Cosa significa il nome scientifico del Cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus yasumatsu.

Cenni sulla nomenclatura zoologica

Il tipo di nomenclatura zoologica usato attualmente, e formalizzato in direttive internazionali nel Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica, si chiama nomenclatura binomia. Esso si basa su quella introdotta dal naturalista svedese Carle von Linné nella decima edizione del suo Sistema Naturae, pubblicato nel 1758.
La nomenclatura binomia è naturalmente usata anche in botanica, anch’essa basata sull’opera di Linné, il Fundamenta Botanica del 1736.
All’epoca di Linné la lingua ufficiale delle scienze era il latino, e questa tradizione è rimasta nelle nomenclature attuali.
Nel sistema della nomenclatura binomia, ogni specie è designata con un nome scientifico, composto da due nomi in latino: il primo, scritto con iniziale maiuscola è il nome del genere, il secondo, scritto tutto minuscolo, è il nome della specie.
Il genere è una categoria sistematica più ampia rispetto alla specie, e può comprendere molte specie. Questi due nomi possono essere considerati un po’ come il nome e cognome di una specie, e servono a identificarla univocamente. È importante che, quando si vuole indicare una specie, i due nomi vadano sempre assieme, in quanto a volte succede che un nome di specie sia utilizzato in un altro gruppo zoologico a definire un genere (per esempio il nome del pesce istrice Diodon hystrix L., e quello dell’istrice Hystrix cristata L.). Quindi si scriverà genere e specie tutto per esteso, oppure genere puntato e specie per esteso. Di solito si usa scrivere il nome del genere puntato quando in un testo la stessa specie viene citata molte volte di seguito e quindi si sa di cosa si sta parlando. Per convenzione i nomi vanno scritti in corsivo.

Spesso a questi due nomi si fa seguire il nome dell’autore che ha descritto per primo la specie, a volte anche con l’anno della descrizione stessa. Autore ed anno non vanno scritti in corsivo. A scelta, il nome dell’autore si può scrivere per esteso o abbreviato. Il nome del descrittore della specie in genere si specifica in testi scientifici, quando si vuole specificare esattamente la posizione sistematica di una specie. Molto spesso non viene usato in lavori di ecologia, con sommo sconforto dei sistematici.

Riprendendo l’esempio dell’istrice, si potrà scrivere, intendendo sempre la stessa cosa:
* Hystrix cristata
* H. cristata
* Hystrix cristata L.
* Hystrix cristata Linneo 1758
* H. cristata L.
* H. cristata Linneo 1758

Nel caso del nostro Cinipide, il nome Yasumatsu è quello di colui che ha descritto la specie, e quindi va scritto con l’iniziale maiuscola,  a caratteri normali.

Per lo più i nomi specifici, cioè della specie, si riferiscono a caratteristiche morfologiche o ecologiche della specie: Apodemus flavicollis, topolino selvatico dal collo giallo, Motacilla alba, la ballerina bianca, un uccellino molto comune nei boschi e giardini;

  

Apodemus flavicollis                               Motacilla alba

Bombus terrestris, un’ape selvatica che fa il nido sottoterra. In alcuni casi i nomi possono essere riferiti al luogo in cui la specie è più abbondante o da cui proviene il primo esemplare trovato in base al quale è stata descritta la specie, come nel caso del riccio europeo, Erinaceus europaeus.

 

Bombus terrestris                       Erinaceus europaeus        

o possono derivare da personaggi o luoghi mitologici, come per la farfalla Parnassius apollo, o semplicemente dal nome greco e/o latino di quello stesso animale come per il lupo Canis lupus, o il gatto Felis catus. Ancora, il nome della specie può essere dedicato ad una persona, per esempio un famoso studioso, come il rospetto Rhinoderma darwinii.

   

Parnassius apollo                             Rhinoderma darwinii
            

Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu 1952 (Hymenoptera: Cynipidae)

Dal sito: http://tncweeds.ucdavis.edu/photosmore.html

Come detto sopra, la lingua base della sistematica biologica è il latino, a cui si aggiunge il greco. Molti prefissi o suffissi sono universali e vengono usati per varie specie.
Il Cinipide galligeno, descritto dal giapponese Yasumatsu, è originario della Cina ed è stato accidentalmente introdotto in Giappone nel 1941, e poi in Europa, Asia continentale e Stati Uniti. Assale varie specie di castagno, causando gravi danni alle piante e alla castanicoltura. D. kuriphilus è infatti in grado di indurre la formazione di galle (da cui il termine galligeno) che inglobano una parte delle giovani foglie e degli organi fiorali e compromettono in modo più o meno grave lo sviluppo dei getti colpiti. Forti attacchi possono ridurre drasticamente la produzione di frutti e pregiudicare lo stato vegetativo delle piante.
Per quanto riguarda il nome, il prefisso Dryo in greco significa quercia, e per estensione albero, ed è spesso usato per specie di bosco; cosmus in greco significa cosmo cioè universo, o mondo; Kuri vuol dire “castagno” in giapponese, e philus è un suffisso greco che significa “amico, affine”. Quindi il significato del nome scientifico di questo insetto è grossomodo “amante del castagno che si trova nel universalmente sugli alberi”.
Questo insetto è arrivato anche in Italia nel 2002, ma la sua distribuzione è localizzata in alcune aree del Piemonte. Dati i danni che provoca, l’attenzione a questo insetto è molto elevata, onde evitare la sua espansione in altre zone.

Interessanti approfondimenti sulla sistematica e sulla nomenclatura si possono trovare nel libro:
Introduzione alla sistematica biologica, A. Minelli, 1991. Franco Muzzio Editore.
O nel sito in inglese:
http://www.bio.pu.ru/win/entomol/KLUGE/zoo-name.htm
Il Codice Internazionale di Nomenclatura:
International Commission on Zoological Nomenclature, 2000. International Code of Zoological Nomenclature, 4a edizione.
I principali prefissi e suffissi greci e latini usati in zoologia ma anche in medicina sono elencati in queste due pagine:
http://faculty.uca.edu/~benw/biol4402/roots.htm
http://www.maexamhelp.com/g_l_words.htm

Per sapere qualcosa di più sull’insetto in Italia e sui danno da esso provocati:
www.provincia.cuneo.it/agricoltura
www.regione.piemonte.it/montagna/foreste/pian_gest/cinipide.htm
www.arpat.toscana.it/fitosanita/fi_cinipide_castagno.html
www.arsia.toscana.it/meta/News/Cinipide%20galligeno/Cinipide_galligeno.htm
www.agricolbiz.it/coltivatore.asp?artic=618&start=999999999