Un terremoto con epicentro vicino ad un vulcano può far scaturire un’eruzione di quest’ultimo?

L’attività sismica e quella vulcanica sono in generale strettamente legate,
nel senso che il vulcanismo induce sempre un’attività sismica locale.
Un esempio sono le scosse sismiche registrate nelle aree vesuviana ed
etnea, senza dubbio legate all’assestamento degli edifici vulcanici principali.

Immaginiamo tuttavia che la domanda si riferisca agli effetti che un’eventuale
forte scossa sismica non legata al vulcanismo di una determinata zona,
possa avere sugli edifici vulcanici esistenti e non già attivi. Poichè
l’eruzione di un vulcano attivo è da mettere in relazione principalmente
con una rottura degli equilibri tra la pressione litostatica delle rocce
che formano l’edificio e quella del magma della sottostante camera (in
genere per il prevalere di quest’ultima), non è difficile immaginare che
una scossa sismica (in grado di lesionare in qualche modo l’edificio vulcanico
o di deformare minimamente la camera magmatica) possa anticipare, magari
di pochissimo, o comunque influenzare l’inizio dell’attività effusiva
(comunque imminente).

In generale tuttavia se un vulcano si trova lontano dalle condizioni
d’inizio dell’attività eruttiva o addirittura in quiescenza, è molto improbabile
che una scossa sismica, per quanto forte, possa cambiare la situazione.
Le forze in gioco in un terremoto sono enormi, ma anche le energie capaci
esternamente di produrre la risalita della lava dalla camera magmatica
su per il condotto e la sua fuoriuscita, o quelle dei prodotti piroclastici
relativi, all’esterno, sono ugualmente enormi e la ripresa dell’attività
difficilmente influenzabile se non appunto da una variazione del contesto
geodinamico in cui è inserito lo stesso vulcano.


Un’immagine del Vesuvio negli anni ’30.