in una azienda ho notato che per controllare la fuga di ammoniaca da un serbatoio, avevamo messo dell’acido acetico per fare (presumo) una reazione chimica. Mi puo’ dettagliare i particolari di questa reazione e cosa avviene per manifestare la presenza di ammoniaca come reagente? Grazie

L’ammoniaca (NH3) in condizioni di temperatura e pressione ambiente è un gas incolore dall’odore pungente. In generale in tubazioni ed in fabbriche dove si utilizza ammoniaca è sempre possibile che sia presente l’odore caratteristico e quindi non è possibile utilizzare con sufficiente certezza la presenza di odore per localizzare le perdite in tubazioni e contenitori.

L’acido acetico (CH3COOH) è un liquido ed incolore, ma a temperatura ambiente è un liquido volatile che emette vapori con odore caratteristico (aceto).

La reazione tra ammoniaca (gassosa) ed acido acetico (liquido) produce un sale solido igroscopico chiamato acetato di ammonio (CH3COO/NH4+).

Se la reazione avviene allo stato gas/liquido l’acetato di ammonio non si vede perchè è solubile nell’acido acetico e nell’acqua (sempre presente se utilizziamo soluzioni di acido acetico).

Se la reazione avviene tra i vapori di ammoniaca e di acido acetico si verifica la formazione di un fumo bianco, composto da nient’altro che  microscopici cristallini di acetato di ammonio dispersi nell’aria.

Quindi è possibile individuare la presenza di ammoniaca tramite l’emissione di vapore di acido acetico localmente nei punti in cui si presuppone la presenza di perdite di ammoniaca. Lo schema della reazione e del principio è illustrato nella figura seguente.

Durante la seconda guerra mondiale veniva utilzzata la reazione tra ammoniaca ed acidi volatili (Acetico, Cloridrico) per produrre alcuni tipi di nebbia artificiale.

Un resoconto  di guerra dove si cita l’utilizzo della nebbia artificale è esposto alla pagina web: http://www.regiamarina.it/duedicembre.htm

“Mancavano pochi minuti a mezzanotte quando sul lato destro del convoglio s’accese un’ampia cortina di 15 bengala. Si formò nel cielo come una barriere luminosa d’un colore giallo rossastro di malaugurio… supposi… che così vasta distribuzione d’illuminanti fosse preludio ad un attacco violento d’aerosiluranti e presi le consuete misure difensive: nebbia e manovra. … “.

Ed ancora: http://www.trentoincina.it/mg/mgscrit.htm

“(Lo Scontro di Pantelleria sarebbe stato) il più lungo contatto balistico dell’intero conflitto tra le unità inglesi ed italiane. Esso si protrarrà per oltre 10 ore con varie fasi ed intervalli in una densa atmosfera di fumo e cortine di nebbia artificale…”. Erminio Bagnasco 1977