Vorrei sapere se sono già definibili le conseguenze, per l’intero nostro pianeta, del terremoto in India e se sì, quali. Grazie! ————————————————————————————————– Domanda 6751 posta da altro lettore: vorrei sapere se il maremoto nell’Oceano Indiano, che ha modificato di circa 6 cm l’asse terrestre ed innalzato la catena dell’Himalaya ha modificato l’altezza degli oceani e mari seppur di poco. Grazie.






Conseguenze geologiche


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/01_Gennaio/04/ambiente.shtml


Nota bene. Questa risposta tratta argomenti o eventi di attualità ed in corso. Pertanto alcuni dati riportati e/o alcune informazioni contenute potrebbero cambiare rapidamente con il progredire degli eventi o con ulteriori e più approfonditi accertamenti.


Controversie e dispute

Un terremoto tanto forte da modificare l’asse di rotazione terrestre e da scatenare anche dispute scientifiche tra i geologi. La scossa tellurica – con il conseguente maremoto che il 26 dicembre ha devastato il sud est asiatico arrivando sino alle coste dell’Africa orientale – è stata tanto potente da far traballare la terra sul suo asse, che è rimasto alterato in modo permanente. Lo affermano alcuni geofisici americani e lo confermano i dati elaborati dal Centro di Geodesia Spaziale “G. Colombo” dell’Agenzia spaziale italiana di Matera.

“Si tratta di risultati preliminari – ha detto il fisico Giuseppe Bianco – che indicano uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre pari a 5-6 centimetri. Inoltre questo spostamento – ha aggiunto Bianco – è avvenuto proprio lungo la direzione dell’epicentro del terremoto: da una prima analisi non si vede alcun effetto lungo la direzione del meridiano di Greenwich”.

È di parere diverso Piero Manetti, direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr di Pisa. “È plausibile l’ipotesi che vi sia stato uno spostamento dell’asse di rotazione terrestre, ma le masse in gioco nel terremoto dell’Oceano Indiano sono talmente minime, che credo difficilmente possano intaccare la statica dell’intero pianeta”. “Ogni affascinante ipotesi scientifica – aggiunge Mattei – è più difficile dimostrarla piuttosto che formularla”.

“L’analisi dei dati continua a ritmo serrato per avere ulteriori conferme – spiega Bianco – ma siamo ragionevolmente sicuri di questa osservazione”. “Gli studi si stanno svolgendo in collaborazione con il professor Roberto Sabadini, dell’Università di Milano, per verificare l’ effetto prodotto dal sisma su altri parametri terrestri, come la posizione del centro di massa e la forma del campo di gravità”.

Questi mutamenti non saranno tuttavia percepibili nella quotidianità. “La variazione osservata – ha precisato Bianco – è molto piccola e non penso che ci possano essere ripercussioni sul clima. Per avere conseguenze di questo tipo sarebbero necessari spostamenti di gran lunga maggiori”.

Il terremoto ha causato però anche mutamenti a livello superficiale, sui quali alcuni esperti americani stanno discutendo. “Il sisma di magnitudo 9 – dice il geologo statunitense Ken Hudnut – ha cambiato le mappe geografiche, perché alcune delle isole più piccole al largo della costa sudoccidentale di Sumatra possono essersi spostate verso sud-ovest di circa 20 centimetri”.

Anche la punta nordoccidentale di Sumatra può essere scivolata verso sud-ovest di circa 36 metri, secondo il geologo americano.
Di diverso parere Stuart Sipkin, del centro nazionale di informazioni sui terremoti del Golden Colorado, che ha obiettato che è più probabile che le isole di Sumatra si siano innalzate sul livello del mare, piuttosto che spostarsi orizzontalmente.
“La placca indiana – spiega il geologo – si è incuneata sotto quella birmana, causando un innalzamento della prima, cosicché il movimento più consistente delle isole è stato verticale, non orizzontale”.


Probabili conseguenze geologiche

La violenza dello tsunami, con la sua velocità di 500 chilometri
orari, ha causato significativi cambiamenti nel nostro pianeta, a cominciare
dalle coste dell’India
.



