Ipotizziamo un gas con pressione nulla alla temperatura dello zero assoluto: gli atomi si “fermano”. Cosa accade all’estremo opposto? Se idealmente comprimessi gli atomi fino a che ogni particella subatomica fosse in contatto con le altre e non potesse più “vibrare”, otterrei una temperatura pari allo zero assoluto?

Innanzitutto chiariamo una inesattezza della domanda: a T=0 K gli atomi non si fermano. In una situazione generale quando si parla di temperature troppo basse non si può non coinvolgere la meccanica quantistica, perché le energie diventano così piccole da non poter trascurare in nessun modo la loro natura granulare. In tal caso ci si rende conto subito che gli atomi non possono fermarsi altrimenti violerebbero il principio di indeterminazione che impedisce a qualunque corpo di avere posizione e velocità definite (il che accade per qualunque oggetto fermo). Inoltre anche nel caso specifico parlare di equivalenza tra T=0 e velocità nulla degli atomi è inesatto perché P=0 vuol dire assenza di recipienti di qualunque tipo, quindi il gas si espande in un volume infinito, per cui T=0 solo perché la densità di energia e quella della materia diventano nulle, ma non perché gli atomi si fermano.

Passando all’altro caso c’è comunque da dire che comprimere un qualunque materiale fino a far “toccare” le particelle subatomiche tra loro (qualunque significato si voglia dare a questa frase, dato che le particelle elementari sono puntiformi) è impossibile: man mano che la pressione aumenta le vibrazioni degli atomi diventerebbero sempre più energetiche (a causa del principio di indeterminazione) fino a che, per un certo valore della pressione, gli urti sarebbero così energetici da creare nuove particelle, che aumenterebbero la pressione interna. Per cui l’energia necessaria a comprimere un plasma in queste condizioni cresce in maniera esponenziale con la pressione. Questa energia spesa viene assorbita dal sistema che quindi aumenta la propria energia interna, per cui aumenta la temperatura.