Salve! In base ai dati attuali, si reputa possibile una forma di vita basati sui d-aminoacidi e/o sugli stereoisomeri dei carboidrati non utilizzati nei meccanismi biologici terrestri? Se sì, ci sarebbero differenze evidenti con le forme di vita terrestri? Grazie!

Gli stereoisomeri (enantiomeri e diastereoisomeri) differiscono dagli strutturali perché gli atomi, legati tra loro nello stesso modo, sono invece disposti nello spazio diversamente. Tra questi, gli enantiomeri sono molecole che sono uguali in tutto (struttura, proprietà fisiche e chimiche, ecc.), ma mostrano le loro differenze o nell’interazione con altri enantiomeri, o se attraversati da luce polarizzata. Questa è una radiazione elettromagnetica nella quale le vibrazioni dei treni d’onde, invece d’avvenire in tutti i piani perpendicolari alla direzione di propagazione, come avviene per la luce, avvengono in un solo piano per l’azione di un campo elettrico. I due enantiomeri differiscono tra loro per il fatto di far ruotare il piano della luce polarizzata uno di un certo angolo in senso orario (enantiomero destrogiro, D), l’altro dello stesso angolo ma in senso antiorario (levogiro, L).

Ancora oggi gli scienziati sono alle prese con un vero paradosso: al momento della comparsa della vita sulla Terra qualcosa ha fatto scegliere le forme sinistre, ma non sembra esistere alcun meccanismo che possa spiegare questa preferenza. Sono state formulate varie ipotesi. Secondo l’ipotesi di Bonner, ripresa da Cronin e Pizzarello, la risposta si trova nello spazio: ad indirizzare gli amminoacidi sarebbe stata la radiazione emessa da una stella di neutroni. Questi corpi celesti sono quelli che restano alla fine della vita delle stelle di gran massa. Inizialmente passano attraverso lo stadio di supernova, una violenta esplosione che in 10 giorni disperde la stessa energia prodotta dal nostro Sole in diecimila anni. Poi la materia stellare collassa e si condensa in un oggetto non più largo di 30 chilometri: appunto una stella di neutroni. Tra le caratteristiche delle stelle di neutroni c’è che emettono luce polarizzata circolarmente. Nel caso della polarizzazione circolare, poi, i due isomeri degli amminoacidi la assorbono in modo differente a seconda che la spirale sia orientata verso sinistra o verso destra. L’ipotesi dei ricercatori americani è che la radiazione di una vicina stella di neutroni possa aver influito sull’evoluzione dei primi amminoacidi. Le molecole sarebbero state bombardate mentre si stavano formando nello spazio, dentro la nube di gas e polvere dalla quale è poi originato il Sistema solare. «La luce polarizzata – spiega Cronin – potrebbe aver agito in modo da degradare una delle due forme molecolari degli amminoacidi, lasciando intatta l’altra». L’unico sistema per provare questa affermazione è studiare gli amminoacidi presenti nelle meteoriti o nelle comete. Una prevalenza di molecole sinistre sarebbe una prova decisiva, visto che le meteoriti sono rimaste intatte dalla formazione del sistema solare ad oggi. Purtroppo i meteoriti che cadono sul nostro pianeta vengono rapidamente contaminati dalle molecole terrestri, e ciò rende difficile distinguere le sostanze originarie. Cronin e Pizzarello hanno aggirato il problema studiando solo alcuni amminoacidi che sulla Terra non esistono e la cui origine interplanetaria è quindi sicura. Secondo la ricerca pubblicata da «Science», tra gli amminoacidi contenuti nel meteorite è stato effettivamente riscontrato un eccesso di forme sinistre che va dal due al nove per cento. E’ un notevole passo avanti nella affascinante ipotesi di un «faro» interstellare che possa guidare la nascita della vita nei suoi dintorni. Questo argomento è tuttora in fase di studio, di certo non si può escludere che nell’universo esistano forme di vita che presentano degli amminoacidi destrogiri o delle forme di vita con chiralità mista.