulle altre, sotto forma
di falde, muovendosi verso est (verso l’Adriatico).
Queste falde hanno originato la catena degli Appennini.
Questa catena, come abbiamo visto, è tuttora in
sollevamento, e sino a pochi milioni di anni fa
costituiva solo una serie di rilievi emersi dalle acque.
Ad ovest della catena la tettonica distensiva,
caratterizzata da faglie normali, ha prodotto un bacino
di retroarco (il Tirreno). Sul fronte della catena (ad
est) si è formato un profondo bacino di avampaese
(l’Adriatico).

Dal punto di vista della
geologia strutturale, possono essere distinti quattro
settori principali: laziale-abbruzzese, campano-molisano,
campano-lucano e calabro-peloritano.

Questi settori si
riuniscono attraverso un’avanfossa la cui continuità di
affioramento si interrompe frequentemente. Tra
l’avanfossa appenninica e l’Adriatico affiorano vaste
aree di terreni autoctoni, sfuggiti ai raccorciamenti,
presentanti caratteri di avanpaese. L’appennino
meridionale (come anche la Sicilia) mostrano un’evidente
struttura a falde sviluppatasi gradualmente durante il
Terziario superiore. In questo modo si sono formate le
numerose unità stratigrafico-strutturali (interrotte,
nella parte interna della catena, dal bacino tirrenico).
Una sezione trasversale dell’Appennino meridionale
mostrerebbe in generale tre grandi unità: il bacino di
retroarco tirrenico, la catena e la coppia
avanfossa-avanpaese. L’avanpaese è costituito,
nell’Appennino, dalla Murge e dal Gargano (Puglie), con
terreni solo debolmente deformati, mentre in Sicilia è
costituito dall’area degli Iblei (a sud-est dell’isola).
L’avanfossa affiora con continuità tra gli Abbruzzi e la
Sicilia, ed è costituita da depositi clastici marini di
età plio-quaternaria.

La catena è, come già
detto, costituita da una potente successione di unità
stratigrafico-strutturali a falde, conseguenza dello
scollamento ed accavallamento delle rocce sedimentarie
dell’antico fondale della Tetide.

Nell’Appennino meridionale
(e nella Sicilia) i processi di deformazione cominciarono
già nel Miocene inferiore (20-25 milioni di anni fa).
Alcuni indizi e lo studio dei caratteri collisionali
della catena permettono di ipotizzare delle fasi di
deformazione ancora più antiche, probabilmente di età
mesozoica.

L’appennino meridionale
trova ideale prosecuzione nei rilievi della Sicilia, che
si distinguono solo per differenze locali legate alla
neotettonica (variabilità dei raccorciamenti e delle
fasi di sollevamento).