Si parla di doppia fecondazione nelle angiosperme, perché effettivamente questa si svolge in due stadi.
Negli ovuli (femminili) contenuti nell’ovario del fiore vi è una cellula diploide, che, attraverso due processi (meiosi e successiva mitosi), produce otto cellule aploidi, cioè con contenuto genetico dimezzato rispetto alla cellula precursore.
Di queste 8 cellule, due cellule si recano al centro dell’ovulo mentre le restanti si dividono in due gruppi di tre e si dispongono ai suoi due estremi (in genere estremità superiore ed estremità inferiore).
Il granulo pollinico, maschile, si forma nelle antere degli stami ed è composto da 3 cellule aploidi, una che formerà il “tubetto pollinico” e le altre due che saranno direttamente coinvolte nel processo riproduttivo, gli spermi.
Quando il granulo pollinico arriva sull’ovario una sua cellula darà origine al tubetto pollinico, il quale penetrerà nell’ovario e “condurrà” i due spermi fino all’ovulo.
Dei due spermi, uno si fonderà con una cellula del gruppo delle tre che si sono poste all’estremo inferiore dell’ovulo e formerà così l’embrione vero e proprio.
L’altro si fonderà con le due cellule al centro, formando quindi una unica cellula “triploide”, che a sua volta darà origine all’endosperma. Questo è un tessuto nutritizio che ha la funzione di assicurare la crescita dell’embrione.
Le altre cellule degenerano.