Qual è l’orgine di una caldera e qual è il ruolo degli aeriformi in un eruzione vulcanica

La caldera Aniakchak (Alaska, Nord America) formatasi durante una enorme eruzione esplosiva che ha espulso più di 50 Km3 di magma circa 3450 anni fa. La caldera ha un diametro di 10 Km ed una profondità variabile da 500 a 1000 metri.

In alcuni tipi di vulcani, come quelli così detti “a scudo”, un’eruzione o una serie di più eruzioni esplosive particolarmente violente con effusione di una grande quantità di magma e materiale piroclastico, può provocare lo svuotamento dell’edificio vulcanico provocando il collasso della sommità della camera magmatica. Si forma, in questo modo, una caldera (dallo spagnolo, con il significato di “caldaia”).

Le caldere sono strutture enormi, in grado di superare i 20-30 km di diametro. Talvolta, se le rocce vulcaniche o piroclastiche non sono troppo permeabili, vengono colmate dalle acque meteoriche o da piccoli corsi d’acqua, originando i laghi vulcanici o craterici (come quello di Vico, Bracciano, Bolsena ed il Trasimeno, nell’Italia centrale).

Ogni magma (chiamiamo il magma con il termine generico di lava nel caso riesca a fuoriuscire in superficie) contiene una certa percentuale di sostanze volatili (o aeriformi), per il 60-70% costituita da vapore acqueo.

Seguono, in ordine di abbondanza, il biossido di carbonio, l’azoto ed i vapori di zolfo, con minori quantità di monossido di carbonio, cloro, idrogeno ed argon. Queste sostanze volatili tendono ad essere liberate dalle lave, in superficie o in prossimità di questa. I magmi acidi, più leggeri e viscosi, si liberano dei volatili con una certa difficoltà, originando eruzioni esplosive e talvolta violente (come nel caso del Vesuvio e dello Stromboli). I magmi basaltici, più fluidi, degassano più facilmente dando luogo generalmente ad eruzioni effusive e tranquille (come nel caso dell’Etna). Il contenuto in sostanze volatili, noto il chimismo della lava, è quindi importante nella previsione dell’attività eruttiva di un vulcano e nella previsione dei possibili effetti sul territorio circostante.