Volevo sapere se è possibile “coltivare” le muffe in laboratorio, perché sono un appassionato di chimica. Grazie. Gianluca.

Ci sono molti modi e scopi per controllare le muffe, ci sono i metodi classici che utilizzano le scatole Petri di plastica, piene di terreni solidi, ci sono metodi che utilizzano campionatori di aria, con il terreno distibuito su nastri di plastica, etc. I terreni inoculati vanno poi incubati in termostati a temperatura fissa.

Qualora si considerino le muffe come inquinanti, se ne fa una conta su terreno di cultura solido per stabilirne il numero, che deve essere inferiore ad un valore fissato per legge, a seconda della sostanza controllata. Dopo di che, utilizzando terreni selettivi o contenenti reagenti adatti, si esclude la presenza di muffe patogene.
Ad esempio nelle pomate non deve esserci la Candida albicans.

La carica micetica, insieme alla carica batterica, è una parte del controllo microbiologico dell’acqua, degli alimenti, dei farmaci, del monitoraggio microbiologico delle superfici o dell’aria confinata. (ad esempio delle camere sterili o delle camere operatorie). I limiti sono definiti da circolari, decreti leggi etc, che si trovano pubblicate sulla gazzetta ufficiale, con l’indicazione dei terreni di cultura da utilizzare.
Una ulteriore pericolosità delle muffe è che molte producono tossine termoresistenti, che sono presenti anche in alimenti in cui la conta micetica è bassa o addirittura nulla.

In altri casi, come nei processi tipo la produzione di vini o la produzione di lievito di birra, le muffe non sono inquinanti, ma addirittura sono loro ad essere coltivate.
Quindi è importante conoscere il “titolo” di cellule di lievito presenti e seguirne la curva di crescita, per controllare che il processo avvenga in maniera corretta. In questo caso è poi essenziale verificare che il ceppo sia quello adatto e che non ci siano state contaminazioni da ceppi indesiderati.

Altro caso importante è il campo delle fermentazioni per la produzione di antibiotici o quello medico per la identificazione delle muffe di importanza dermatologica.

Naturalmente i terreni per enumerazione, controllo e identificazione delle muffe devono rispondere a esigenze diverse. Ad esempio i terreni utilizzati per la conta dei miceti possono contenere degli antibiotici, che impediscono una contemporanea crescita di batteri. I terreni che servono per la identificazione delle muffe devono contenere reagenti e coloranti che, cambiando colore, segnalino l’avvenuta reazione specifica del genere o della specie da identificare.

Esistono molte ditte che producono o distribuiscono terreni di cultura “ufficiali”, come la Difco, la Oxoid, la Biolife,la BBL, l’istituto Pasteur etc.

Bisogna però ricordarsi che tutto ciò che è stato utilizzato per fare crescere delle muffe o dei batteri deve poi essere sterilizzato, prima di essere eliminato.

Di seguito ci sono delle foto di culture di muffe, i siti sono in inglese, ma il nome delle muffe è in latino e le foto non si traducono!

www.molddamagecontrol.com/list.htm
www.moldlab.com/image_gallery.htm