Vorrei sapere come mai da un incrocio tra un asino e una cavalla nasce un mulo e da un incrocio tra un’asina e un cavallo nasce un bardotto.

C'è chi pensa che sia una fortuna che Mendel non cavalcasse un mulo, perché i principi dell'ereditarietà avrebbero potuto non essere scoperti.
Una specie è composta da individui in grado di accoppiarsi tra di loro e di riprodursi dando prole fertile, l'accoppiamento di asina con cavallo (bardotto) o di cavalla con asino (mulo) è quindi interspecifico, con l'aggravante che l'ibrido, che è il prodotto degli incroci, è di tipo leggermente diverso, a seconda che la madre sia una asina o una cavalla.
Muli e bardotti contravvengono quindi per due volte alle leggi della genetica classica, perché frutto di un accoppiamento tra specie diverse, anche se molto affini, ma soprattutto perchè l'ereditarietà non è trasferita in maniera uguale per via maschile o femminile.

I genetisti hanno spiegato le differenze tra muli e bardotti e altri casi simili, formulando l'ipotesi detta "dell'imprinting genomico".

Questo fenomeno si può definire a grandi linee come una diversa regolazione dei geni nella maturazione dell'ovocita o dello spermatozoo. Si ha come risultato che il gene si esprime in maniera maggiore o minore a seconda del sesso del genitore da cui il gamete matura.
La differenza non riguarda il genotipo, cioè la quantità e qualità dei geni ereditati, ma la loro espressione, cioè il fenotipo.

I genetisti non sono sicuri di come avvenga l'imprinting genomico, anche se la teoria più accettata ipotizza una metilazione della molecola del DNA, con conseguente attivazione o disattivazione di certi geni.

A tal proposito puoi vedere la risposta relativa alla metilazione del DNA, a questo indirizzo.
www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=2850

Se conosci l'inglese puoi leggere qualcosa di più approfondito sul'imprinting genomico, anche nell'uomo, a questi indirizzi.
www.ucalgary.ca/UofC/eduweb/virtualembryo/imprint.html
www.ucalgary.ca/UofC/eduweb/virtualembryo/imprinting.html

Molti scienziati sospettano che l'imprinting genomico abbia un ruolo importante nello sviluppo delle malattie genetiche nell'uomo e pensano che la percentuale di geni suscettibili di imprinting si aggiri sul 12%.

Bardotto

 Mulo