Mi interessava le questione della coevoluzione di piante a fiore-insetti relativa alla paleobotanica, ossia se ci sono riscontri nell’analisi delle piante fossili rispetto a questo fenomeno. Grazie

Per rispondere direttamente alla domanda, si trovano interessanti informazioni al riguardo nel lavoro di Friis et al. (1986, 2004), Gandolfo et al. (2004) in cui sono descritte le strutture fiorali risalenti al Cretaceo Medio che hanno fornito dati per chiarire le relazioni con insetti impollinatori.
Informazioni aggiuntive si possono trovare nella bibliografia sotto, che fornisce un punto di partenza per ulteriori ricerche.

Le Angiosperme e l�evoluzione dell�impollinazione
Le Angiosperme sono le piante con fiore vero e proprio, cio� posseggono gli apparati riproduttori racchiusi in foglie specializzate trasformate in petali. Esse hanno i semi racchiusi in un contenitore che � il frutto, derivante dall�apparato riproduttivo femminile chiuso (ovario circondato da pareti dette carpelli).
Mentre le piante con apparato riproduttivo aperto possono affidare l�impollinazione a fattori disparati e casuali quali l�acqua o il vento (p.es. le Gimnosperme), le Angiosperme hanno bisogno che "qualcuno" porti il polline a contatto con l�apparato femminile. Si ritiene che il principale fattore di evoluzione del fiore nella struttura molto specializzata che conosciamo attualmente, sia rappresentato dagli insetti. Nelle Gimnosperme il successo del polline nel raggiungere l�ovario dipende da una produzione molto abbondante di polline. Nelle Angiosperme la produzione di polline pu� essere anche molto esigua, e la sua quantit� pu� essere tanto minore quanto pi� � specializzato l�agente impollinatore. Si pu� dire che le Angiosperme hanno investito meno energie nella produzione di grosse quantit� di polline, ma di pi� nell�attrazione degli impollinatori.
L�importanza degli insetti nell�evoluzione delle Angiosperme � stata dedotta da numerose evidenze quali la perfetta coincidenza di strutture anatomiche nei fiori e negli insetti impollinatori (sindrome da impollinazione), soprattutto apparati boccali, oppure nel loro comportamento, oppure la presenza di disegni sui fiori visibili nell�ultravioletto che rientra nello spettro visibile dagli insetti.
Secondo Stebbins (1981) gli insetti hanno avuto un�importanza determinante non tanto nella comparsa quanto nella diversificazione delle Angiosperme, soprattutto nell�evoluzione dei fiori dioici. Le Angiosperme hanno avuto una vasta diversificazione nel Cretaceo intermedio, documentato dai fossili, e sembra che siano comparse nel Giurassico. Secondo Molnar (2001), in base alle ricostruzioni della frammentazione del continente originario Gondwana, la loro comparsa non sarebbe avvenuta prima del Tardo Giurassico, e fossili di Brachiceri (piccole mosche) impollinatori con parti boccali specializzate sono stati trovati infatti in strati di quel periodo (Ren, 1998).
La storia precedente, Mesozoica, degli impollinatori � pi� ambigua, ma sembra che l�impollinazione da parte degli insetti (entomogama) sarebbe partita da insetti che si cibavano di spore, passati poi ad una dieta a base di polline. I primi insetti pollinivori trovati sono appunto dei Brachiceri, e la dimostrazione che essi fossero pollinivori si � avuta dallo studio del contenuto gastrico di fossili molto ben conservati e con il ritrovamento di coproliti (feci fossili) (Labandeira, 1998). Il passaggio da pollinivoro a impollinatore sarebbe avvenuto nel momento in cui la relazione sarebbe diventata una simbiosi mutualistica tra pianta e insetto; una piccola parte di polline poteva essere sacrificata per gratificare l�insetto, inducendolo a visitare il fiore per cibarsi, se questo poteva trasportare inconsapevolmente il polline da un fiore all�altro con efficienza.
Friis (Friis et al., 1986) ha trovato invece fossili con strutture fiorali di Magnoliacee straordinariamente ben conservate, risalenti al Cretaceo Medio, che hanno fornito dati per chiarire le relazioni con insetti impollinatori.
La esistenza coeva del mutualismo di impollinazione � stata dedotta dalla biologia riproduttiva di certe piante, come granelli di polline particolarmente grandi, ghiandole secretorie adiacenti agli apparati riproduttivi e presenza di essudati per attrarre gli insetti.

Referenze
Friis, E. M., Crane, P. R., Pedersen, K. R., 1986. Floral evidence for Cretaceous chloranthoid angiosperms. Nature, 320 (6058): 163-164.

Friis E.M., Pedersen K.R., Crane P.R., 2004. Araceae from the Early Cretaceous of Portugal: Evidence on the emergence of monocotyledons. Proceedings of the National Academy of Sciences, 101: 16565-16570.

Gandolfo M. A., Nixon K. C. and W. L. Crepet, 2004. Cretaceous flowers of Nymphaeaceae and implications for complex insect entrapment pollination mechanisms in early Angiosperms. Proceedings of the National Academy of Sciences, 101 (21): 8056-8060

Labandeira, C.C., Dilcher, D.L., Davis, D.R., and Wagner, D.L. (1994) Ninety-seven million years of angiosperm-insect association: paleobiological insights into the meaning of coevolution. Proceedings of the National Academy of Science USA. 91: 12278-12282.

Ren, D. (1998) Flower-associated Brachycera flies as fossil evidence for Jurassic angiosperm origins. Science. 280: 85-88.

Stebbins, G.L. (1981) Why are there so many species of flowering plants? Bioscience. 31: 573-577