  • Il
    bellissimo arcipelago delle Andamane
    , uno dei paradisi più noti dai sub per la qualità dei
    fondali corallini, e uno dei più vicini all’epicentro del maremoto, ha
    cambiato completamente la sua geografia.
  • Le
    isole Andamane e di Nicobare
    ,
    secondo le prime osservazioni, si sono leggermente spostate
    : si tratterebbe di slittamenti
    dell’ordine dei 20-30 metri che costringeranno a ridisegnare le carte
    gerografiche del pianeta.
  • Le
    onde dello tsunami hanno diviso in due il centro dell’isola di Trinket
    , creando quasi due isole separate.
  • Un’isola
    dell’arcipelago è letteralmente scomparsa, immersa dalle acque.
  • Devastanti
    gli effetti sulla barriera corallina
    che proprio nelle coste dell’Oceano Indiano, in
    particolare alle Maldive e intorno alle isole Andamane e Nicobare, trovava
    il suo habitat ideale grazie alla purezza incontaminata delle acque. Una
    tale distruzione del mondo dei coralli ha effetti sconvolgenti sull’intero
    ecosistema oceanico.
  • Altro
    effetto
    del terremoto
    sarebbe l’innalzamento dell’Himalaya
    , il massiccio più imponente del mondo, secondo la
    dichiarazione del sismologo Enzo Boschi. Gli esperti hanno spiegato che il
    terremoto ha esercitato una forte pressione a margine della placca indiana
    che spinge verso nord scontrandosi con quella birmana. Nessuno, però, ha
    saputo stimare il reale innalzamento della catena, ma sul suo probabile
    cambiamento sono tutti d’accordo.

  • Il
    terremoto avrebbe causato anche uno spostamento dell’asse terrestre
    di 6 centimetri che, secondo Richard
    Gross del Jet propulsion laboratori della Nasa, avrebbe provocato un infinitesimale aumento della velocità di rotazione della Terra con una conseguente diminuzione delle giornate nella misura di circa tre microsecondi
    . Su questa ipotesi, al momento, altri scienziati non si sono ancora pronunciati, ma l’idea sembra plausibile.
  • L’asse ha subito uno spostamento di
    qualche centimetro -ha spiegato il professor Antonino Zichichi, direttore
    del centro “Majorana” di Erice- ma uno spostamento lieve che non
    comporterà conseguenze pratiche consistenti. Gli fa eco Enzo Boschi,
    presidente dell’Istituto nazionale di geofisica: “Dal 26 dicembre la
    Terra ha un altro asse, che non è più quello di un’ora prima dell’evento
    sismico.
    È ovvio però che il pianeta ha subito ritrovato una situazione
    di equilibrio dinamico”.
  • Il
    maremoto che ha colpito il sud dell’Asia lo scorso 26 dicembre 2004 ha
    avuto conseguenze anche sulla vita delle tartarughe marine
    . A Bentota, nello Sri Lanka,
    ammassato sulla costa giace quel che resta delle ultime speranze del mondo
    nella sopravvivenza di cinque specie di tartarughe marine. “Le onde hanno
    distrutto tutte le incubatrici dove vengono fatte schiudere le uova di
    tartaruga” ha detto Kithsiri Kannagara, ricercatore del Bentota Sea
    Turtles Project.
  • Per
    certa, infine, è data anche la trasformazione delle coste dell’India
    investite dallo tsunami.

Tecnicamente parlando, si tratterebbe di cambiamenti epocali che
in generale, affermano i ricercatori, non influenzeranno però le stagioni, il
clima, la flora e la fauna. “Una scossa così forte
come quella che si è
registrata –
ha
spiegato il sismologo Enzo Boschiha provocato una redistribuzione
della massa al suo interno
, ma non è un fenomeno particolarmente importante dal punto di
vista delle conseguenze pratiche come il cambiamento del clima
“.

Il terremoto del 26 dicembre 2004 ha certamente cambiato la Terra.
Molto rilevanti dal punto di vista
scientifico, nel dettaglio le mutazioni della Terra causate dal terremoto
riguardano invece alcuni parametri numerici che sottolineano la forza e la
potenza del sisma che ha devastato l’Asia. Noto fino dal 1875, ad esempio lo
spostamento dell’asse terrestre in realtà è un fenomeno che sulla Terra si
ripete di continuo e che in questo caso ha però subito uno scarto improvviso.

Al momento non si sa se anche il
livello dei mari e degli oceani abbia subito un aumento o un abbassamento;
sembra, in ogni caso, che eventuali modifiche possano essere rilevate solo dagli
strumenti.


Le placche
tettoniche

Khao Lak, nota località turistica della
Thailandia meridionale, ripresa dal satellite.

A destra un’immagine del 13 gennaio 2004.
A
sinistra come si presenta dopo il disastro, in una foto scattata il 29 dicembre
2005 (Reuters).

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/01_Gennaio/04/ambiente.shtml


La costa di Aceh, in Indonesia, prima (in alto) e (sotto) dopo lo
Tsunami (Afp)


Khao Lak, nota località turistica della Thailandia
meridionale, ripresa dal satellite.
A sinistra un’immagine del 13 gennaio 2003 .
A destra come si presenta dopo il disastro, in una foto scattata il 29
dicembre 2004 (Reuters)

Altre notizie sui danni locali provocati dallo tsunami si possono leggere a:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/01_Gennaio/04/pop_grafico.shtml