In un composto quando è che si crea un legame covalente e ionico?

La trattazione del legame chimico è piuttosto complessa, mi limiterò quindi ad una disquisizione molto sintetica.
E’ noto, o almeno dovrebbe esserlo, che ogni elemento chimico possiede una caratteristica definita “elettronegatività”, che in parole povere è la forza dell’atomo a strappare elettroni agli atomi vicini e quindi creare ioni.
In genere, nelle scuole medie superiori, si dice che quando la differenza di elettronegatività fra due atomi è minore di 1,9 il legame è covalente, sé superiore il legame è ionico.
Tale definizione è molto restrittiva anche perchè non esiste uno scalino oltre il quale il legame è in un modo e prima del quale è in un altro. La variazione fra legame ionico e covalente avviene senza soluzione di continuità da una valore “0” (possibile solo fra atomi con valore di elettronegatività uguale, quindi atomi del solito elemento O2 H2 ecc.) ad un valore infinito (puramente teorico).
E’ quindi più preciso parlare di percentuale di legame ionico o covalmente. E’ ovvio che nel legame OH il legame non può essere definito ionico, ma neppure covalente puro dato che l’ossigeno tenderà ad avere l’elettrone dell’idrogeno più vicino a se e non equidistante fra i due atomi come nel caso O2.
In genere atomi di elementi agli estremi destro/sinistro della tavola periodica formano legami ionici, ad esempio NaOH o NaCl.